Anche quest’estate, le ferie degli italiani sono state costellate da una serie di allarmi sul “caro prezzi” (carburanti, bollette, voli, località turistiche, ecc.), provenienti un po’ da tutte le parti, a cui noi di Adiconsum non ci siamo uniti. Ecco perché.
Più che gridare c’è bisogno di agire
Come Adiconsum, pur consapevoli delle difficoltà delle famiglie, non ci siamo uniti al coro degli allarmismi, perché convinti che più che gridare c’è bisogno di agire. Già da tempo ci siamo espressi su cosa bisognerebbe fare, senza inveire per poi non risolvere nulla. La situazione che stiamo vivendo, infatti, è legata in via generale a livello mondiale ed europeo vedi inflazione, aumento dei tassi di interesse, speculazione e ad un problema tutto italiano circa il livello di indebitamento.
L’inizio della nostra battaglia contro il caro prezzi
La nostra battaglia contro il caro prezzi è cominciata, subito dopo il Covid e prima del conflitto russo-ucraino, allorquando fu annunciato l’aumento del gas del 40%, a cui si sono poi susseguiti gli aumenti dell’energia elettrica, dei carburanti, dell’inflazione con riflessi su servizi e beni a partire da quelli di prima necessità.
Il nostro agire
Due le proposte che abbiamo avanzato in questi anni, rimaste inascoltate, per combattere concretamente il caro prezzi:
- l’apertura di un Tavolo di concertazione con tutti gli stakeholder per apportare dei cambiamenti strutturali su tariffe, oneri, accise, tassazione, ecc.)
- la richiesta del ripristino dell’operatività di Mr. Prezzi a livello centrale (recentemente reintrodotto), ma ancora di più, a livello territoriale, almeno in ogni provincia, per raccogliere le denunce ed effettuare i dovuti controlli sugli aumenti non giustificati, cioè sulle speculazioni (Per quest’ultima richiesta stiamo ancora aspettando).
La situazione
Il problema, però, è un altro e non di poco conto, cioè la mancanza di risorse a disposizione dei Governi che si sono succeduti. Ecco che, quindi, il mancato superamento delle accise e della tassazione responsabili in gran parte degli elevati prezzi della benzina e di gas ed elettricità da parte dell’Esecutivo non deve sorprendere, a patto però che il gettito che ne deriva venga investito per la sanità, il lavoro, le pensioni, il welfare, le riforme necessarie, ecc..
Se così non fosse, allora è arrivato il momento non di creare allarmismi che lasciano il tempo che trovano, riempiendo solo le pagine dei giornali e dei talk show, ma di sedersi attorno ad un Tavolo per affrontare in maniera strutturale non gli aumenti del greggio e del gas, che non dipendono da noi, ma tutto ciò che grava in termini di oneri, accise, tasse e ammennicoli vari caricati da sempre su carburanti e bollette.