Produrre energia
pulita da sé e distribuirla all’interno di piccole comunità. È questo il senso
della proposta di modifica della direttiva in materia di fonti rinnovabili
(382/2016) della Commissione europea.
Che cosa significa
per il consumatore? Significa che l’energia autoprodotta attraverso fonti
rinnovabili, da soggetti quali ad esempio, i condomini residenziali, le aree
commerciali o le aree di servizi condivise, può essere consumata dai soggetti
facenti parte di quei sistemi, come se fossero un soggetto unico (tutto questo
oggi questo non era possibile). La direttiva fissa, inoltre, riferimenti e
diritti per la nascita di comunità di produttori di energia rinnovabile
composte da cittadini, istituzioni locali, ecc., che concorrono alla produzione,
alla distribuzione, all’accumulo, fornendo ad altri l’energia non utilizzata.
Questa proposta, e
come realizzarla, è stata al centro di un convegno che ha visto la
partecipazione di Adiconsum col “Coordinamento Free” (Fonti rinnovabili ed
efficienza energetica), la più grande realtà del settore energetico, di cui è
socia.
Insieme col
Coordinamento, Adiconsum vuole dare il proprio contributo allo sviluppo delle
energie rinnovabili per salvaguardare l’ambiente e la salute, ma anche per
ridurre il costo delle bollette elettriche che in Italia sono tra le più care
in Europa, aumentando l’efficienza energetica e riducendo gli sprechi. Tutto
ciò implica una serie di trasformazioni che riguardano anche il consumatore e
soprattutto il suo rapporto con l’energia, che deve provenire sempre più solo
da fonti rinnovabili.
Come fare?
Cambiando le regole del gioco e trasformare il consumatore anche in produttore
fai da te di energia rinnovabile, permettendogli di distribuirla localmente.
Questo comporta la riduzione delle grandi infrastrutture all’interno
della rete privilegiando le reti di piccole community
collegate fra loro in tanti poli. Un po’ come è accaduto nella rete per le
comunicazioni che si è trasformata, grazie ad internet ad un insieme di utenti,
collegati fra loro in rete, che ricevono e trasmettono contenuti.
Da qui la nascita
di una nuova figura: non più solo consumatore, ma produttore di energia,
cioè prosumer, la nuova figura di consumatore del prossimo futuro che
fonda in sé due anime, quella di produttore e di consumatore, partecipando
attivamente alle diverse fasi del processo produttivo.
Perché il prosumer
diventi una realtà nel nostro Paese, il legislatore deve, però, apportare delle
modifiche al quadro normativo vigente come ad esempio identificare l’elemento
che tiene uniti tra loro un insieme di soggetti, in modo da considerarli come
se si trattasse di un unico soggetto che è collegato alla rete.
L’”elettrificazione”
dei consumi comporta un uso “integrato” dell’energia da fonti rinnovabili cioè
che non si limita solo ad illuminare e a far funzionare gli elettrodomestici
nelle nostre case, negli edifici pubblici e nelle aziende, ma si riflette, ad
esempio, anche nel campo della mobilità elettrica e nei sistemi di accumulo. Da
non sottovalutare poi come gli investimenti negli impianti da fonti rinnovabili
producano valore e nuova occupazione e incrementino ricerca e sviluppo
industriale.
Dal dibattito è
emerso che, affinché l’autoproduzione e la distribuzione di energia da fonti
rinnovabili abbiano successo, è necessario che:
si riducano le
oscillazioni legate alla produzione da rinnovabili, offrendo un servizio di
bilanciamento e di dispacciamento efficiente rispetto all’attuale rete
si regolamenti
in maniera trasparente la partecipazione agli oneri di sistema basandola sul
tipo di fonte utilizzata, se cioè di origine fossile o rinnovabile, e se ne
verifichi l’evoluzione.
Il corretto
sviluppo dei sistemi di autoproduzione è importante perché comporta benefici
per famiglie e imprese permettendo di ridurre i consumi di gas per il
riscaldamento/raffreddamento e quelli per i carburanti tradizionali. Il
legislatore deve, quindi, prevedere, ad esempio, in merito alle utenze
domestiche fino a 10kW, vantaggi e semplificazioni per l’autoproduzione da
fonti rinnovabili, snellendo l’attuale sistema di scambio sul posto che risulta
essere alquanto complesso da gestire per le famiglie, e tariffe che premino
l’autoconsumo e scoraggino gli sprechi di energia. Infine, ma non ultimo, il
sistema di autoproduzione può svolgere un ruolo significativo nella fine del
mercato tutelato dell’energia previsto per il 2019, riducendo il rischio
del consumatore di ritrovarsi a pagare bollette elettriche molto più costose.