Duro
colpo alle compagnie telefoniche inferto dall’Autorità garante per la
concorrenza ed il mercato in merito agli abbonamenti per servizi non richiesti
espressamente dai consumatori.
L’intervento
dell’Antitrust è avvenuto sulla base delle denunce di Adiconsum, di altre
Associazioni Consumatori e di singoli consumatori.
Come
Adiconsum, oltreché all’Antitrust, avevamo portato alla ribalta il fenomeno
realizzando anche un servizio per la trasmissione “Le Iene”, e aprendo una
pagina facebook dedicata dal titolo eloquente “Come
ci succhiano i soldi dal telefonino”
Due le
condotte scorrette accertate dalle indagini dalla Guardia di Finanza messe in
atto dalle compagnie telefoniche:
1. l’omissione
di informazioni relative al contratto di telefonia che una volta sottoscritto
abilita la Sim alla ricezione di servizi a sovrapprezzo, e, dall’altro lato
l’omissione dell’informazione sull’esistenza di un blocco selettivo che
impedisce invece la possibilità di ricevere tali servizi “premium”
2. l’attivazione
e la fatturazione automatica dei servizi a sovrapprezzo senza alcuna
autorizzazione da parte dell’utente e senza alcun controllo sulle richieste che
provengono dalle società erogatici dei vari servizi.
Inoltre,
le indagini hanno anche confermato anche il sospetto di Adiconsum circa la
responsabilità diretta delle aziende di telefonia nel business dei servizi
“premium”, che era stata sempre negata. L’AGCM ha, infatti, accertato che le
aziende telefoniche condividono con i fornitori i ricavi dei servizi erogati,
trattenendone un’elevata percentuale.
Le multe
comminate sono state di:
·
1.750.000 euro per H3G e
Telecom, in quanto hanno anche diffuso messaggi che omettevano informazioni
rilevanti o che permettevano l’attivazione dei servizi a sovrapprezzo senza
espressa volontà dell’utente
·
800.000 euro per Wind e
Vodafone.
Ma
come si attivavano tali abbonamenti ai servizi “premium”?
Tra i casi più diffusi, a seguito
della consultazione di una app si aprono dei banner che attivano l’abbonamento
a volte semplicemente sfiorando il touchscreen a volte anche andandoli a chiudere per non
visualizzarli. In alcuni casi, a volte, subito dopo arriva un messaggio che
avverte dell’avvenuta attivazione del servizio. In altri casi, invece, il costo
dell’abbonamento viene semplicemente addebitato sulla bolletta o detratto dal
credito residuo. In questi ultimi casi è più difficile accorgersi di quanto
successo.
Consigli
Adiconsum per prevenire truffe via smartphone/tablet:
·
controllare
periodicamente il resoconto del proprio abbonamento o, in caso di ricaricabile,
telefonare al proprio gestore telefonico per conoscere a quanto ammonta il
proprio credito residuo
·
leggere
attentamente gli eventuali messaggi che arrivano sullo smartphone. Potrebbero,
infatti, informarti dell’avvenuta attivazione di un abbonamento, anche se da te
non richiesto
·
seguire
le indicazioni riportate nel messaggio. Di solito, infatti, è possibile
disattivare subito l’abbonamento, ma a questa procedura deve seguire
immediatamente la verifica del conto telefonico per vedere se c’è stato qualche
addebito telefonando al proprio gestore telefonico
·
segnalare
l’avvenuta attivazione/addebito per abbonamento non richiesto alla pagina facebook di Adiconsum “Come ci succhiano i soldi dal
telefonino”
·
contattare
le sedi Adiconsum per ricevere l’adeguata assistenza
e accedere alla conciliazione paritetica per ottenere il rimborso dovuto.
IMPORTANTE: Questa vittoria contro
le pratiche commerciali scorrette adottate dalle compagnie telefoniche è stata
possibile anche grazie alle numerosissime segnalazioni pervenute ad Adiconsum
sulla sua pagina facebook “Come ci succhiano i soldi dal
telefonino”.Vi invitiamo a
continuare a segnalarci sia attraverso la pagina dedicata che la pagina
ufficiale di Adiconsum nazionale i comportamenti scorretti tenuti dalle
aziende.