La ricerca, diretta dalla dottoressa Carly Herbison e pubblicata nel settembre scorso, dimostra che bambini e adolescenti che non consumano livelli sufficienti di vitamine del gruppo B sono più soggetti a malattie mentali e a disturbi comportamentali.
Lo studio prende le mosse dalle considerazioni che la metà di tutti i disturbi di salute mentale degli adulti si stimano provenire dall’adolescenza, che la dieta gioca un ruolo importante nella modulazione del benessere psicologico e che le vitamine del gruppo B sono essenziali per la sintesi di neurotrasmettitori come la serotonina. I ricercatori si sono dunque dati l’obiettivo di esaminare la relazione tra assunzione di vitamina B e salute mentale / comportamento.
Si è quindi indagato sullo stato psicologico e sulla dieta, nell’arco di 17 anni, di un campione di 709 minorenni.
Ne è risultato che bassi livelli di assunzione di vitamine B1, B2, B3, B5, B6 e folati si accompagnano ad un più elevato tasso di aggressività e delinquenza, mentre il ridotto apporto di sole vitamina B6 e folati è associato a maggior tendenza all’introversione e alla depressione.
Gli autori concludono che una maggiore assunzione di vitamine del gruppo B può avere effetti protettivi contro i problemi comportamentali e di salute mentale negli adolescenti, e che comunque per una migliore determinazione del ruolo di queste sarebbero necessarie ulteriori indagini.
Le fonti alimentari delle vitamine prese in considerazione nello studio
Tiamina (o vitamina B1). Si ritrova sia negli alimenti di origine animale, sia in quelli di origine vegetale. Ne sono particolarmente ricchi i legumi, il germe di grano, i cereali integrali, gli ortaggi verdi freschi e le patate. Negli alimenti animali le maggiori concentrazioni sono nel fegato, nel rene, nel cervello e nell’intestino. Altra fonte importante di tiamina è il lievito di birra.
Riboflavina (o vitamina B2). Abbondantemente presente in natura, si trova nel lievito di birra, nel latte, nel fegato, nel cuore, nel rene, nell’albume dell’uovo, nelle verdure, nei piselli e nei fagioli. Nelle verdure il contenuto della vitamina è presente soprattutto nelle parti a crescita attiva e diminuisce quando la pianta smette di crescere. Nel latte la quantità varia a seconda del tipo di alimentazione degli animali produttori.
Niacina (o vitamina B3 o vitamina PP). Abbonda nel lievito di birra, nelle frattaglie, nel pollame, nel pesce. Tra i vegetali ne sono ricchi il germe di grano e la frutta in guscio (noci, nocciole, ecc.). Resistente alla cottura, si disperde però facilmente nei liquidi di cottura.
Acido pantotenico (o vitamina B5 o vitamina W). Si trova, in particolare, nel fegato e nel cuore di manzo e pollo, nel rognone di manzo, nel lievito di birra, nella crusca di frumento, nei semi di sesamo, nella pappa reale. Ne contengono, in minor misura, anche i semi di girasole, la soia, le uova, la farina integrale di grano saraceno e i legumi.
Piridossina (o vitamina B6). È presente sia nei prodotti animali che vegetali. In particolare: frattaglie (soprattutto fegato), carni magre, pesce, cereali integrali, noci, arachidi, semi di girasole, farina di grano saraceno, farina di soia, germe di grano e banane.
Acido folico (o vitamina B9 o folacina). È presente nelle frattaglie (rene, fegato), nelle verdure a foglia verde (lattuga, indivia, spinaci, cavoli, broccoli), nella crusca di frumento, negli asparagi, nelle rape, nei legumi e nelle uova. Particolarmente sensibile al calore, se ne può perdere oltre il 50% durante la cottura.