La Direttiva Europea che presentiamo oggi è la Corporate Sustainability Reporting Directive, CSRD, adottata formalmente dal Consiglio dell’Unione Europea Il 28 novembre 2022. Alle aziende di certe dimensioni, verranno imposti dei requisiti di rendicontazione uniformi in ambito “ESG”, cioè in ambito ambientale, sociale e di Governance. In poche parole dovranno redigere un Bilancio di Sostenibilità.
Questa nuova release va a sostituire la Direttiva sulla Rendicontazione non finanziaria (NFRD), in vigore dal 2018, ma che non ha avuto molto successo.
Si passerà dalle circa 12000 aziende impattate dalla NFRD, quelle definite di interesse pubblico con più di 500 dipendenti, alle circa 50.000 che dovranno redigere il Bilancio di Sostenibilità e che quindi rientreranno negli obblighi di rendicontazione della CSRD.
Quali Società saranno interessate
Oltre alle società attualmente soggette alla NFRD, saranno interessate:
Tutte le società “quotate” (ad eccezione delle “microimprese”);
Tutte le aziende “grandi”, ovvero quelle che soddisfano almeno due dei tre criteri: (i) un bilancio di 20 milioni di euro, (ii) un fatturato netto di 40 milioni di euro e (iii) 250 o più dipendenti in media durante anno.
Società extra-UE, cosiddette “imprese di paesi terzi”, con attività europee significative, ovvero che generano un fatturato netto pari o superiore a 150 milioni di euro nell’UE o “grande” secondo i criteri di cui sopra, o una filiale dell’UE che ha generato un fatturato netto annuo di 40 milioni di euro nell’anno precedente.
Novità della CSRD
Degni di nota sono anche diversi altri elementi del nuovo Reporting di Sostenibilità:
Per facilitare e omogeneizzare la rendicontazione di sostenibilità, vengono introdotti gli European Sustainability Reporting Standards (ESRS). Trattasi di standard di rendicontazione uniformi e completi applicabili in tutta l’UE. Gli ’ESRS sono in parte ispirati agli standard di rendicontazione della sostenibilità già esistenti, come il GRI, e richiederà la divulgazione di numerose metriche attraverso i pilastri ESG, come i dati sull’energia e sulle emissioni, l’uso dell’acqua, le strategie di gestione dei rischi legati al clima, l’economia circolare, l’inquinamento, la biodiversità sotto la “E”; condizioni di lavoro, diversità, inclusione, diritti umani sotto la “S”; e rischio aziendale, strategia e supervisione del consiglio di amministrazione sulle informazioni sulla sostenibilità sotto la “G”.
La rendicontazione dovrà inoltre prendere in considerazione la Doppia materialità. In questo caso le aziende dovranno considerare non solo gli impatti materiali dei fattori ESG sull’organizzazione, ma anche gli impatti dell’organizzazione stessa sull’ambiente e sui sistemi sociali.
Sarà poi obbligatoria la Garanzia di terze parti. Infatti la CSRD imporrà un obbligo di garanzia di parte terza, o audit, in modo che sia certificata da un revisore indipendente accreditato.
La CSRD richiede che le aziende riportino le metriche ESG non in un report di sostenibilità separato, ma in una sezione dedicata della più ampia relazione sulla gestione aziendale, unendo così la sostenibilità e altri rendiconti finanziari in un unico documento.
Gradualità dell’attuazione
La attuazione della CSRD sarà caratterizzata da un approccio graduale. Le grandi imprese di “interesse pubblico” già soggette alla NFRD e le grandi società quotate con 500 o più dipendenti saranno assoggettate a partire dal 1° gennaio 2024. Le “grandi” imprese non attualmente assoggettate alla NFRD saranno assoggettate a partire dal 1° gennaio 2025. Le “piccole e medie imprese” con titoli quotati in un mercato regolamentato dell’UE, diventeranno soggetti dal 1° gennaio 2026.
Recepimento negli Stati Membri
Gli Stati membri dell’UE avranno quindi 18 mesi per recepire la CSRD nelle rispettive legislazioni nazionali. Nel frattempo, le società europee e le società extra-UE con attività europee dovrebbero iniziare il complesso processo di valutazione per determinare se e quando saranno soggette alla CSRD e ai suoi obblighi di comunicazione. Da considerare inoltre che queste Società avranno anche l’onere di verificare la propria supply chain, in quanto sarà buona prassi avere rapporti di collaborazione con società e fornitori comunque in linea con minimi standard di sostenibilità. Questo significa che l’impatto di questa Direttiva sarà significativo e coinvolgerà molte aziende.
Pertanto a questo punto rendicontare con un Reporting di Sostenibilità sarà un lavoro continuo e uniforme a tutti gli effetti, con obiettivi e consuntivi certificati.
L’avvio di un Percorso di Sostenibilità diventerà un must per tutte le aziende coinvolte e per quelle che vorranno valorizzare i risultati economici, sociali e ambientali generati dall’azienda nello svolgimento delle proprie attività.
L’affiancarsi a un Partner sui temi di Sostenibilità sarà importante perché tutti gli Stakeholder vorranno collaborare con aziende di cui conoscono l’impatto ambientale, sociale ed economico. Sarà una grossa opportunità per avere un vantaggio competitivo. La trasparenza sarà la base per mantenere relazioni di lungo periodo. Per qualsiasi informazione rivolgetevi ad Adiconsum come Partner chiave per la Sostenibilità.