PAGARE IN CONTANTI: MA È PROPRIO VERO CHE SI RISPARMIA?
30 Novembre 2015
Non c’è niente da fare! Nonostante
la norma che nel nostro Paese ha imposto a commercianti e professionisti di
dotarsi del POS per consentire al consumatore di pagare con bancomat e carte di
credito quando la somma è superiore ai 30 euro, l’uso della moneta elettronica nel
nostro Paese non è aumentato.
Quali sono le cause?
È la convinzione che, pagando in
contanti, pagando cioè con banconote e monete, si riesca a tenere più sotto
controllo la propria situazione economica. Non è così!
Ecco i vantaggi derivanti
dall’utilizzo della moneta elettronica:
·
riduzione
dei prelievi
·
riduzione
della possibilità di subire un furto
·
diminuzione
della possibilità di perdere il denaro contante
·
maggior
controllo della propria disponibilità economica, perché tutte le spese sono
registrate.
Inoltre, le commissioni per l’uso
del bancomat e della carta di credito si sono sensibilmente ridotte,
ammontando, rispettivamente, allo 0,20-0,30% dell’importo da pagare, mentre il
contante tra indennità di cassa, trasporto e sicurezza costa circa 10 miliardi
l’anno, che in parte è a carico delle banche che a loro volta lo caricano sui
clienti.
Vero è che i costi del POS si
aggirano in media sui 2.000 euro l’anno, comprendendo l’installazione, il
canone annuale e il noleggio della macchinetta, ma è anche vero che i costi del
commerciante vengono poi scaricati sul prezzo di vendita del prodotto che viene
acquistato dal consumatore, sia che usi sia che non usi le carte di pagamento.
Un
emendamento alla Legge di stabilità in discussione prevede l’introduzione della
possibilità di pagare con le carte di pagamento anche importi di 5 euro e
sanzioni per i commercianti/professionisti che non si dotano del POS e non
consentono ai consumatori il pagamento con la moneta elettronica. Del resto la
norma sull’obbligo del POS in vigore dal 2014 senza sanzioni non ha avuto quel
potere deterrente che ci si attendeva.
Vedremo se
tale emendamento entrerà a far parte dell’impianto della nuova Legge di
stabilità.