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Bollette della luce: per i “vulnerabili”, dal 1° luglio 2024 il costo aumenta

28 Giugno 2024

Mentre dal 1° luglio, saranno 3,7 milioni i consumatori “non vulnerabili” del Mercato Tutelato dell’energia elettrica che verranno passati automaticamente al Servizio a Tutele Graduali (STG), i consumatori “vulnerabili” continueranno ad essere serviti dalla Maggior Tutela. Ciò significa che le condizioni economiche delle loro bollette continueranno ad essere aggiornate dall’ARERA, l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente, ogni 3 mesi. Vediamo nel dettaglio.

Il costo della bolletta dal 1° luglio 2024

L’ARERA ha reso noto che nel III trimestre 2024, ossia dal 1° luglio al 30 settembre 2024, la bolletta della luce per i consumatori “vulnerabili”* costerà un +12% in più.

  • L’aumento è stato determinato dalla fine dei ribassi dei costi del gas naturale e dell’energia elettrica e dal conseguente aumento della spesa per la materia energia.
  • Il prezzo dell’energia (PUN) per il prossimo trimestre sarà quindi pari a 109 euro per MWh.
  • Il prezzo finale per il cliente tipo (consumi di energia elettrica pari a 2.000 kWh) sarà di 24,32 centesimi di euro al kWh, comprese le imposte, contro i 21,71 centesimi di euro/kWh del II trimestre.
  • La spesa per il consumatore tipo dal 1° ottobre 2023 al 30 settembre 2024 sarà di circa 514 euro, un -41,1% rispetto al periodo precedente 1° ottobre 20222 – 30 settembre 2023.

 

*Sono clienti “vulnerabili” coloro che si trovano in una delle seguenti condizioni:

  • over 75 anni
  • percettore del bonus sociale
  • disabile (L. 104/92)
  • residente in un modulo abitativo di emergenza o su un’isola minore non interconnessa.
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  • Telepass: un protocollo d’intesa con 10 Associazioni Consumatori per rafforzare l’ascolto e il dialogo

Telepass: un protocollo d’intesa con 10 Associazioni Consumatori per rafforzare l’ascolto e il dialogo

27 Giugno 2024

È stato firmato ed è entrato in vigore il 19 giugno scorso, il Protocollo d’intesa tra 10 Associazioni Consumatori del Consiglio Nazionale Consumatori e Utenti, compresa Adiconsum, e Telepass. Ecco che cosa prevede.

Il perché del Protocollo

Il Protocollo vuole migliorare e consolidare la relazione già esistente, tra Telepass e i propri clienti, implementando l’ascolto delle esigenze di questi ultimi, anche attraverso un dialogo costante con le Associazioni Consumatori firmatarie riconosciute dalla legge.

Con questo protocollo, le parti vogliono stabilire un rapporto di collaborazione continua con degli incontri periodici per condividere informazioni, dialogare e condividere le esigenze collettive legate ai servizi offerti e alle attività condotte da Telepass.

Le parti condividono gli obiettivi della sostenibilità consumeristica per raggiungere i quali ritengono necessario stabilire una virtuosa  interazione tra consumatore e impresa nell’assumersi le reciproche responsabilità verso un mercato sostenibile.

Per tradurre tutto ciò in azioni concrete per una fattiva collaborazione, il Protocollo prevede:

  • la creazione di un canale da parte di telepass dedicato alle Associazioni Consumatori per migliorare e aumentare la comprensione delle attività e dei servizi offerti da Telepass e condividere informazioni utili ad individuare esigenze legate all’offerta aziendale per garantire trasparenza verso i consumatori e migliorare così l’assistenza offerta dalle Associazioni rispetto alle casistiche di si possono verificare , anche per prevenire e gestire eventuali controversie in maniera più efficiente e con minor aggravio per i consumatori
  • l’analisi di eventuali approfondimenti condotti dalle Associazioni Consumatori per individuare le esigenze dei consumatori e fare in modo che l’Azienda, per quanto possibile, individui attività efficaci e coerenti con le esigenze dell’utenza
  • lo svolgimento di attività di studio e di approfondimento sui teli della sostenibilità, nello specifico sulla mobilità urbana a sui pagamenti digitali
  • la valutazione di iniziative congiunte di comunicazione e promozione della sostenibilità in ambito ambientale, sociale ed economico.

Il Tavolo permanente di consultazione

Altra novità del Protocollo è l’istituzione di un Tavolo permanente di consultazione per il perseguimento dei suddetti obiettivi e impegni. Il Tavolo svolgerà le funzioni di indirizzo e di coordinamento delle attività di collaborazione e potrà avvalersi, a seconda delle necessità, anche di gruppi di lavoro specifici a seconda dell’area di competenza.

Il Tavolo si riunirà con cadenza semestrale, ma ulteriori convocazioni potranno essere fatte in caso di criticità significative.

Energia elettrica: ultimi giorni per rientrare nel mercato tutelato

25 Giugno 2024

Nell’attesa di sapere se la richiesta di proroga del mercato tutelato fino al 31 dicembre 2024 verrà accolta o meno, dal 1° luglio 2024, il mercato tutelato del mercato dell’energia elettrica dovrebbe cessare di esistere. Coloro che si trovano nel mercato tutelato passeranno direttamente al Servizio a Tutele Graduali (STG) senza dover fare niente. Chi si trova invece nel mercato libero, può rientrare nel mercato tutelato entro il 30 giugno 2024 e venire passati automaticamente all’STG dal 1° luglio 2024. Ecco come fare.

Come fare per rientrare nel mercato tutelato dell’energia elettrica

  • Entra nel motore di ricerca realizzato dall’ARERA, l’Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente, cliccando qui
  • Accetta i cookies (per farlo vai in fondo alla pagina e clicca su “Gestione Cookies”)
  • Inserisci il nome del Comune nell’apposito spazio
  • Clicca sul link del fornitore che esercita la Maggior Tutela in quel Comune
  • Segui le indicazioni riportate nella pagina del fornitore.

Per fare la richiesta di rientro, alcuni fornitori mettono a disposizione più canali di contatto (telefono, chat, ecc.), altri rendono disponibile un Modulo da compilare.

IMPORTANTE: Per assistenza rivolgersi agli sportelli territoriali Adiconsum.

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  • Viaggiare sostenibilmente si può! Leggi il Quaderno del Consumatore di Adiconsum del progetto “DICO Sì”

Viaggiare sostenibilmente si può! Leggi il Quaderno del Consumatore di Adiconsum del progetto “DICO Sì”

25 Giugno 2024

Se vi chiedete se è possibile viaggiare sostenibilmente, la risposta è sì. Il concetto di sostenibilità è integrale e non c’è ambito in cui non si possa attuare. Se quindi state pensando che vi piacerebbe fare un viaggio con un occhio ai principi della sostenibilità, dovete assolutamente leggere “Viaggiare sostenibilmente”, il Quaderno realizzato da Adiconsum, nell’ambito del progetto “DICO Sì – Diritti Consapevolezza Opportunità Strumenti Inclusione”, finanziato dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, ai sensi del D. M. 06/05/2022, articolo 5.

“Viaggiare sostenibilmente”

Viaggiare sostenibilmente è una pubblicazione che fa parte della collana “I Quaderni del Consumatore”, del progetto ““DICO Sì – Diritti Consapevolezza Opportunità Strumenti Inclusione”, avviato già nel 2022, nell’ambito delle iniziative a vantaggio dei consumatori. Il progetto si pone l’obiettivo di avvicinare i consumatori al consumo sostenibile in tutte le sue sfaccettature, ivi compresa quella del turismo e dei viaggi.

Il Quaderno si compone di 7 capitoli che trattano tutti gli step necessari alla pianificazione di un viaggio:

  • la scelta della meta e l’itinerario
  • la scelta del mezzo di trasporto
  • la scelta dell’alloggio.

E poi di una serie di altre tematiche che è necessario conoscere: che cos’è l’ecolabel; quali sono i diritti e le tutele per il consumatore-viaggiatore; esempi di esperienze sostenibili; alcuni suggerimenti per risparmiare.

LEGGI IL QUADERNO DEL CONSUMATORE – VIAGGIARE SOSTENIBILMENTE

 

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Per saperne di più sul progetto “DICO Sì”, clicca qui

 

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  • Record per l’energia verde degli italiani. A Maggio il 52,5% della domanda di energia è da fonti rinnovabili

Record per l’energia verde degli italiani. A Maggio il 52,5% della domanda di energia è da fonti rinnovabili

24 Giugno 2024

Nuovo record! Il 52,5% dei consumi elettrici italiani è stato coperto a maggio 2024 da fonti rinnovabili. Solo l’1% dal carbone. Ce lo dice TERNA, il Gestore italiano della Rete Elettrica Nazionale.

Le energie rinnovabili sono fonti di energia che si rigenerano naturalmente nel tempo e non si esauriscono. Sono una delle parti  più importante della transizione verso un sistema energetico che abbandoni i combustibili fossili, contrastando così il riscaldamento globale.

Quali sono le principali fonti rinnovabili

  • Idroelettrico
  • Eolico
  • Fotovoltaico
  • Geotermico
  • Biomasse.

I dati di Maggio 2024

Ogni mese TERNA, la società che gestisce la rete di trasmissione nazionale, pubblica i dati relativi ai fabbisogni di energia elettrica, le quote percentuali di produzione, i consumi industriali e la quota di produzione nazionale e quella scambiata con l’estero.

Le fonti rinnovabili hanno coperto il 52,5% della domanda elettrica italiana a maggio 2024 (era 42,3% a maggio 2023): è il dato mensile più alto di sempre.

Lo comunica Terna nel suo report mensile, evidenziando la crescita della produzione energetica da fonti rinnovabili, in primis idroelettrico e fotovoltaico con incrementi superiori al 30% rispetto a maggio 2023 (idroelettrico +34,7%, solare +36,3%). L’eolico ha invece segnato un +10,5% di generazione in confronto allo stesso mese di un anno fa.

Il fotovoltaico ha prodotto 1.062 GWh in più, grazie all’effetto combinato – spiega Terna – dell’aumento di capacità in esercizio (+669 GWh) e del maggior irraggiamento (+393 GWh). (qui le statistiche di aprile 2024)

Si segnala poi il calo del termoelettrico (-14,6%); in particolare, il carbone a maggio ha coperto solo circa l’1% della richiesta elettrica nazionale.

La domanda è stata soddisfatta per l’84,7% dalla produzione nazionale e per la quota restante (15,3%) dal saldo dell’energia scambiata con l’estero. Il valore del saldo estero mensile risulta pari a 3,8 TWh, mentre a livello progressivo, da gennaio a maggio 2024, l’import netto è in aumento del 5,6%.

 

Dati da Gennaio a Maggio 2024

Da segnalare, inoltre, che prosegue l’accelerazione della penetrazione delle energie rinnovabili. Infatti, la capacità rinnovabile in esercizio, nei primi cinque mesi del 2024, è in aumento del 42% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

La produzione da rinnovabili nei primi 5 mesi raggiunge il suo massimo di sempre. La copertura della domanda nei 5 mesi con le rinnovabili elettriche è record: 42,4%, così suddivisa per il 2024:

  • Gennaio 33,7%
  • Febbraio 32,7%
  • Marzo 41,8%
  • Aprile 51,2%
  • Maggio 52,5%.

Come Adiconsum riteniamo importante far comprendere a tutti i consumatori, in modo semplice, come il nostro Paese genera l’energia, sfatando anche i falsi miti che girano spesso online. Ogni mese pubblicheremo notizie aggiornate sulla produzione mensile e sull’andamento annuale. Ogni mese la nostra energia è sempre più verde, sempre più pulita!

Fonti dati: Terna.it e qualenergia.it

Intelligenza artificiale, l’esperienza del progetto Crea 2

24 Giugno 2024

L’intelligenza Artificiale (AI) può diventare un potente strumento per risolvere le dispute relative ad eredità e divisioni dei beni. Attraverso l’utilizzo di algoritmi avanzati e tecniche di machine learning, l’AI può offrire efficienza e accuratezza nell’affrontare queste problematiche complesse.

Il progetto CREA 2 – CONFLICT RESOLUTION WITH EQUITATIVE ALGORITHMS

Il progetto europeo CREA 2 è stato in prima linea nella pionieristica ricerca riguardante questo tema, ricercando soluzioni innovative in grado di assistere consumatori e professionisti legali nel risolvere questi problemi attraverso l’uso di algoritmi basati sulla teoria dei giochi.

Il potenziale dell’AI in questo contesto è immenso, come dimostrato in questo video.

Tuttavia, affrontare e mitigare i bias e assicurare l’inclusività in questi approcci è un fattore cruciale. Per via di queste complessità, i risultati del progetto non sono ancora pronti per essere di utilizzo pubblico e verranno ulteriormente sviluppati nei prossimi anni. 

Guarda la discussione e presentazione della conferenza di fine progetto a questo link.

Il progetto CREA 2 è la naturale prosecuzione dell’iniziativa CREA ed è stato implementato attraverso una partnership europea.

Il Consorzio include Vrije Universiteit Brussel (BE) Capofila, insieme a Università Federico II di Napoli (IT), University of Ljubljana (SI), University of Vilnius (LT), University of Zagreb (HR), Tallinn University of Technology (EE), Seraphin Innovation (FR), Adiconsum (IT) e la Fédération des Barreaux d’Europe (FR).

Finanziato dal programma Europeo Justice 2021-2027 call “Action grants to support National or Transnational e-Justice projects JUST-2021-EJUSTICE,” Il progetto CREA 2 – CONFLICT RESOLUTION WITH EQUITATIVE ALGORITHMS continua ad ampliare i confini di utilizzo dell’AI in ambito legale, con l’obiettivo di creare soluzioni eque ed efficaci per la risoluzione delle dispute.

Nuovo Accordo quadro tra Associazioni Consumatori e Intesa Sanpaolo

20 Giugno 2024

In continuità con i precedenti accordi del 2019 e del 2021, nei giorni scorsi è stato siglato un nuovo Accordo Quadro tra le maggiori Associazioni Consumatori riconosciute dalla legge, come Adiconsum, e l’istituto Intesa Sanpaolo. Vediamo nel dettaglio i contenuti del nuovo Accordo Quadro.

Nuovo Accordo Quadro Associazioni Consumatori-Intesa Sanpaolo

Il nuovo Accordo Quadro, che sarà in vigore per il periodo 2024-2026, conferma l’impegno reciproco ad un dialogo aperto e costruttivo per una maggiore tutela dei consumatori e un maggior soddisfacimento dei clienti. Il nuovo Accordo intende rafforzare la relazione e la collaborazione sulle tematiche bancarie, finanziarie e assicurative per migliorare la qualità dei servizi sia dal punto di vista dell’informazione che di trasparenza dei prodotti e servizi, attraverso progetti a favore della comunità.

Sono 4 le aree di lavoro e collaborazione condivisa dell’Accordo:

Area 1: Prodotti e servizi/Educazione bancaria-assicurativa/Rapporti territoriali

  • Ascolto delle necessità dei consumatori per migliorare la qualità dell’offerta di prodotti e servizi; sviluppo e prosecuzione dei progetti condivisi sull’educazione finanziaria; intensificazione delle relazioni tra gli sportelli territoriali delle Associazioni Consumatori e Intesa Sanpaolo

Area 2: Normativa Authority- Assistenza clienti/Conciliazione

  • Creazione di un canale strutturato per incontri di dialogo e confronto sulle tendenze normative e i risvolti per i consumatori; analisi congiunta delle segnalazioni dei consumatori nell’ambito dei reclami e delle conciliazioni

Area 3: ESG-Impact/Training condiviso/Digitale e Intelligenza artificiale

  • Approfondimento degli ESG (Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda ONU 2030) legati a educazione, informazione, inclusione e cultura finanziario-assicurativa per accrescere il livello di conoscenza e consapevolezza dei comportamenti dei consumatori; confronto sui temi dell’innovazione, del digitale e dell’intelligenza artificiale per garantire la qualità dei servizio offerto e la tutela dei consumatori

Area 4: Macro trend e scenari economico-sociali

  • Analisi e riflessioni sui principali trend e scenari economico-sociali nazionali ed internazionali che possono condizionare nuovi comportamenti nei consumatori; creazione di un Tavolo di lavoro per un confronto sull’evoluzione dell’economia e individuare proposte per uno sviluppo condiviso e sostenibile.
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  • Tribunale di Cagliari sentenzia: Adiconsum Sardegna non ha arrecato alcun danno d’immagine ad Abbanoa. L’Azienda risarcisca le spese legali dell’Associazione (oltre 18mila euro)

Tribunale di Cagliari sentenzia: Adiconsum Sardegna non ha arrecato alcun danno d’immagine ad Abbanoa. L’Azienda risarcisca le spese legali dell’Associazione (oltre 18mila euro)

18 Giugno 2024

La sentenza del Tribunale di Cagliari non dà adito a dubbi: Adiconsum Sardegna non ha arrecato alcun danno d’immagine ad Abbanoa e quindi non deve alcun risarcimento come invece richiesto dall’Azienda. Ecco com’è andata.

I fatti

Nel 2017, Abbanoa, il gestore unico del servizio idrico integrato della Sardegna, intentava una causa contro Adiconsum Sardegna, rea, a suo dire, di aver arrecato danni di immagine all’azienda, chiedendo per questo un risarcimento di 5,4 milioni di euro. 7 anni dopo, tanto è durato il procedimento, il Tribunale di Cagliari ha accertato che in realtà le accuse mosse nei confronti di Adiconsum Sardegna erano infondate. Infatti, nei documenti presentati da Abbanoa a supporto delle sue richieste non vi è traccia di diffamazione da parte dell’Associazione. Le affermazioni riportate sulla stampa avevano infatti mero scopo informativo.

La sentenza del Tribunale di Cagliari

Il Tribunale ha quindi respinto tutte le accuse e soprattutto la richiesta di risarcimento per danni d’immagine avanzata da Abbanoa quantificate in 5,4 milioni di euro. Il Tribunale ha poi condannato l’Azienda a risarcire le spese legali sostenute dall’Associazione: oltre 18mila euro.

Le dichiarazioni di Adiconsum Sardegna

Adiconsum Sardegna, nella persona del suo Presidente, Giorgio Vargiu, così commenta la vicenda: Con questa sentenza il Tribunale sconfessa e punisce il tentativo di Abbanoa di zittire gli utenti sardi e le proteste contro disservizi e mala-gestione del servizio idrico. Una sonora sconfitta che rappresenta anche un costo non indifferente per la società, che dovrà risarcire la nostra associazione con oltre 18mila euro di spese processuali. Soldi dei cittadini che avrebbero potuto essere utilizzati meglio se l’azienda non si fosse avventurata in una causa legale temeraria che peraltro, con l’Accordo sottoscritto con Adiconsum il 17 settembre 2019, aveva preso l’impegno di abbandonare, impegno non mantenuto. Per tale motivo stiamo valutando la presentazione di un esposto alla Corte dei Conti affinché si accertino possibili responsabilità per danni erariali derivanti dalla condotta dell’allora management di Abbanoa che ha avviato l’azione legale sonoramente bocciata dal Tribunale.

Ci aspettiamo ora le scuse formali della Società e ci aspettiamo un cambio radicale di atteggiamento nei confronti degli oltre 700mila utenti e nei confronti delle Associazioni che li rappresentano, ci aspettiamo il rispetto dei diritti dei consumatori e il rispetto verso il ruolo delle Associazioni dei Consumatori.  Come sempre Adiconsum è disponibile ad aprire un dialogo nell’interesse dei cittadini sardi e del miglioramento del servizio idrico in favore di tutta la collettività e, in quest’ottica, come già fatto più volte, lanciamo la palma della pace e l’appello al negoziato. L’auspicio è che nell’attuale management ci sia la volontà di confrontarsi con le Associazioni per risolvere i tanti problemi ancora esistenti tra Azienda e consumatori, Azienda che in quasi 25 anni di attività non è mai riuscita a costruire un rapporto di reciproca fiducia con l’utenza e che, al momento, è di gran lunga in fondo alla classifica nel gradimento dei Sardi che la percepiscono come un problema e non come un servizio pubblico efficace ed efficiente.

Inoltre, l’Associazione lancia un appello anche alla Giunta regionale affinché si apra con urgenza un tavolo di lavoro in vista della scadenza della concessione al 2025 e dei rischi conseguenti all’obbligo di effettuare una gara internazionale per l’assegnazione del servizio idrico integrato della Sardegna. Un tavolo che dovrà necessariamente vedere anche come riequilibrare la reputazione aziendale fortemente compromessa in passato e come conquistare la fiducia da parte degli utenti.

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  • Sostenibilità: Adiconsum presenta 13 proposte e un Manifesto per superare gli ostacoli indicati dai consumatori nel Sondaggio del progetto “Green Circle”

Sostenibilità: Adiconsum presenta 13 proposte e un Manifesto per superare gli ostacoli indicati dai consumatori nel Sondaggio del progetto “Green Circle”

17 Giugno 2024

Tanti gli interrogativi emersi dal Sondaggio Adiconsum “Sei più Green di quello che pensi?, lanciato nell’ambito del progetto europeo “Green Circle” promosso dalla European Climate Foundation, a cui hanno risposto più di 1.000 consumatori, in particolare in merito all’adozione di stili di vita e comportamenti più sostenibili: Io mi sforzo, ma servirà a qualcosa? Io faccio la mia parte, ma anche gli altri? Non sarà un nuovo grande business questa transizione verde? A questi interrogativi, legittimi, Adiconsum ha risposto con 13 proposte e un “Manifesto del consumo sostenibile & inclusivo”. Vediamoli nel dettaglio

Le 13 proposte di Adiconsum

1) Campagne informative e sportelli di assistenza e consulenza ai consumatori, energy auditor: finanziare le Associazioni dei Consumatori e organizzare corsi di formazione per i loro consulenti

2) Energy communities: favorire la creazione e sostenere l’autoconsumo collettivo, tutelare i consumatori da iniziative imprenditoriali poco trasparenti o scorrette

3) Isolamento ed efficienza energetica degli edifici: individuare e sanzionare gli abusi (il 110% ha finanziato molti interventi di altra natura), concedere gli incentivi solo a chi ha basso reddito

4) Sistemi solari individuali e sistemi off-grid: standardizzare le informazioni obbligatorie da offrire al consumatore perché possa comparare le offerte

) Tutela consumatori: contrastare le speculazioni e le pratiche commerciali sleali, rendere obbligatoria la conciliazione per le controversie dei consumatori verso i fornitori di beni e servizi legati all’ambito dell’efficientamento energetico

6) Elettrodomestici: incentivare la sostituzione degli apparecchi con oltre 10 anni, escludendo gli elettrodomestici che offrono grandi prestazioni ma hanno grandi consumi

7) Auto elettrica: incentivare l’acquisto con vincolo alla rottamazione di veicoli con classificazione Euro 4 e precedenti (benzina) Euro 6 e precedenti (diesel)

8) Rifiuti: realizzare una sorveglianza efficace sulla corretta esecuzione della raccolta differenziata sia da parte dei cittadini che degli operatori ecologici delle aziende municipalizzate; standardizzare il più possibile le regole di separazione; istituire un centro di raccolta delle segnalazioni dei materiali/packaging problematici da separare, delle inadempienze nella raccolta dei RU o di altre problematiche nel conferimento, dei venditori di apparecchi elettrici ed elettronici che ostacolano il conferimento dei RAEE (sia SHOP online che negozi fisici)

9) Rifiuti: istituire incentivi e misure generalizzate o sconto sulla tariffa per i consumatori virtuosi; favorire lo sviluppo del commercio di prodotti sfusi, dei contenitori riutilizzabili (vuoto a rendere), dei punti di raccolta automatizzati

10) Informazioni di sostenibilità, certificazioni ed etichette: implementare le norme europee sul green washing con rigore; scoraggiare il proliferare di marchi di qualità di scarso valore; istituire un centro di informazione sul significato e le garanzie delle varie forme di certificazione e attestazione; raccogliere e gestire le segnalazioni

11) Green Deal: implementare con la massima celerità le nuove norme europee senza attendere la scadenza per gli atti di recepimento delle direttive; diffondere informazione semplice e chiara ai cittadini, sfatare falsi miti e fake news, concertare con la società civile le opportune misure di accompagnamento

12) Creare un hub informativo dove i cittadini possano accedere a dati sul risparmio conseguibile con varie tecnologie e dotazioni, sui costi medi di adozione e sui tempi di ammortamento, nonché richiedere un consulto per valutare la scelta giusta o un preventivo già acquisito

13) Consultare sistematicamente le Associazioni dei Consumatori ed altre organizzazioni della società civile, portatrici di conoscenza sul campo delle problematiche concrete istituendo un Tavolo di lavoro permanente.

 

Il Manifesto del consumo sostenibile & inclusivo”

Art. 1 – La sostenibilità deve essere per tutti

La sostenibilità non può essere uno status symbol, che identifica come meritevoli i soli consumatori che possono permettersi le nuove tecnologie ad elevata efficienza e basso impatto ambientale, o prodotti più ecologici, escludendo gli altri. Il contrasto alle disuguaglianze sociali ed alle discriminazioni da sempre impatta positivamente sulla società nel suo complesso: oggi, ha anche determinanti effetti di sostegno

alla transizione ecologica ed a quella digitale. È necessario individuare e rimuovere il più possibile queste disuguaglianze in ogni ambito del consumo e degli stili di vita, per neutralizzarne le implicazioni culturali e pratiche in termini di minore sostenibilità e responsabilità sociale.

Art. 2 – Valutazione di impatto partecipata

Le nuove norme che supportano la transizione ecologica e la limitazione dell’impatto ambientale o delle emissioni di CO2, mediante divieti o imposizioni che comportano oneri rilevanti, necessitano di una valutazione di impatto preventiva e successiva, accuratamente progettata per rilevare le specifiche difficoltà di adeguamento della fasce sociali più deboli, o per qualche aspetto svantaggiate, anche mediante l’apporto di critica e proposta delle organizzazioni della società civile che rappresentano i consumatori e i gruppi di cittadini più vulnerabili.

Art. 3 – Prima le donne

La dimensione di genere non può essere trascurata nelle politiche di sostenibilità: occorrono misure specifiche di sostegno alla partecipazione femminile nel cambiamento, capaci di realizzare un vero e proprio empowerment femminile nella sostenibilità. Questo passa attraverso il rinnovamento delle politiche per il lavoro, che deve riformare modi, spazi e tempi delle prestazioni, mentre si progetta la produzione a basse emissioni, tenendo conto anche della dimensione di genere.

Art. 4 – Accompagnare gli anziani nel cambiamento

Gli anziani hanno da sempre una certa difficoltà a seguire l’evoluzione sociale, culturale e tecnologica: oggi la vita si è allungata, le trasformazioni si sono velocizzate esponenzialmente e questa difficoltà può diventare un muro insormontabile. La quota di anziani nella nostra società cresce costantemente, con il risultato che nessun progetto di trasformazione dell’economia e del mercato può avvenire senza includere una così importante fetta della popolazione. L’intreccio tra alfabetizzazione digitale, educazione ambientale e istruzione al consumo consapevole va declinato in forme accessibili specificamente pensate per le esigenze degli over 65.

Art. 5 – Incoraggiare e guidare più che sanzionare

Le resistenze e il difetto di compliance dei cittadini, in relazione ai nascenti obblighi o restrizioni derivanti dalle norme del Green Deal, devono essere valutati dallo Stato e dalle amministrazioni in relazione alle condizioni della famiglia, all’entità dello sforzo richiesto in termini di acquisizione delle informazioni e delle competenze necessarie ad adeguarsi, effettiva disponibilità ed accessibilità dei mezzi tecnici e delle  soluzioni tecnologiche, assenza di fattori ostativi o comunque deterrenti (come la diffusa presenza di pratiche commerciali scorrette), sanzionando solo i comportamenti determinati da un difetto di volontà.

Art. 6 – La trasparenza è una necessità

La battaglia per la trasparenza verso il consumatore è una battaglia di civiltà e maturità del mercato, ma anche una scelta strategicamente orientata alla competizione sulla qualità, intesa anche in termini di valore sociale e sostenibilità ambientale, piuttosto che sul prezzo: in essa si sostanzia il rifiuto verso la produzione senza scrupoli per la salute, l’ambiente e i consumatori. Occorre imporre a chi produce e commercializza beni e servizi la maggiore trasparenza e correttezza informativa possibile, in ogni ambito, combattendo con strumenti efficaci le pratiche di green washing.

Art. 7 – Riconoscere il ruolo delle Associazioni

Le Associazioni dei Consumatori e le organizzazioni della società civile impegnate nel sociale e nella tutela ambientale hanno una capacità di ascolto, osservazione e mediazione assolutamente fondamentali nel dialogo tra domanda e offerta, ponendosi come punto di riferimento per la rappresentanza di bisogni ed aspettative; hanno anche un enorme potenziale di penetrazione, con la loro comunicazione sociale diretta all’educazione ed alla sensibilizzazione del pubblico, verso forme di consumo e stili di vita orientati alla qualità e alla sostenibilità. Occorre sostenere questi corpi intermedi perché possano accompagnare la transizione ecologica, garantendo il suo ancoraggio ad un sistema di valori condiviso.

Art. 8 – Monitorare, ascoltare e correggere

L’entità e la rapidità dei cambiamenti economici, sociali ed organizzativi che la transizione verde richiede è senza precedenti nella storia: inevitabilmente, si creeranno difficoltà di applicazione delle norme, disfunzioni del mercato, rischi per i cittadini consumatori (truffe, pratiche commerciali scorrette, scelte non idonee, problematiche di accessibilità del necessario credito, scarsezza dell’offerta, alti costi non giustificati dal ritorno degli investimenti), generando insicurezza, resistenza e inadempienza. È necessario ascoltare i cittadini e trattare accuratamente le segnalazioni, sia individuali che degli enti rappresentativi, al fine di individuare tempestivamente misure correttive. È auspicabile che l’adozione di comportamenti sostenibili sia agevole, praticabile e capace di produrre nei cittadini sentimenti di soddisfazione e partecipazione alla creazione di valore aggiunto sociale. È utile programmare sondaggi mirati, su specifici aspetti o rivolti a specifiche categorie vulnerabili, tesi a rilevare la percezione dei cittadini e le loro preoccupazioni riguardo l’adozione delle nuove tecnologie, la conoscenza e l’apprezzamento riguardo le buone prassi ecc.: uno strumento al servizio delle strategie di mercato e della stessa attività istituzionale.

Art. 9 – Un tavolo di lavoro multistakeholder

Sulla base delle più qualificate esperienze nel campo della bilateralità, che hanno consentito la stipula di accordi assolutamente innovativi, è auspicabile la costituzione di un tavolo di lavoro per la sostenibilità a 360 gradi della produzione e del consumo nel settore della mobilità e in quello dell’efficienza energetica degli edifici civili, per la promozione di uno sviluppo sano del mercato, orientato all’economia circolare. I decision makers a livello nazionale e comunitario devono essere assistiti nel raccogliere le istanze dei cittadini e delle imprese, così che possano tracciare percorsi di graduale crescita della consapevolezza, della normazione e della buona prassi, con opportune strategie di incentivazione e misure di accompagnamento. È auspicabile una riflessione congiunta sulle criticità delle diverse filiere produttive e distributive, incluse quelle del mercato digitale, dal punto di vista della protezione dei consumatori ma anche dello sviluppo economico, incoraggiando gli attori chiave ad un esercizio di reciproco ascolto e concertazione, da cui solamente può risultare l’individuazione di percorsi comuni di conoscenza e di intervento, tesi ad incontrare e sposare le esigenze di sostenibilità economica, qualità e compatibilità ambientale. La valorizzazione delle buone pratiche osservate in ambito nazionale ed europeo è analogamente un possibile portato di questa attività concertativa.

Art. 10 Informare, educare, accompagnare nel cambiamento

È utile promuovere campagne educative congiunte tra istituzioni, imprese e società civile, che mettano insieme le competenze e sollecitino la sensibilità del pubblico ai temi del consumo sostenibile e la preferenza verso le produzioni socialmente ed ecologicamente responsabili. I consumatori oggi hanno più marcata attitudine all’informazione, alla consultazione di più fonti, all’approccio critico: devono essere tuttavia aiutati a conoscere i principi di base del consumo consapevole, imparando a costruire il proprio modello di scelta e di acquisto, sulla base di parametri oggettivi e di criteri razionali e non già delle pervasive sollecitazioni del marketing e dell’informazione distorta presente sul Web. Devono inoltre conoscere gli accorgimenti tesi a farne un uso appropriato e rispettoso dell’ambiente, sia per quanto concerne il consumo di risorse (acqua, energia) che lo smaltimento a fine vita dei prodotti. Sono molto valide le forme di peer education, che oggi si realizzano con facilità e capillarità attraverso la condivisione di esperienze e testimonianze sulle piattaforme dei Social Media.

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Sport e contraffazione: al via la Campagna “Play Fair” dell’EUIPO

13 Giugno 2024

La contraffazione è purtroppo un fenomeno che colpisce tutti i settori nessuno escluso. Fra questi rientra anche lo sport. Sono milioni i cittadini europei che guardano eventi sportivi illegalmente e comprano abbigliamento e attrezzature sportive contraffatte, ancor di più poi quando come quest’anno si disputano più eventi sportivi importanti: dal campionato UEFA EURO 2024, al Tour de France, ai Giochi olimpici e paralimpici di Parigi. Dove ci sono grandi eventi, soldi e milioni di spettatori/consumatori, purtroppo, ci sono anche grandi opportunità per i truffatori di mettere a segno le loro frodi. Ecco alcuni dati sul fenomeno e il lancio della Spring Campaign 2024 dell’EUIPO, l’Ufficio dell’Unione europea per la Proprietà intellettuale.

Un po’ di dati

• Il 12% dei cittadini dell’UE ha avuto accesso o ha guardato in streaming contenuti provenienti da fonti online illegali per guardare eventi sportivi, di cui il 27% tra i giovani di età compresa tra 15 e 24 anni

• In tutta l’UE, le attrezzature sportive contraffatte costano ai produttori 850 milioni di euro all’anno, pari all’11% delle mancate vendite

• Il 10% dei giovani europei di età compresa tra i 15 e i 24 anni ha acquistato consapevolmente attrezzature sportive false online

• Le autorità di Polizia di tutta Europa hanno individuato e sequestrato 8 milioni di articoli sportivi contraffatti per un valore al dettaglio stimato di 120 milioni di euro.

Le forme di contraffazione in ambito sportivo e i suoi danni

Per quanto riguarda gli eventi sportivi, vari sono i comportamenti illegali che i consumatori mettono in atto:

  • lo streaming illegale
  • l’acquisto di attrezzature sportive contraffatte
  • l’acquisto di abbigliamento sportivo contraffatto.

Streaming illegale

Lo streaming online illegale colpisce tutti i tipi di contenuti, compresi gli eventi sportivi, e l’EUIPO, l’Ufficio dell’Unione europea per la Proprietà intellettuale, stima che la pirateria su tutti i media generi 1 miliardo di euro di entrate illegali all’anno, sottraendoli al finanziamento dello sport.

La Bulgaria è il paese in cui lo streaming illegale è più comune nell’UE, con il 21% degli intervistati totali che ammette di aver utilizzato fonti online illegali per guardare eventi sportivi, seguita da Grecia (20%), Irlanda (19%), Spagna (19%) e Lussemburgo ( 18%).

Secondo lo studio dell’EUIPO sulla violazione del diritto d’autore online, lo streaming è il metodo più diffuso per accedere a contenuti televisivi illeciti: il 58% della pirateria nell’UE avviene tramite streaming e il 32% tramite download.

Per combattere la pirateria degli eventi online, l’EUIPO ha messo in campo “Agorateka”, uno strumento per aiutare gli spettatori ad identificare le offerte legali per contenuti online, compresi gli eventi sportivi.

Acquisto di attrezzature sportive contraffatte

Oltre alle trasmissioni sportive, secondo l’EUIPO, il settore delle attrezzature sportive dell’UE rappresenta un’altra piaga, con una perdita totale stimata nell’UE  di 851 milioni di euro di mancate vendite all’anno (pari all’11% delle vendite totali del settore), senza contare l’abbigliamento sportivo contraffatto.

Francia, Austria e Paesi Bassi registrano le perdite monetarie più elevate, pari a centinaia di milioni di euro ciascuna. In termini di impatto proporzionale, Romania, Lituania e Ungheria sono i paesi più colpiti, con attrezzature sportive contraffatte che rappresentano fino al 20% delle vendite perse totali in ciascun paese.

Acquisto di abbigliamento sportivo contraffatto

L’EUIPO ha reso noti, inoltre, anche i dati relativi all’operazione  Fake Star, un’iniziativa contro articoli contraffatti che violano marchi noti, condotta dalle autorità di Polizia di tutta Europa, con il sequestro di 8 milioni di articoli sportivi e di lusso contraffatti per un valore al dettaglio stimato in 120 milioni di euro.

I danni della contraffazione

In generale, i danni della contraffazione riguardano sia i Consumatori che le PMI (Piccole e Medie Imprese).

  • Per i consumatori: rischi per la salute e la sicurezza per l’esposizione l’esposizione a sostanze chimiche pericolose e anche perdite finanziarie
  • Per le PMI: perdita di fatturato, di reputazione, di competitività.

La Spring Campaign di EUIPO: “Play Fair”

A fronte di questi dati, quest’anno l’EUIPO ha incentrato la sua annuale campagna di sensibilizzazione contro i rischi derivanti dalla contraffazione e dalla pirateria, in particolare all’ambito sportivo, intitolandola “Play Fair”.

Con tale Campagna, l’EUIPO invita gli spettatori a non violare il diritto d’autore online attraverso lo streaming illegale e la pirateria degli eventi live e a guardare le trasmissioni ufficiali e ad acquistare prodotti autorizzati.

Adiconsum e la lotta alla contraffazione

Adiconsum supporta la Campagna “Play Fair” dell’EUIPO. Da tempo, infatti, l’Associazione è in prima linea nella lotta alla contraffazione e alla pirateria e per la tutela della proprietà intellettuale, con numerose iniziative, sia a livello nazionale ( v. Io sono originale promossa dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy), che europeo (attualmente Adiconsum è impegnata nel progetto finanziato dall’Euipo stesso “We All Say NO 2 Fakes”, proseguimento delle precedenti iniziative “Peers Say No”, “Peers2Peers Say NO” e “We All Say NO”.

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  • Mutui: di quanto si riduce la rata con l’ultimo taglio del quarto di punto

Mutui: di quanto si riduce la rata con l’ultimo taglio del quarto di punto

12 Giugno 2024

Questo nuovo, seppur minimo, taglio dei tassi di interesse da parte della BCE, rappresenta un buon punto di partenza soprattutto per coloro che hanno in essere contratti di mutuo e di credito al consumo. Ma vediamo a quanto ammonta il risparmio e chi ne beneficerà.

Ipotesi di risparmio

Con il taglio di ¼ di punto deciso dalla Banca Centrale Europea (BCE) si avrà un, seppur minimo, beneficio. Chi ad esempio ha acceso un mutuo di 120 mila euro a vent’anni vedrà ridursi la rata di circa 60 euro al mese, scendendo da 765 a 700 euro mensili.

I target dei beneficiari

Il taglio riguarderà principalmente coloro che si apprestano a chiedere una surroga, ossia una rinegoziazione del proprio mutuo e coloro che invece stanno per chiedere l’accensione di un mutuo. Nel caso della surroga, il ribasso dei tassi aumenterà la concorrenza tra i vari istituti di credito e quindi sarà possibile rinegoziare a condizioni più convenienti. Per chi invece deve chiedere un nuovo mutuo, la diminuzione dei tassi che dovrebbe proseguire anche nei prossimi mesi, fanno propendere per un mutuo a tasso variabile.

Le richieste di Adiconsum

Adiconsum ritiene che ci siano le condizioni per ulteriori ribassi significativi; in tal senso auspica che la BCE sia più coraggiosa e che proceda sulla strada dei tagli per aiutare famiglie e imprese.

L’impronta di carbonio : capire il nostro impatto sul clima

11 Giugno 2024

L’impronta di carbonio (carbon footprint) è un indicatore ambientale che quantifica la  quantità di gas serra, principalmente anidride carbonica (CO2), emessi da un individuo,  un’azienda, un evento o un prodotto, espressi generalmente in tonnellate di CO2  equivalente (CO2e). In parole semplici, rappresenta l’impatto climatico delle nostre azioni. 

Calcolare la propria impronta di carbonio è un primo passo fondamentale per  comprendere la responsabilità individuale e collettiva nel contrastare i cambiamenti  climatici. Conoscere le fonti che contribuiscono maggiormente alle nostre emissioni  permette di individuare strategie per ridurle e adottare uno stile di vita più sostenibile. 

L’impronta di carbonio: dalle origini agli impatti su aziende e stakeholder 

L’impronta di carbonio assume un ruolo centrale nel dibattito sui cambiamenti climatici, tema che ha avuto il suo punto di partenza in importanti accordi internazionali come l’Accordo di Parigi del 2015. In questo contesto, il World Economic Forum ha svolto un ruolo cruciale nel sensibilizzare le aziende e gli stakeholder sull’urgenza di agire per contrastare la crisi climatica. 

Le componenti dell’impronta di carbonio 

L’impronta di carbonio di un individuo o di un’azienda è composta da diverse fonti di  emissioni, che possiamo raggruppare in tre categorie principali: 

  1. Emissioni dirette: 

Trasporti: Sono la principale fonte di emissioni per la maggior parte delle persone, dovute  all’utilizzo di automobili, motociclette, aerei e altri mezzi di trasporto privati e pubblici. Riscaldamento e raffrescamento: Il consumo di energia per riscaldare le case e  raffrescarle in estate genera emissioni di gas serra, soprattutto se derivante da  combustibili fossili come gas naturale, carbone e petrolio. 

Alimentazione: La produzione di cibo, in particolare di carne, ha un impatto significativo  sull’ambiente, rilasciando metano e altri gas serra. 

Rifiuti: La gestione dei rifiuti, soprattutto se prevede lo smaltimento in discarica, produce  metano, un potente gas serra.

  1. Emissioni indirette: 

Acquisti di beni e servizi: L’intera filiera produttiva di beni e servizi, dall’estrazione delle  materie prime alla produzione, al trasporto e allo smaltimento, genera emissioni di gas  serra che ricadono indirettamente sul consumatore finale. 

Abitazioni: La costruzione e la manutenzione degli edifici, così come il loro consumo  energetico, contribuiscono all’impronta di carbonio indiretta degli individui. 

  1. Emissioni da filiera produttiva: 

Aziende: Le attività produttive delle aziende generano emissioni di gas serra dirette e  indirette, legate al consumo di energia, ai processi industriali, alla gestione dei rifiuti e alla  catena di approvvigionamento. 

Le aziende e l’impronta di carbonio: responsabilità, fenomeni, misure e opportunità 

Le aziende, in quanto attori chiave dell’economia globale, svolgono un ruolo determinante nella generazione di emissioni di gas serra, principalmente anidride carbonica (CO2), che contribuiscono ai cambiamenti climatici. 

Fenomeni ad alto impatto per le aziende 

Diversi fattori concorrono all’impatto climatico delle aziende, tra cui: 

Produzione: I processi produttivi, soprattutto in settori come l’industria manifatturiera, la siderurgia e la produzione di cemento, generano ingenti quantità di emissioni di CO2 a causa dell’utilizzo di combustibili fossili e di processi energeticamente intensivi. 

Trasporti e logistica: La movimentazione di merci e persone, sia all’interno che all’esterno dell’azienda, contribuisce significativamente alle emissioni di gas serra, soprattutto se si fa uso di mezzi di trasporto alimentati a combustibili fossili. 

Catena di approvvigionamento: Le emissioni indirette generate dai fornitori, dai partner logistici e da altre aziende coinvolte nella catena di approvvigionamento rappresentano una quota considerevole dell’impronta di carbonio di un’azienda. 

Consumo energetico: Il funzionamento degli edifici aziendali generano emissioni di CO2, soprattutto se l’energia utilizzata proviene da fonti fossili. 

Gestione dei rifiuti: Lo smaltimento inadeguato dei rifiuti aziendali, in particolare in discarica, può portare alla produzione di metano, un potente gas serra.

Impatti su aziende e stakeholder: 

Le conseguenze dei cambiamenti climatici si traducono in impatti significativi per le aziende e gli stakeholder: 

Rischi finanziari: Aumento dei costi energetici, interruzioni della catena di approvvigionamento, eventi climatici estremi che danneggiano le infrastrutture e la produzione, e modifiche nei modelli di consumo che influenzano la domanda di prodotti e servizi. 

Danni reputazionali: I consumatori e gli investitori sono sempre più attenti all’impegno delle aziende in materia di sostenibilità. Un’immagine negativa legata all’impatto ambientale può danneggiare la reputazione e le vendite. 

Nuove opportunità: La transizione verso un’economia a basso impatto di carbonio crea anche nuove opportunità di business per le aziende che sviluppano soluzioni innovative e sostenibili. 

Misurare e mitigare l’impatto: azioni concrete per le aziende 

Per contrastare i cambiamenti climatici, le aziende possono intraprendere diverse azioni per misurare e ridurre la propria impronta di carbonio: 

Calcolo dell’impronta di carbonio: Il primo passo è quantificare le emissioni di gas serra generate dall’azienda, sia dirette che indirette. Esistono strumenti e metodologie specifiche per il calcolo dell’impronta di carbonio, come il GHG Protocol. 

Definizione di obiettivi di riduzione: Sulla base della valutazione dell’impronta di carbonio, l’azienda può definire obiettivi concreti di riduzione delle emissioni, fissando scadenze e strategie per raggiungerli. 

Investimenti in efficienza energetica: Migliorare l’efficienza energetica degli edifici, degli impianti e dei processi produttivi permette di ridurre i consumi energetici e, di conseguenza, le emissioni di CO2. 

Adozione di fonti energetiche rinnovabili: Investire in fonti energetiche rinnovabili come l’energia solare, eolica o idroelettrica permette di ridurre la dipendenza dai combustibili fossili e generare energia pulita.

Gestione sostenibile della catena di approvvigionamento: Collaborare con fornitori che adottano pratiche sostenibili e che riducono il loro impatto ambientale può contribuire a diminuire l’impronta di carbonio indiretta dell’azienda. 

Riduzione degli sprechi: Adottare pratiche di riduzione degli sprechi in tutte le fasi del processo produttivo, dalla produzione al consumo, permette di ottimizzare le risorse e diminuire l’impatto ambientale. 

Comunicazione e coinvolgimento: Informare i dipendenti, i clienti e gli altri stakeholder sulle azioni intraprese per la riduzione dell’impronta di carbonio aumenta la trasparenza e favorisce il coinvolgimento di tutti gli attori. 

Opportunità per migliorare l’impatto climatico 

Oltre a ridurre il proprio impatto climatico, le aziende possono cogliere diverse opportunità per migliorare la loro performance in termini di sostenibilità: 

Accesso a nuovi mercati: I consumatori e gli investitori sono sempre più attenti all’impegno delle aziende in materia di sostenibilità. Un’immagine positiva legata alla tutela dell’ambiente può aprire nuove opportunità di mercato e attrarre nuovi clienti e investitori. 

Riduzione dei costi: Investire in efficienza energetica, adozione di fonti rinnovabili e riduzione degli sprechi può portare a significativi risparmi sui costi operativi nel lungo periodo. 

Miglioramento del brand: Un impegno concreto per la sostenibilità e la lotta ai cambiamenti climatici migliora la reputazione del brand e rafforza la fiducia dei consumatori e degli stakeholder. 

Innovazione e competitività: La transizione verso un’economia a basso impatto di carbonio stimola l’innovazione e lo sviluppo di nuove risorse. 

Normative di riferimento nell’Unione Europea: 

L’Unione Europea ha introdotto diverse normative per promuovere la riduzione delle emissioni di gas serra e la transizione verso un’economia più sostenibile, tra cui: Green Deal Europeo: Un piano ambizioso per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, con l’obiettivo di ridurre le emissioni di gas serra di almeno il 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990.

Tassonomia UE: Un sistema di classificazione per le attività economiche sostenibili, che aiuta gli investitori a identificare investimenti che contribuiscono agli obiettivi climatici. 

Direttiva sulla rendicontazione della sostenibilità delle imprese (CSRD): Obbliga le grandi aziende a presentare report dettagliati sul loro impatto ambientale, sociale e di governance. 

Impatto delle aziende sul clima e reporting di sostenibilità: 

Le aziende hanno un ruolo fondamentale nella lotta ai cambiamenti climatici. La CSR Directive (Corporate Sustainability Reporting Directive) impone alle grandi aziende di presentare un report di sostenibilità che includa, tra gli altri, la loro impronta di carbonio. Questo report permette di: 

Misurare l’impatto climatico: La quantificazione dell’impronta di carbonio è il primo passo per individuare le aree di miglioramento e definire strategie di riduzione delle emissioni. 

Comunicare la trasparenza: La pubblicazione del report di sostenibilità dimostra l’impegno dell’azienda verso la sostenibilità e la trasparenza nei confronti di stakeholder e investitori. 

Accedere a finanziamenti agevolati: Alcune istituzioni finanziarie offrono condizioni di credito più favorevoli alle aziende che dimostrano un impegno concreto nella sostenibilità. 

L’impatto lungo la catena di fornitura: 

L’impronta di carbonio di un’azienda non si limita alle sue emissioni dirette, ma comprende anche le emissioni indirette generate lungo la sua catena di approvvigionamento, ovvero dai suoi fornitori, dai trasporti e dalle altre attività coinvolte nella produzione dei suoi prodotti o servizi. Per una valutazione completa dell’impatto climatico, è quindi importante considerare anche le emissioni indirette. 

In conclusione, l’impronta di carbonio è un tema di fondamentale importanza per le aziende, che devono assumersi la responsabilità del proprio impatto sul clima e adottare strategie concrete per ridurlo. La normativa europea e strumenti come il reporting di sostenibilità forniscono un quadro di riferimento per le aziende per misurare, comunicare e ridurre le loro emissioni di gas serra, contribuendo così alla lotta ai cambiamenti climatici e creando valore per tutti gli stakeholder.

Lo scenario che va delineandosi è sicuramente sfidante e complesso. Non solo per le  aziende di grandi dimensioni che da tempo misurano e rendicontano la loro impronta di  carbonio, ma anche per le piccole medie aziende che, con l’obiettivo di diventare partner  di filiera adeguati, devono procedere nella stessa direzione.  

Adiconsum si propone di affiancare le aziende in questo percorso che vede, da un lato, il  raggiungimento di un livello superiore e di maggior trasparenza da parte delle aziende,  dall’altro, benefici per il consumatore che con un livello di consapevolezza superiore  sceglierà responsabilmente aziende e prodotti.

La Sostenibilità nel Settore dell’Olio: una sfida importante

11 Giugno 2024

In questa sezione dedicata alla sostenibilità, con frequenza regolare, tratteremo il tema della sostenibilità  associato a prodotti che ogni consumatore mette nel carrello della spesa. L’obiettivo di questa scelta  editoriale è duplice. Da un lato vogliamo monitorare con costanza i progressi delle industry di riferimento,  nell’ambito della sostenibilità, dall’altro continuare ad educare il consumatore su questa nuova dimensione  che nel tempo porterà una evoluzione in ogni settore. Quindi sarà importante che il consumatore disponga  di tutte le informazioni per capire se un prodotto, è effettivamente sostenibile.  

Il settore dell’olio, in particolare l’olio d’oliva, rappresenta un elemento fondamentale dell’agricoltura e  della cultura alimentare in molte regioni del mondo, specialmente nel bacino del Mediterraneo. Tuttavia,  come molte altre industrie agricole, è sottoposto a pressioni ambientali e sociali che richiedono l’adozione  di pratiche sostenibili per garantire la longevità e la qualità del prodotto, oltre a proteggere i diritti dei  consumatori. Questo articolo esplora in profondità i diversi aspetti della sostenibilità nel settore dell’olio,  mettendo in luce le migliori pratiche e le sfide da affrontare. 

L’Importanza della Sostenibilità nel Settore dell’Olio 

La sostenibilità nel settore dell’olio riguarda la gestione efficiente delle risorse naturali, la riduzione  dell’impatto ambientale, il rispetto dei diritti dei lavoratori e la trasparenza verso i consumatori. Gli obiettivi  principali includono: 

  1. Conservazione dell’Ambiente: Minimizzare l’uso di pesticidi e fertilizzanti chimici, preservare la  biodiversità e gestire in modo sostenibile l’uso del suolo e delle risorse idriche. 
  2. Equità Sociale: Assicurare condizioni di lavoro dignitose, proteggere i diritti dei lavoratori e delle  comunità locali, e promuovere la giustizia sociale. 
  3. Economia Circolare: Ridurre gli sprechi e promuovere il riutilizzo e il riciclaggio dei materiali lungo  tutta la filiera produttiva. 
  4. Protezione dei Consumatori: Garantire la qualità e la sicurezza del prodotto, fornire informazioni  trasparenti e tracciare l’origine del prodotto. 

Pratiche Agronomiche Sostenibili 

Una delle chiavi per la sostenibilità nel settore dell’olio è l’adozione di pratiche agronomiche sostenibili.  Queste includono: 

  1. Agricoltura Biologica: L’uso di tecniche di coltivazione biologica riduce l’impiego di sostanze  chimiche nocive e favorisce la biodiversità. L’agricoltura biologica migliora la salute del suolo e la  resilienza delle colture contro le malattie e i parassiti. 
  2. Tecniche di Coltivazione Conservativa: Pratiche come la rotazione delle colture, il sovescio e l’uso  di coperture vegetali aiutano a mantenere la fertilità del suolo e a prevenire l’erosione. 
  3. Gestione Integrata dei Parassiti (IPM): Questo approccio combina diverse strategie per il controllo  dei parassiti, riducendo la dipendenza dai pesticidi chimici. Include l’uso di insetti benefici, trappole,  e pratiche colturali che rendono l’ambiente meno favorevole ai parassiti.

Gestione Sostenibile delle Risorse Idriche 

L’irrigazione è cruciale per la produzione di olio d’oliva, ma l’uso inefficiente dell’acqua può portare a  sprechi e stress idrico. Le tecniche di irrigazione sostenibile includono: 

  1. Irrigazione a Goccia: Questo metodo fornisce acqua direttamente alle radici delle piante, riducendo  al minimo le perdite per evaporazione e migliorando l’efficienza dell’uso dell’acqua. 
  2. Raccolta delle Acque Piovane: La raccolta e lo stoccaggio delle acque piovane possono essere  utilizzati per irrigare gli oliveti, riducendo la dipendenza dalle risorse idriche sotterranee. 
  3. Tecnologie di Monitoraggio: L’uso di sensori e sistemi di gestione intelligente dell’acqua aiuta a  monitorare e ottimizzare l’uso delle risorse idriche in tempo reale. 

Impatti Ambientali e Soluzioni 

La produzione di olio d’oliva può avere impatti significativi sull’ambiente, inclusa la deforestazione, la  perdita di biodiversità e l’emissione di gas serra. Per mitigare questi impatti, è essenziale adottare pratiche  sostenibili, come: 

  1. Riduzione delle Emissioni di Carbonio: Utilizzare energie rinnovabili e migliorare l’efficienza  energetica nelle fasi di produzione e trasformazione dell’olio può ridurre l’impronta di carbonio del  settore. 
  2. Protezione della Biodiversità: Conservare e restaurare gli habitat naturali attorno agli oliveti  favorisce la biodiversità e gli ecosistemi locali. 
  3. Gestione dei Rifiuti: Implementare sistemi per il riciclaggio dei sottoprodotti della lavorazione  dell’olio, come le sanse, per produrre biogas o fertilizzanti organici. 

Equità e Giustizia Sociale 

La sostenibilità sociale è altrettanto importante. Le buone pratiche nel settore dell’olio devono includere: 

  1. Diritti dei Lavoratori: Garantire salari equi, condizioni di lavoro sicure e rispettose, e protezione  contro lo sfruttamento. 
  2. Coinvolgimento delle Comunità Locali: Collaborare con le comunità locali per promuovere lo  sviluppo economico e sociale, e per preservare le tradizioni culturali legate alla produzione di olio  d’oliva. 
  3. Certificazioni Etiche: L’adozione di certificazioni come Fair Trade può assicurare che i prodotti siano  ottenuti in condizioni di lavoro giuste e che i produttori ricevano un giusto compenso. 

Trasparenza e Protezione dei Consumatori 

I consumatori sono sempre più consapevoli e interessati alla sostenibilità dei prodotti che acquistano. La  trasparenza è cruciale per guadagnare e mantenere la fiducia dei consumatori. Le pratiche che aiutano in  questo includono: 

  1. Tracciabilità del Prodotto: Fornire informazioni dettagliate sull’origine del prodotto, i metodi di  produzione e le pratiche sostenibili utilizzate. L’uso di tecnologie come blockchain può migliorare la  tracciabilità e la trasparenza. 
  2. Etichettatura Chiara: Le etichette dovrebbero indicare chiaramente se il prodotto è biologico, se  possiede certificazioni di sostenibilità, e altre informazioni rilevanti per il consumatore.
  3. Educazione del Consumatore: Informare i consumatori sui benefici ambientali e sociali dei prodotti  sostenibili può influenzare positivamente le loro scelte di acquisto. 

La sostenibilità nel settore dell’olio è un obiettivo complesso ma cruciale, che richiede l’impegno concertato  di produttori, distributori, governi e consumatori. Attraverso l’adozione di pratiche agronomiche sostenibili,  una gestione oculata delle risorse naturali, l’impegno per l’equità sociale e la trasparenza verso i  consumatori, l’industria dell’olio può diventare un modello di sostenibilità. 

I produttori di olio che abbracciano la sostenibilità non solo contribuiscono alla conservazione  dell’ambiente e al miglioramento delle condizioni sociali, ma rispondono anche a una crescente domanda di  mercato per prodotti etici e sostenibili. I consumatori, a loro volta, possono svolgere un ruolo chiave  sostenendo con le loro scelte i produttori che adottano buone pratiche. In questo modo, insieme, possiamo  costruire un futuro più sostenibile per l’industria dell’olio e per il nostro pianeta.

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  • È uscito il Quaderno del Consumatore sui RAEE del progetto “Green Circle”

È uscito il Quaderno del Consumatore sui RAEE del progetto “Green Circle”

11 Giugno 2024

Quarta uscita della Collana “I Quaderni del Consumatore” nell’ambito del progetto europeo “Green Circle”, promosso dalla European Climate Foundation. Dopo i Quaderni sulla mobilità sostenibile, lo spreco alimentare e su come ristrutturare la propria casa, stavolta il tema scelto è quello dei RAEE, i rifiuti che provengono dalla fine vita degli apparecchi elettrici ed elettronici che utilizziamo quotidianamente nella nostra vita. Quante volte ci siamo chiesti, dove buttarli nel momento in cui smettono di funzionare? Per saperlo, basta leggere il Quaderno del Consumatore sui RAEE.

Il Quaderno del Consumatore “RAEE: istruzioni per smaltire i rifiuti elettrici ed elettronici”

Il Quaderno vuole essere un manuale d’uso per i consumatori riguardo allo smaltimento degli apparecchi elettrici ed elettronici che non sono più funzionanti e che da quel momento quindi diventano rifiuti. Poiché però i loro componenti non sono fatti di materiale comune, ma molto spesso da una combinazione di più materiali, il loro smaltimento assume un’importanza non indifferente rispetto sia alla tutela dell’ambiente, ma anche alla tutela di tutti gli organismi viventi. Ecco perché il loro conferimento deve essere fatto con attenzione e scrupolosamente.

 

LEGGI IL QUADERNO DEL CONSUMATORE – RAEE

 

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Cosa pensano i consumatori italiani della sostenibilità e quali sono gli ostacoli che incontrano?

Clicca qui per scoprire i risultati, analisi e commenti dell’indagine di Adiconsum

 

Giugno: tutte le date da ricordare

7 Giugno 2024

Il mese di giugno è come sempre un mese ricco di scadenze da ricordare e anche questo giugno 2024 non fa eccezione. Quest’anno oltre al pagamento dell’acconto IMU per la casa che è il protagonista del mese di giugno, la fanno da padrone alcune importanti novità nel campo dell’energia con la fine del mercato tutelato dell’energia elettrica e la possibilità nello stesso tempo di poter fare richiesta di rientro ancora nel mercato tutelato entro il 30 giugno per vedersi passare in questo modo dal 1° luglio 2024 al Servizio Tutele Graduali (STG). Vediamo le date da tenere assolutamente presenti.

1 giugno 2024

  • Pagamento delle pensioni presso gli uffici postali secondo il calendario predisposto (cognomi dalla A alla B)

3 giugno 2024

  • Pagamento pensioni su conti correnti bancari e postali. Prosecuzione dei pagamenti presso gli uffici postali secondo il calendario previsto

17 giugno 2024

  • Pagamento acconto IMU 2024

30 giugno 2024

  • Fine del mercato tutelato dell’elettricità
  • Ultimo giorno per presentare la richiesta di rientro nel mercato tutelato dell’energia elettrica
  • Ultimo giorno per presentare la domanda di esenzione dal pagamento del canone tv per il secondo semestre 2024
  • Ultimo giorno per il pagamento della II rata del ravvedimento speciale per la sanatoria delle violazioni della Dichiarazione dei redditi dell’anno d’imposta 2022.
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  • Incentivi auto: già esauriti i fondi per l’acquisto di auto elettriche. Le richieste di Adiconsum al Governo

Incentivi auto: già esauriti i fondi per l’acquisto di auto elettriche. Le richieste di Adiconsum al Governo

5 Giugno 2024

Per la prima volta dall’istituzione dell’ecobonus auto risalente al 2019,  i fondi messi a disposizione per l’acquisto delle auto ad emissioni di CO2 da 0 g a 20 g, destinati alle  auto elettriche al 100%, si sono tutti esauriti in poche ore, un segnale forte da parte degli automobilisti italiani che scelgono l’elettrico, quando il prezzo è più basso delle auto termiche.

La situazione

A sorpresa, contrariamente a quanto accaduto nei precedenti anni, l’elettrico ha battuto il termico. È il segnale di un cambio di paradigma dell’automobilista italiano che sta manifestando, a dispetto delle tante fake news circolanti, un forte interesse verso acquisti sostenibili e anche per le full elettriche, maturando sempre più la consapevolezza che le auto a bassissime emissioni  nel campo della mobilità sostenibile possono svolgere un ruolo chiave nella lotta all’inquinamento e per un mondo più sostenibile.

Le richieste di Adiconsum al Governo

A fronte dell’esaurimento dei fondi, molti consumatori non potranno usufruire degli sconti, Adiconsum chiede non solo di dirottare i fondi rimasti dedicati ai veicoli plug-in/ibridi/inquinanti alle auto con emissioni da 0 a 20 g/km, ma di renderli non discriminanti, strutturali e permanenti. È indubbio che a fronte dello stesso prezzo gli italiani preferiscano acquistare un’auto elettrica piuttosto che un’auto termica. In un nostro articolo, tra l’altro, abbiamo messo in evidenza come, grazie agli incentivi, i costi delle auto elettriche si avvicinano a quelli delle auto termiche

L’impegno di Adiconsum sulla mobilità sostenibile

Da 10 anni, Adiconsum, unica Associazione Consumatori, è dotata di un dipartimento dedicato alla mobilità sostenibile e partecipa alle varie realtà che nel corso degli anni si sono accreditate su questo tema (Motus-e, e_mob, ecc.), nonché a vari gruppi di lavoro e a numerosi progetti sia in ambito nazionale che europeo. Da ultimo, in ordine cronologico, la realizzazione, nell’ambito del progetto europeo “Green Circle”, per la Collana “I Quaderni del Consumatore”,  di una pubblicazione GRATUITA tutta dedicata alla “Mobilità sostenibile”, che è disponibile sul sito dell’Associazione.

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  • Treni: il futuro del biglietto digitale regionale nell’incontro fra Trenitalia e le Associazioni Consumatori del CNCU

Treni: il futuro del biglietto digitale regionale nell’incontro fra Trenitalia e le Associazioni Consumatori del CNCU

3 Giugno 2024

Chi viaggia per lavoro o per piacere sui treni regionali ha già sentito parlare o ha già avuto modo di utilizzare il biglietto digitale regionale per i propri spostamenti. Ebbene, proprio il biglietto digitale regionale, e soprattutto il suo futuro, è stato al centro dell’incontro che si è tenuto fra Trenitalia e le Associazioni Consumatori del CNCU (Consiglio Nazionale Consumatori e Utenti) nei giorni scorsi. Vediamo di capire come funziona il biglietto digitale regionale, quali sono le attuali criticità e quali sono le implementazioni presentate dall’Azienda del gruppo Ferrovie dello Stato alle Associazioni.

Il Biglietto Digitale Regionale

Può essere acquistato sul sito di Trenitalia, tramite l’omonima app, presso le agenzie di viaggio o il sito di Trenitalia Tper.

La novità è che una volta arrivato l’sms o la mail sul proprio smartphone è possibile fare il check-in direttamente dal cellulare. Tale check-in va effettuato 5 minuti prima della partenza PROGRAMMATA del treno, pena, a seguito del controllo svolto dal capotreno, del pagamento di una sanzione, che attualmente è di 5 euro.

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Attuali criticità

L’informativa relativa a quando fare il check-in, ossia 5 minuti prima dell’orario di partenza programmato del treno (e quindi non quella effettiva, se il treno cioè arriva in ritardo) rientra tra gli annunci che vengono dati a bordo, ma, ad avviso di Adiconsum, sarebbe il caso di darne comunicazione ai viaggiatori anche mentre sono sulle banchine in attesa dell’arrivo del treno, inserendola tra gli annunci sugli arrivi, le partenze, i ritardi e le cancellazioni.

Un’altra criticità riguarda l’impossibilità, al momento, di aggiungerlo al wallet al pari di altri biglietti di viaggio. Il wallet è un servizio di raccolta di vari titoli, una sorta di “contenitore”, che diminuisce il rischio di perderlo e permette il reperimento dei biglietti  con più facilità e in minor tempo rispetto alle numerose mail ed sms che di solito si hanno nel proprio cellulare.

Le novità illustrate da Trenitalia

Nell’incontro con le Associazioni Consumatori riconosciute dalla legge, Trenitalia ha reso noto che l’introduzione del biglietto digitale regionale permetterà ai viaggiatori di usufruire, in un futuro prossimo molto breve, di informazioni dedicate  in corso di viaggio, assistenza personalizzata e più in là anche dell’indennità per ritardo. Entro ottobre, invece, dovrebbe attivarsi il check-in del biglietto in automatico alla partenza del treno.

Il commento di Adiconsum

A fronte delle criticità su descritte, Adiconsum ha comunque accolto positivamente le novità che intende porre in atto l’Azienda. Non possiamo, infatti, sottrarci all’evoluzione tecnologica; il punto è però rendere il più semplici e accessibili possibile le nuove tecnologie affinché tutti possano usufruirne e per questo è fondamentale il dialogo tra le Associazioni Consumatori del CNCU e le Aziende. Purtroppo, il nostro è un Paese con un’alta percentuale di analfabeti digitali. Adiconsum si è spesa e si spende molto sul tema dell’alfabetizzazione digitale, grazie anche a numerosi progetti rivolti soprattutto alle fasce più deboli socialmente e culturalmente della popolazione (v. progetto DICO Sì), perché la digitalizzazione sia più inclusiva possibile, in un’ottica anche di sviluppo verso un mondo più sostenibile. La digitalizzazione, infatti, costituisce la trama trasversale di alcuni dei 17 goals dell’Agenda 2030 dell’Onu, come i goals 3, 4, 8 e 11.

Naturalmente, monitoreremo l’evoluzione del biglietto digitale regionale sempre in un’ottica di tutela dei consumatori.

 

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È uscito il Quaderno “Ridurre lo spreco mangiando meglio” del progetto “Green Circle”

3 Giugno 2024

Ridurre lo spreco alimentare mangiando meglio è possibile, anzi è doveroso, tanto più in termini di sostenibilità. La riduzione dello spreco alimentare è infatti uno dei goal dell’Agenda 2030 dell’ONU per lo sviluppo di un mondo più sostenibile. Ridurre lo spreco non significa mangiare di meno, ma mangiare in modo corretto e nelle giuste proporzioni, in modo da ridurre i rifiuti e quindi l’impatto sull’ambiente.  Ecco perché nell’ambito del progetto “Green Circle” abbiamo dedicato una pubblicazione della collana “I quaderni del consumatore” proprio a come ridurre lo spreco alimentare, con un occhio anche a come le nuove tecnologie possono aiutarci a raggiungere tale obiettivo.

Il Quaderno dal titolo “Ridurre lo spreco mangiando meglio

Il Quaderno si compone di 6 capitoli. Dopo un’introduzione con i dati sull’entità del fenomeno dello spreco alimentare, propone un percorso con una serie di tappe da seguire dall’acquisto fino a casa: dalla scelta del prodotto alla dispensa, dal modo di cucinare all’ausilio fornito dalle nuove tecnologie nel ridurre lo spreco.

LEGGI IL QUADERNO DEL CONSUMATORE – RIDURRE LO SPRECO MANGIANDO MEGLIO

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Cosa pensano i consumatori italiani della sostenibilità e quali sono gli ostacoli che incontrano?

Clicca qui per scoprire i risultati, analisi e commenti dell’indagine di Adiconsum

 

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