Manifesto “Uniti per l’idroelettrico italiano”

27 Dicembre 2024

La produzione di energia idroelettrica, vera e propria eccellenza italiana, è una delle più importanti fonti di energia rinnovabile e programmabile, in grado di contribuire all’indipendenza e alla sicurezza energetica italiana, al contenimento dei costi dell’energia elettrica per cittadini e imprese, alla tutela del territorio, al lavoro nonché al benessere e allo sviluppo delle nostre Comunità.

Nel 2023, i 4.800 impianti italiani hanno infatti prodotto energia elettrica verde pari al fabbisogno di oltre 15 milioni di famiglie, generando valore per circa 2 miliardi di euro/anno e impiegando circa 12.000 lavoratori altamente specializzati, in forma diretta e nell’indotto.

Gli impianti idroelettrici sono dunque una risorsa essenziale per decarbonizzare il Paese ed esercitano inoltre, attraverso una loro corretta gestione, una funzione fondamentale nell’ambito delle azioni di adattamento ai cambiamenti climatici e mitigazione dei loro effetti, preservando la risorsa idrica e consentendone una regimazione attenta ai diversi usi complementarmente alla tutela della biodiversità.

In un contesto in cui non sussiste, nemmeno a livello europeo, chiarezza sui principi normativi da seguire nell’assegnazione delle concessioni e la stessa Corte costituzionale ha chiesto in merito l’intervento della Corte di Giustizia europea, l’Italia ha avviato procedure concorrenziali che hanno stimolato, e stimoleranno, l’interesse e la partecipazione di operatori europei e non europei, con grandi incertezze sulle prospettive del settore e sugli investimenti negli impianti e, da ultimo, rallentando il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione e di sviluppo sostenibile del sistema elettrico nazionale.

Gli operatori nazionali rischiano di perdere i propri asset senza avere la possibilità di investire in altri Paesi che non consentono alle aziende italiane di competere per le loro concessioni. Non sussiste inoltre alcuna garanzia che i livelli occupazionali attuali, diretti e indiretti, vengano mantenuti, con il concreto rischio di perdita di posti di lavoro, competenze e professionalità.

 

C i ò  p r e m e s s o

rivolgiamo un appello al Governo italiano per salvaguardare la risorsa, gli interessi pubblici e i relativi comparti industriali per:

– tutelare il comparto adottando con effetto immediato gli opportuni provvedimenti normativi;

– mettere il settore in condizione di sviluppare un potenziale di investimenti per circa 15 miliardi di euro che, anche attraverso il confronto e la collaborazione con le comunità locali, assicuri all’Italia un settore energetico fondamentale, sempre più efficiente, tecnologicamente avanzato e fortemente sinergico con il territorio;

– prevedere meccanismi di assegnazione delle concessioni che non consentano la partecipazione degli operatori di Paesi che non presentano reali condizioni di apertura e di accesso al mercato paragonabili a quelle italiane, salvaguardando la produzione di energia elettrica rinnovabile nazionale e il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione e di sviluppo sostenibile del Paese;

– permettere alle imprese di disporre di energia rinnovabile per accompagnare la decarbonizzazione dei processi industriali a prezzi competitivi.

 

ADICONSUM ADOC AIEE AMICI DELLA TERRA ANCI ANIE ASS.IMPREND.IDROELETTRICI FVG CITTADINANZATTIVA CODACONS CONFAGRICOLTURA COORDINAMENTO FREE ELETTRICITÁ FUTURA FAREAMBIENTE FEDERBIM FEDERCONSUMATORI FEDERIDROELETTRICA FEDERMANAGER FILTCEM-CGIL FLAEI-CISL FONDAZIONE SVILUPPO SOSTENIBILE FONDAZIONE SYMBOLA KYOTO CLUB LEGA CONSUMATORI MAREVIVO MOVIMENTO CONSUMATORI MOVIMENTO DIFESA DEL CITTADINO UILTEC-UIL UTILITALIA

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Energia di Novembre 2024: consumi stazionari e le fonti rinnovabili hanno coperto il 33,9% della domanda elettrica

20 Dicembre 2024

Secondo i dati di Terna, la società che gestisce la rete di trasmissione nazionale guidata da Giuseppina Di Foggia, nel mese di novembre il fabbisogno di energia elettrica in Italia è stato pari a 25,1 miliardi di kWh, valore stazionario rispetto a novembre 2023 (+0,2%).

 

Le energie rinnovabili sono fonti di energia che si rigenerano naturalmente nel tempo e non si esauriscono. Sono una delle parti  più importanti della transizione verso un sistema energetico che abbandoni i combustibili fossili, contrastando così il riscaldamento globale.

Quali sono le principali fonti rinnovabili

  • Idroelettrico
  • Eolico
  • Fotovoltaico
  • Geotermico
  • Biomasse.

I dati di Novembre 2024

Lo scorso mese la domanda di energia elettrica italiana è stata soddisfatta per l’84,9% dalla produzione nazionale e per la quota restante (15,1%) dal saldo dell’energia scambiata con l’estero. Il valore del saldo estero mensile risulta pari a 3,8 TWh, il 16,6% in meno rispetto a novembre 2023. A livello progressivo, da gennaio a novembre 2024, l’import netto è stazionario (-0,2%) rispetto ai primi undici mesi del 2023.

In dettaglio, la produzione nazionale netta è risultata pari a 21,5 miliardi di kWh. Le fonti rinnovabili hanno coperto il 33,9% della domanda elettrica (era 40,8% a novembre 2023). Inoltre, da gennaio a novembre di quest’anno le fonti rinnovabili hanno coperto il 42% del fabbisogno, rispetto al 37,3% dei primi undici mesi del 2023.

In aumento la produzione della fonte termica (+23,2%) e fotovoltaica (+30,6%); continua tuttavia ad essere in riduzione la quota di produzione a carbone, -55,8% rispetto allo stesso mese del 2023. In diminuzione la fonte idrica (-25,9%), eolica (-40,8%) e geotermica (-2,9%). L’incremento della produzione del fotovoltaico è dovuto al contributo positivo sia dell’aumento di capacità in esercizio (+353 GWh) che del maggiore irraggiamento (+117 GWh).

Nel 2024 la capacità rinnovabile in esercizio è aumentata di 6.714 MW (di cui 6.108 MW di fotovoltaico). Tale valore è superiore di 1.658 MW (+33%) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Al 30 novembre in Italia si registrano 75,8 GW di potenza installata da fonti rinnovabili, di cui, nel dettaglio, 36,4 GW di solare e 12,9 GW di eolico. Tra gennaio 2021 e novembre 2024 sono stati istallati complessivamente 16.934 MW di capacità rinnovabile, superando così di 826 MW il traguardo di fine anno delineato dal Burden Sharing.

Dati da Gennaio a Novembre 2024

Da gennaio a novembre 2024, la potenza nominale degli accumuli in esercizio è aumentata di 1.882 MW. Al 30 novembre 2024 si registrano in Italia circa 720.000 installazioni che corrispondono a circa 12.186 MWh di capacità e 5.331 MW di potenza nominale, di cui 927 MW utility scale contrattualizzati tramite il capacity market. Nel dettaglio, da inizio anno la potenza nominale dei sistemi di accumulo in alta e altissima tensione è aumentata di 679 MW.

La produzione da rinnovabili in 11 mesi continua a dare ottime notizie. La copertura della domanda negli 11 mesi mesi con le rinnovabili elettriche è: 42% del fabbisogno, rispetto al 37,3% dei primi undici mesi del 2023.

Così suddivisa per il 2024:

  1. Gennaio 33,7%
  2. Febbraio 32,7%
  3. Marzo 41,8%
  4. Aprile 51,2%
  5. Maggio 52,5%.
  6. Giugno 52,5%
  7. Luglio 44,2%
  8. Agosto 40,5%
  9. Settembre 40,1%
  10. Ottobre 41,2%
  11. Novembre 33,9

Come Adiconsum riteniamo importante far comprendere a tutti i consumatori, in modo semplice, come il nostro Paese genera l’energia, sfatando anche i falsi miti che girano spesso online. Ogni mese pubblicheremo notizie aggiornate sulla produzione mensile e sull’andamento annuale. Ogni mese la nostra energia è sempre più verde, sempre più pulita!

Fonti dati: Terna.it

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  • Telemarketing: combattere le chiamate da call center illegali si può. Ecco le proposte che Adiconsum ha presentato alla Camera e all’Agcom

Telemarketing: combattere le chiamate da call center illegali si può. Ecco le proposte che Adiconsum ha presentato alla Camera e all’Agcom

18 Dicembre 2024

Dopo anni di telemarketing selvaggio a danno dei consumatori, con telefonate ingannevoli provenienti da call center illegali, è necessaria una soluzione definitiva. Il Parlamento sta nuovamente esaminando, attraverso audizioni informali indette dai Presidenti delle Commissioni IX e X della Camera dei Deputati, delle proposte di legge in materia di organizzazione e funzionamento dei call center e di protezione dei consumatori e anche l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni. Adiconsum ha partecipato ad entrambe le audizioni e ha espresso la propria posizione. Vediamo nel dettaglio.

Le proposte di legge

Le proposte all’esame del Parlamento, purtroppo, ripropongono vecchie soluzioni, prevedono nuovi codici di autoregolamentazione, una riformulazione del Registro delle opposizioni, l’utilizzo di tecnologie per filtrare il maggior numero di telefonate e impedire le chiamate dei call center che utilizzano numeri finti. Tutti metodi lodevoli che, però, non funzionano con i call center ILLEGALI, che continueranno a tartassare i consumatori.

Le proposte di Adiconsum

Il telemarketing è una problematica particolarmente sentita dai cittadini-consumatori, che non solo ricevono telefonate a tutte le ore, ma si ritrovano con l’attivazione di nuovi contratti non richiesti di  energia, telefonia, ecc..

Ad avviso di Adiconsum occorre valorizzare i call center LEGALI, che rispettano i codici a tutela dei consumatori.

Deve essere il consumatore a richiedere il contratto e non viceversa. In tal modo si salvaguarderebbe anche il diritto di libera scelta del consumatore.

L’attività dei call center verso il consumatore dovrà essere esclusivamente di tipo informativo e divulgativo. Fornendo informazioni corrette, il call center svolgerebbe un ruolo importante anche per lo sviluppo di una corretta concorrenza sul mercato.

La proposta di Adiconsum è quindi quella di vietare ai call center di concludere contratti telefonici, tranne quando la chiamata è avviata o richiesta dal consumatore stesso.

Altra proposta e richiesta di Adiconsum è quella di introdurre una certificazione che preveda dei requisiti, individuati anche dal contributo delle Associazioni Consumatori riconosciute dalla legge, per potersi accreditare come call center legali, al quale il consumatore può rivolgersi in sicurezza.

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  • Truffe bancarie con l’Intelligenza artificiale: segui l’evento in streaming sui canali Adiconsum e scopri come difenderti!

Truffe bancarie con l’Intelligenza artificiale: segui l’evento in streaming sui canali Adiconsum e scopri come difenderti!

17 Dicembre 2024

A causa di un malfunzionamento di Streamyard, un software che gestisce le dirette streaming, il previsto webinar “Le truffe bancarie attraverso l’intelligenza artificiale”, dello scorso 10 dicembre, è stato rinviato a mercoledì 18 dicembre dalle ore 10.30.

Essere vittima di una truffa è un’evenienza che può capitare a chiunque, ma ora, con l’intelligenza artificiale, tale evenienza è più concreta. Il novero delle truffe bancarie, infatti, si è ulteriormente allungato e ha fatto la sua comparsa un nuovo tipo di truffa, denominata “spear phishing”, una forma di phishing altamente mirata che, sfruttando gli algoritmi di apprendimento automatico, permette agli aggressori di analizzare grandi quantità di dati per creare messaggi personalizzati e convincenti che aggirano le misure di sicurezza tradizionali.

Ma come difendersi? Scopritelo seguendo l’incontro con la cittadinanza promosso da Adiconsum nazionale e FEduF (Fondazione per l’Educazione Finanziaria e al Risparmio) e realizzato in collaborazione con Adiconsum Piemonte e Anteas Piemonte, trasmesso in diretta streaming sui canali Facebook e YouTube di Adiconsum.

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  • Diversity & Inclusion: L’Importanza della Neurodiversità nelle Aziende di Oggi

Diversity & Inclusion: L’Importanza della Neurodiversità nelle Aziende di Oggi

16 Dicembre 2024

Negli ultimi anni, il tema della Diversity & Inclusion (D&I) ha guadagnato una crescente attenzione nel panorama aziendale, spingendo molte imprese, sia grandi che piccole, a ridefinire le proprie politiche per abbracciare tutte le forme di diversità.

Tra queste, la neurodiversità è emersa come una dimensione cruciale, a spesso trascurata. Includere persone con disturbi dello spettro autistico, ADHD, dislessia e altre condizioni neurodivergenti non è solo una questione di giustizia sociale, ma rappresenta un vero e proprio vantaggio competitivo per le aziende.

Cos’è la Neurodiversità?

La neurodiversità è un concetto che riconosce e valorizza le differenze neurologiche come parte della diversità umana. Condizioni come l’autismo, il disturbo da deficit di attenzione/iperattività (ADHD), la dislessia e il disturbo ossessivo-compulsivo (OCD) non vengono viste come disabilità, ma come variazioni naturali del cervello umano, con punti di forza e sfide specifiche.

Per esempio:

  • Le persone con autismo spesso eccellono in attività che richiedono attenzione ai dettagli, memoria eccellente e abilità logiche.
  • Chi vive con l’ADHD può portare creatività, energia e capacità di pensare fuori dagli schemi
  • I dislessici spesso hanno una visione spaziale sviluppata e una capacità di problem solving superiore alla media.

Perché le Aziende Dovrebbero Investire nella Neurodiversità

1.  Diversità di Pensiero

Le persone neurodivergenti portano prospettive uniche e approcci innovativi alla risoluzione dei problemi. Questa diversità di pensiero aiuta le aziende a sviluppare soluzioni più creative e inclusive, migliorando i risultati finali.

2.  Accesso a Talenti Unici

Secondo uno studio di Harvard Business Review, le aziende che assumono persone neurodivergenti spesso riscontrano un miglioramento significativo in termini di produttività, qualità del lavoro e innovazione nei team.

3.  Responsabilità Sociale d’Impresa (CSR)

Promuovere l’inclusione delle persone neurodivergenti rafforza l’immagine aziendale, dimostrando un impegno concreto verso la responsabilità sociale e la sostenibilità.

4.  Benefici Economici

Una ricerca della McKinsey & Company ha evidenziato che le aziende con alti livelli di diversità hanno una probabilità del 35% maggiore di superare la performance media del settore.

Esempi di Best Practices Internazionali

In questa sezione, presentiamo alcuni esempi di aziende che hanno ideato programmi di inclusione all’estero, poiché in Italia tali iniziative sono ancora poco diffuse o ancora poco valorizzate.

1.  Microsoft

Il programma “Autism Hiring Program” di Microsoft si concentra sull’assunzione di persone nello spettro autistico. L’azienda ha sviluppato un processo di selezione personalizzato che elimina colloqui tradizionali, favorendo invece workshop pratici per valutare le competenze tecniche e sociali dei candidati.

2.  SAP

SAP è stata una delle prime multinazionali a lanciare un programma specifico per la neurodiversità, con l’obiettivo di assumere e supportare persone autistiche. Il programma ha migliorato la produttività e la qualità dei prodotti, dimostrando che l’inclusione è una strategia vincente.

3.  EY (Ernst & Young)

EY ha sviluppato un “Neuro-Diverse Center of Excellence” per creare team neurodivergenti dedicati a progetti di analisi dati, cybersecurity e intelligenza artificiale. La società offre formazione specifica ai manager per garantire un ambiente di lavoro inclusivo.

4.  Specialisterne

Specialisterne è un’organizzazione danese che collabora con aziende di tutto il mondo per assumere persone nello spettro autistico in ruoli tecnologici e analitici. L’obiettivo è aiutare le imprese a valorizzare i talenti neurodivergenti.

Come le Piccole e Medie Imprese Possono Favorire la Neurodiversità

Le grandi aziende non sono le uniche a poter beneficiare della neurodiversità. Anche le PMI possono implementare iniziative di successo con investimenti ridotti. Ecco alcune idee pratiche:

  • Adattamento del processo di selezione: Creare colloqui flessibili, magari includendo prove pratiche o simulazioni.
  • Formazione del personale: Sensibilizzare i team sui vantaggi della neurodiversità e sull’importanza dell’inclusione.
  • Flessibilità lavorativa: Offrire orari flessibili e ambienti di lavoro silenziosi per ridurre stress e sovraccarico sensoriale.
  • Mentorship: Assegnare mentori che possano supportare i dipendenti neurodivergenti nel processo di integrazione.

Investire nella neurodiversità è una scelta etica, strategica e vantaggiosa per qualsiasi azienda. L’inclusione di persone neurodivergenti non solo arricchisce il capitale umano, ma contribuisce anche a creare un ambiente di lavoro più innovativo, creativo e resiliente.

Adiconsum è impegnata a promuovere l’inclusione e a sensibilizzare le aziende sull’importanza di adottare politiche inclusive che possano fare la differenza non solo per i singoli lavoratori, ma per l’intero ecosistema aziendale.

Fonti:

  • Harvard Business Review: “Neurodiversity as a Competitive Advantage”
  • McKinsey & Company: “Delivering Through Diversity”
  • Sito ufficiale di Microsoft: Autism Hiring Program
  • EY: Neuro-Diverse Center of Excellence
  • SAP: Autism at Work.

16 dicembre 2024: ultimo giorno per attivare la “Carta Dedicata a te”

16 Dicembre 2024

Importante!!! Lunedì 16 dicembre è l’ultimo giorno per attivare e non perdere i benefici derivanti dalla misura di sostegno per i nuclei familiari in stato di bisogno, denominata “Carta Dedicata a te”. Riepiloghiamo di cosa si tratta.

I requisiti

Carta Dedicata a Te spetta a coloro che alla data del 24 giugno 2024 siano in possesso dei seguenti requisiti:

  • iscrizione di tutti i componenti del nucleo familiare all’nell’Anagrafe comunale
  • ISEE ordinario, in corso di validità, con indicatore non superiore ai 15.000,00 euro annui.

Non spetta ai percettori di:

  • Assegno di inclusione, Reddito di cittadinanza, Carta acquisti o di qualsiasi altra misura di inclusione sociale o sostegno alla povertà che preveda l’erogazione di un sussidio economico di livello nazionale, regionale o locale

E ai nuclei familiari con almeno un componente che sia percettore di:

  • NASPI
  • DIS-COLL
  • Indennità di mobilità
  • Fondi di solidarietà per l’integrazione del reddito
  • CIG
  • qualsivoglia differente forma di integrazione salariale o di sostegno nel caso di disoccupazione involontaria, erogata dallo Stato.

Importo della “Carta Dedicata a Te”

Il beneficio per nucleo familiare è di 500 euro, sotto forma di carte elettroniche di pagamento, prepagate e ricaricabili, tramite il circuito “Postepay” di Poste italiane.

Tipologia di acquisti

Tramite la “Carta Dedicata a Te” è possibile acquistare:

  • beni di prima necessità
  • carburanti o abbonamenti al trasporto pubblico locale.

Quando fare il primo acquisto

  • Entro il 16 dicembre 2024, pena la decadenza dalla misura di sostegno.

Casa: lunedì 16 dicembre, ultimo giorno per il saldo dell’IMU

16 Dicembre 2024

Anche quest’anno la data del 16 dicembre è riservata al pagamento dell’IMU. La scadenza, infatti, cadendo di lunedì, non è interessata da nessun rinvio. Ma chi la deve pagare e chi no? Vediamolo nel dettaglio.

Chi deve pagare l’IMU

Fino al 2013 tutti i proprietari di casa hanno dovuto pagare l’IMU sulla casa, anche se si trattava dell’abitazione principale.

Dal 2014, invece, sono tenuti al pagamento dell’IMU:

  • i possessori di abitazione principale accatastata come A/1, A/8 e A/9, fabbricati, aree fabbricabili, terreni agricoli.

Chi non deve pagare l’IMU

Tutti i possessori di abitazioni accatastate nelle categorie A/2, A/3, A/4, A/5, A/6, A/7 e loro relative pertinenze (C/2, C/6 e C/7); alloggi sociali, ecc..

Come pagare

Si può pagare in:

  • due rate: acconto entro il 16 giugno e saldo entro il 16 dicembre
  • unica soluzione, entro la data di scadenza di giugno.

L’importo da pagare

Per conoscere quello esatto contattare i Comuni o i CAF abilitati.

Modalità di pagamento

L’IMU può essere pagata tramite:

  • modello F24, anche attraverso la propria banca online
  • bollettini postali
  • PagoPa.

Benefici della mobilità sostenibile: tra presente e futuro

16 Dicembre 2024

La mobilità sostenibile ha a che fare sia con soluzioni di trasporto, sia con le abitudini di spostamento di tutti noi, ed è in grado di diminuire una serie di impatti ambientali, sociali ed economici, offrendo una serie di nuove opportunità. 

Da un punto di vista ambientale, è evidente come la diffusione di un nuovo modello di mobilità più sostenibile concorra a ridurre l’inquinamento atmosferico e i conseguenti cambiamenti climatici poiché propone l’utilizzo di mezzi che siano poco impattanti dalla fase di produzione, all’uso, fino alla dismissione; l’inquinamento acustico; la congestione stradale; il numero di incidenti; il degrado delle aree urbane (causato dallo spazio occupato dagli autoveicoli a discapito dei pedoni); il consumo di territorio (causato dalla realizzazione di strade e infrastrutture).

Avere un sistema di mobilità più sostenibile porta dei benefici concreti alle comunità perché prevede l’utilizzo di mezzi accessibili e praticabili da parte delle persone diversamente abili o a mobilità ridotta; scelte alternative (es. accesso facile e immediato – per via telefonica, telematica – alle informazioni riguardanti servizi pubblici e privati, possibilità di più agevoli spostamenti a piedi o in bicicletta, servizi pubblici locali di qualità); risolve la congestione del traffico e migliora la sicurezza e la tutela di chi viaggia; favorisce una più equa ripartizione degli spazi urbani.

Un modello di mobilità sostenibile, con le sue diverse opzioni, risulta anche economicamente accessibile.

Più in dettaglio mezzi quali il treno, l’autobus, la metro, combinati con le nuove forme di mobilità in condivisione, svolgono un ruolo strategico per dare impulso all’adozione di nuove abitudini di mobilità: è infatti possibile massimizzare risorse e tempo combinando tra loro i diversi mezzi disponibili, contribuendo alla riduzione delle emissioni di CO2 e del traffico, con tutte le sue problematiche. 

La disponibilità di mezzi della mobilità condivisa incentiva i cittadini a valutare l’utilizzo del mezzo come prioritario rispetto al suo possesso, contribuendo in maniera significativa a ridurre la congestione stradale e l’occupazione di suolo. Utilizzare ad esempio il car sharing offre, oltre agli ovvi vantaggi per l’ambiente, una serie di vantaggi economici: non è infatti più necessario pagare bollo, assicurazione, permessi per accedere alle ZTL, parcheggio nelle strisce blu né il carburante o la manutenzione del veicolo.

La diffusione della mobilità condivisa, così come l’integrazione tra mezzi di trasporto diversi, è resa possibile grazie allo sviluppo di app e piattaforme tecnologiche che consentono di concretizzarsi ai vantaggi e benefici derivanti dall’integrazione multimodale, permettendo un notevole risparmio di tempo, di denaro e la possibilità di pianificare liberamente il proprio viaggio, nonché di gestire con facilità gli eventuali imprevisti, rendendo a portata di mano dell’utente, le diverse opzioni disponibili.

Guardando al futuro, è evidente che realizzare un mondo più sostenibile richiede l’impegno concreto di tutti. I cittadini devono essere protagonisti di questo cambiamento sperimentando nuove modalità di spostamento e individuando quelle che meglio si adattano alla propria quotidianità.

Questo richiede maggiore consapevolezza e responsabilità, soprattutto nell’utilizzo dei mezzi in sharing, rispettando le regole e mantenendo i veicoli in buone condizioni per garantire un servizio efficiente e accessibile a tutti. Significa anche prendersi cura degli spazi comuni, lasciando i mezzi nelle aree designate, utilizzandoli con attenzione e segnalando eventuali danni per evitare disagi agli altri utenti.

Il rispetto reciproco deve estendersi a tutte le persone che condividono strade e spazi urbani. Prestare attenzione a pedoni, ciclisti e altri conducenti è un segno di civiltà che contribuisce a creare un ambiente armonioso e sicuro per tutti. Solo con un approccio collaborativo e rispettoso possiamo trasformare la mobilità sostenibile in un valore condiviso e un beneficio per la collettività.

Anche le aziende di sharing devono fare la loro parte, investendo nella sicurezza e manutenzione dei mezzi e rispettando normative più rigorose. Allo stesso tempo, è indispensabile riqualificare gli spazi urbani e potenziare i servizi pubblici, progettando percorsi sicuri e accessibili per chi si muove a piedi, in bicicletta o con mezzi come i monopattini. Marciapiedi più ampi, piste ciclabili ben delineate e zone pedonali protette rendono gli spostamenti più agevoli e sicuri, riducendo il rischio di incidenti.

Questa attenzione non solo favorisce l’adozione di mezzi sostenibili, ma crea anche una maggiore armonia tra i diversi utenti della strada, promuovendo un modello più rispettoso e consapevole.

Infine, istituzioni e pubblica amministrazione hanno un ruolo chiave nel sostenere lo sviluppo della mobilità sostenibile. Attraverso politiche mirate e il supporto a progetti concreti, possono creare le condizioni necessarie per incentivare cittadini e aziende a fare scelte più responsabili. La pubblica amministrazione, in particolare, deve tradurre queste visioni in azioni concrete, come il miglioramento delle infrastrutture e l’offerta di servizi pubblici efficienti e inclusivi.

Solo con la collaborazione di tutti potremo integrare pienamente la mobilità sostenibile nelle nostre vite, trasformandola da aspirazione a realtà tangibile. Il risultato? Un futuro in cui i benefici della sostenibilità non saranno solo percepiti nel presente, ma amplificati per le generazioni a venire. È una sfida ambiziosa, ma raggiungibile, se ognuno farà la propria parte.

 

Questo approfondimento è realizzato a cura di Adiconsum, Adoc, Assoutenti, Cittadinanzattiva, Codacons, Federconsumatori, Movimento Consumatori, Movimento Difesa del Cittadino, Udicon, Unione Nazionale Consumatori, nell’ambito del progetto SMUOVIAMOCI! 

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CASA: Adiconsum sottoscrive “Un patrimonio da salvare”

13 Dicembre 2024

Continua l’impegno di Adiconsum sul tema della casa. Dopo il Position Paper sulla Direttiva Case green, Adiconsum ha sottoscritto il documento “Un patrimonio da salvare” insieme ad altri 24* istituti per sollecitare il Governo ad avviare una decisa e mirata politica di riqualificazione edilizia. Vediamo nel dettaglio.

Il documento “Un Patrimonio da salvare”

“Un patrimonio da salvare” è un documento condiviso e programmatico, firmato dai principali operatori ed enti associativi della filiera del rinnovamento degli edifici, dei consumatori e della tutela ambientale, in tutto 25 soggetti tra cui Adiconsum, che coinvolge, oltre 430mila consumatori,150mila lavoratori, 600mila professionisti, 8mila imprese e 410 industrie di produzione.

Il documento è scaturito dalla considerazione che il 40% del consumo finale di energia nell’Unione Europea e il 36% delle sue emissioni di gas a effetto serra sono causati dagli edifici: un’evidenza che fa emergere l’improrogabile necessità di mettere l’efficienza energetica al centro della politica energetica in Italia, per coglierne tutti i vantaggi di tipo sociale, economico e ambientale.

Il documento è stato presentato lo scorso 27 novembre e sottoposto all’attenzione delle istituzioni per promuovere una politica strutturata ed efficace sulla riqualificazione edilizia.

Le richieste alla politica

  • Corretta ed esaustiva analisi, aperta al contributo della comunità scientifica e professionale, delle condizioni attuali del parco immobiliare italiano sul piano energetico e della sicurezza
  • Analisi approfondita dello stato dell’arte del patrimonio edilizio, che possa fornire dati certi sull’entità degli interventi necessari e definire quindi i dettagli del Piano nazionale di ristrutturazione degli edifici e il quadro delle misure di stimolo e accompagnamento necessarie
  • Provvedimento ponte, durante il tempo necessario alla definizione del Piano, tra la fine del presente anno e il momento in cui saranno attivate le nuove misure che, mantenendo alle condizioni vigenti l’Ecobonus e il Sismabonus, consenta di dare continuità alle attività di decarbonizzazione e messa in sicurezza senza compromettere il raggiungimento degli obiettivi fissati dalla EPBD4 (Direttiva Case green)
  • Coinvolgimento degli esperti della filiera nei processi di consultazione e definizione delle politiche energetiche. Grazie all’esperienza specifica e applicata quotidianamente sul campo, infatti, gli operatori del settore potranno offrire un contributo significativo all’elaborazione del Piano Nazionale di ristrutturazione, che l’Italia dovrà mettere a punto entro il 2025, e al disegno delle nuove misure di sostegno e istituzione di un tavolo tecnico con tutti gli stakeholder coinvolti
  • Richiesta alle istituzioni comunitarie di risorse finanziarie dedicate, al minimo costo e in quantità adeguata, con l’obiettivo di assicurare la congrua ed efficace attivazione della finanza privata, con schemi semplici e prevedibili.

Per il testo integrale “Un patrimonio da salvare”, clicca qui

* Adiconsum, AEM – Associazione Energy Managers, AiCARR, AIPE, Altroconsumo, Anfit, ANING – Associazione Nazionale Ingegneri, Anit, Anpe, ARSE, Assocond CO.NA.FI, Assovernici, Gruppo pitture e vernici Federchimica-Avisa, Consiglio Nazionale degli Ingegneri, Consiglio Nazionale dei Periti Industriali e dei Periti Industriali Laureati, Cortexa– Eccellenza nel Sistema a Cappotto, Federcomated, Federazione Filiera Legno, F.I.V.R.A., ISI Ingegneria Sismica Italiana, Legambiente, Kyoto Club, Rete Professioni Tecniche, Renovate Italy e Rete Irene.

Piattaforme digitali

11 Dicembre 2024

E’ impossibile parlare di mobilità sostenibile senza considerare l’importanza delle piattaforme digitali: con pochi tap sullo smartphone possiamo prenotare un monopattino elettrico, trovare un’auto in sharing o pianificare il percorso più veloce, combinando mezzi pubblici e servizi di micromobilità.

L’utilizzo delle app è fondamentale per rendere il servizio più comodo e veloce, ma non vanno sottovalutati i rischi sia per i propri dati che per il portafogli!

Unc e Udicon raccontano attraverso un episodio del podcast “Scontrini” di Massimiliano Dona e il reel Mobilità sostenibile, un mondo che va di pari passo col digitale, i vantaggi dell’utilizzo delle piattaforme digitali, dando anche alcuni consigli per l’utilizzo consapevole.

A questo link trovi il podcast Mobilità sostenibile, quo vadis?

A questo link il reel Mobilità sostenibile, un mondo che va di pari passo col digitale


Questo approfondimento è realizzato a cura di UNC e Udicon, nell’ambito del progetto SMUOVIAMOCI!.

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  • Caro voli: l’Antitrust non si pronuncia sugli algoritmi. Delusione di Adiconsum Sardegna

Caro voli: l’Antitrust non si pronuncia sugli algoritmi. Delusione di Adiconsum Sardegna

9 Dicembre 2024

Continua la battaglia di Adiconsum Sardegna nei confronti degli algoritmi utilizzati dalle compagnie aeree per definire i prezzi, che puntualmente, soprattutto per i voli da e per l’isola, aumentano all’approssimarsi delle feste e della stagione estiva. Purtroppo, al momento, il ricorso di Adiconsum Sardegna all’Antitrust non ha portato ad alcuna decisione in merito. Vediamo nel dettaglio.

I fatti

Esattamente un anno fa Adiconsum Sardegna aveva presentato un esposto all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato sul caro voli da e per la Sardegna proprio in previsione delle festività natalizie. Di lì a poco, l’Antitrust apriva un’indagine conoscitiva “sull’uso degli algoritmi di prezzo nel trasporto aereo passeggeri sulle rotte di collegamento tra la penisola, la Sicilia e la Sardegna, caratterizzate da particolari esigenze di mobilità”.

I risultati dell’indagine dell’Antitrust

È di questi giorni la pubblicazione del Rapporto preliminare nell’ambito dell’indagine conoscitiva dell’Antitrust sugli algoritmi di prezzo, rimandando la chiusura del procedimento ancora di un anno.

Il commento di Adiconsum Sardegna

L’Antitrust, se da un lato rileva anomalie nella formazione dei prezzi dei voli per la Sardegna, con sensibili rialzi nel periodo estivo e durante le feste di Natale e Pasqua, dall’altro non è riuscita a definire con esattezza il peso degli algoritmi sulla formazione delle tariffe. Tuttavia l’Autorità ha confermato in pieno le nostre denunce circa i forti rincari che si registrano in determinati periodi dell’anno e che aggravano la spesa per chi deve raggiungere la Sardegna in aereo. Il mancato intervento risolutivo da parte dell’Antitrust sul tema, porterà anche questo Natale ad un salasso sul fronte dei voli da e per la Sardegna e non impedirà le solite speculazioni sulla pelle di chi decide di rientrare sull’isola in aereo per trascorrere le feste con la propria famiglia.

Diversity & Inclusion: Un Pilastro Fondamentale per il Successo Aziendale

9 Dicembre 2024

Cos’è la Diversity & Inclusion?

La Diversity & Inclusion (D&I) rappresenta un approccio strategico che mira a valorizzare la diversità all’interno di un’organizzazione, creando un ambiente di lavoro inclusivo in cui tutti i dipendenti si sentano valorizzati e possano esprimere appieno il proprio potenziale. La diversità si riferisce alle differenze individuali, come l’età, il genere, l’etnia, l’orientamento sessuale, la disabilità, l’origine culturale e le esperienze di vita. L’inclusione, invece, si concentra sulla creazione di un ambiente di lavoro in cui queste differenze siano riconosciute, rispettate e valorizzate.

I Pilastri della Diversity & Inclusion

La D&I si articola su diversi livelli:

  • Diversità di genere: Promuovere l’uguaglianza di genere, sia a livello di rappresentanza che di opportunità.
  • Diversità etnica e culturale: Valorizzare le diverse culture e origini etniche, creando un ambiente multiculturale.
  • Diversità generazionale: Integrare le diverse generazioni, sfruttando le competenze e le prospettive di ciascuno.
  • Diversità di orientamento sessuale e identità di genere: Creare un ambiente di lavoro sicuro e accogliente per tutti, indipendentemente dal proprio orientamento sessuale o identità di genere.
  • Diversità di abilità: Promuovere l’inclusione delle persone con disabilità, valorizzando le loro competenze.

Misurare l’Impegno per la D&I: Indici e Benchmarking

Esistono diversi indici e strumenti per misurare l’impegno di un’azienda verso la D&I:

  • Corporate Equality Index (CEI): Elaborato dalla Human Rights Campaign Foundation, il CEI valuta le politiche aziendali relative ai diritti LGBTQ+.
  • Diversity Brand Index: Misura la percezione esterna di un’azienda in termini di diversità e inclusione, basandosi su sondaggi e analisi dei media.

L’Esempio della Human Rights Campaign Foundation

La Human Rights Campaign Foundation è un’organizzazione no-profit che si impegna a promuovere l’uguaglianza per le persone LGBTQ+. Il CEI è uno dei suoi strumenti più noti e influenti, in quanto fornisce alle aziende un benchmark per valutare le proprie politiche e pratiche in materia di diritti LGBTQ+.

Corporate Equality Index (CEI)

Il CEI, elaborato dalla Human Rights Campaign Foundation, è uno strumento di valutazione annuale che misura le politiche aziendali relative ai diritti LGBTQ+. È diventato un punto di riferimento globale per le aziende che desiderano dimostrare il proprio impegno per l’inclusione e l’uguaglianza per la comunità LGBTQ+.

Cosa valuta il CEI?

  • Politiche non discriminatorie: Valuta l’esistenza di politiche aziendali che vietino discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e l’identità di genere in tutti gli aspetti del
  • Benefici per i partner: Analizza se l’azienda offre benefici ai partner delle persone LGBTQ+ equiparabili a quelli offerti ai coniugi dei dipendenti eterosessuali.
  • Trasparenza: Valuta la trasparenza delle politiche aziendali in materia di diritti LGBTQ+ e la loro comunicazione interna ed esterna.
  • Leadership: Misura l’impegno della leadership aziendale nel promuovere l’inclusione LGBTQ+.
  • Fornitura di prodotti e servizi: Valuta se l’azienda offre prodotti e servizi che siano inclusivi per la comunità LGBTQ+.
  • Coinvolgimento della comunità: Analizza il coinvolgimento dell’azienda in iniziative a sostegno della comunità LGBTQ+.

Perché è importante il CEI?

  • Benchmarking: Permette alle aziende di confrontare le proprie politiche con quelle delle altre aziende del settore.
  • Visibilità: Le aziende che ottengono un punteggio elevato nel CEI possono utilizzare questo riconoscimento per migliorare la propria reputazione e attrarre talenti.
  • Miglioramento continuo: Il CEI stimola le aziende a migliorare costantemente le proprie politiche e pratiche in materia di diritti LGBTQ+.

Diversity Brand Index

Il Diversity Brand Index, pur non essendo un indice standardizzato come il CEI, misura la percezione esterna di un’azienda in termini di diversità e inclusione. Si basa su sondaggi e analisi dei media per valutare come i consumatori, i dipendenti e gli altri stakeholder percepiscono l’impegno dell’azienda verso la diversità.

Cosa misura il Diversity Brand Index?

  • Reputazione: Valuta la reputazione dell’azienda in termini di diversità e
  • Comunicazione: Analizza la comunicazione aziendale sui temi della diversità e
  • Azioni concrete: Valuta le azioni concrete intraprese dall’azienda per promuovere la diversità e l’inclusione.
  • Coinvolgimento dei dipendenti: Misura il livello di coinvolgimento dei dipendenti nelle iniziative di diversità e inclusione.

Perché è importante il Diversity Brand Index?

  • Reputazione di marca: Un punteggio elevato nel Diversity Brand Index può contribuire a rafforzare la reputazione di un marchio.
  • Attrazione di talenti: Le persone sono sempre più attente ai valori delle aziende e scelgono di lavorare per quelle che promuovono la diversità e l’inclusione.
  • Fidelizzazione dei clienti: I consumatori sono sempre più disposti a sostenere aziende che condividono i loro valori.

Differenze tra CEI e Diversity Brand Index

Caratteristica Corporate Equality Index (CEI) Diversity Brand Index
Focus Politiche aziendali relative ai diritti LGBTQ+ Percezione esterna della diversità e inclusione
Metodologia Questionario dettagliato Sondaggi e analisi dei media
Entità Human Rights Campaign Foundation Diverse organizzazioni
Scopo Valutare le politiche interne Misurare la reputazione esterna

Sia il CEI che il Diversity Brand Index sono strumenti preziosi per le aziende che desiderano misurare il proprio impegno verso la diversità e l’inclusione. Il CEI si concentra sulle politiche interne, mentre il Diversity Brand Index misura la percezione esterna. Entrambe le metriche possono aiutare le aziende a identificare le aree di miglioramento e a comunicare efficacemente il proprio impegno verso la diversità e l’inclusione.

Adiconsum: Un Partner Strategico per la D&I

Adiconsum, l’Associazione dei Consumatori, può essere un prezioso alleato per le aziende che desiderano implementare piani di D&I efficaci. L’associazione, infatti, può offrire:

  • Consulenza: Adiconsum può fornire consulenza alle aziende su come sviluppare e implementare piani di D&I efficaci, in linea con le migliori pratiche
  • Formazione: L’associazione può organizzare corsi di formazione per i dipendenti, sensibilizzandoli sui temi della diversità e dell’inclusione.
  • Advocacy: Adiconsum può rappresentare le aziende presso le istituzioni e gli stakeholder, promuovendo l’importanza della D&I.

La Diversity & Inclusion è un fattore chiave per il successo a lungo termine di un’azienda. Valorizzando la diversità e creando un ambiente di lavoro inclusivo, le aziende possono:

  • Aumentare la creatività e l’innovazione: La diversità di pensiero porta a soluzioni più creative e innovative.
  • Migliorare la reputazione aziendale: Le aziende che si impegnano per la D&I sono percepite come più attraenti da dipendenti, clienti e investitori.
  • Ridurre il turnover: Un ambiente di lavoro inclusivo aumenta la soddisfazione dei dipendenti e riduce il turnover.
  • Accedere a nuovi mercati: La comprensione delle diverse culture e dei bisogni dei consumatori è fondamentale per espandersi in nuovi mercati.

Collaborando con associazioni come Adiconsum, le aziende possono accelerare il proprio percorso verso la D&I, ottenendo risultati tangibili e duraturi.

 

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  • Acquisti: Tribunale di Alessandria dà ragione ad Adiconsum e alla sua assistita in merito alla conformità di un prodotto. Più tutele per i consumatori

Acquisti: Tribunale di Alessandria dà ragione ad Adiconsum e alla sua assistita in merito alla conformità di un prodotto. Più tutele per i consumatori

9 Dicembre 2024

Adiconsum Alessandria ha ottenuto per una sua iscritta un’importante vittoria con una sentenza del Tribunale che ha ribadito che la conformità di un prodotto che cosa si intende per conformità di un prodotto che è uno degli elementi della normativa sui beni di consumo. Vediamo nel dettaglio.

I fatti

La ricorrente aveva ordinato una copertura per la sua piscina che sorreggesse un peso di almeno 100 kg, richiesta che la ditta, al momento dell’ordine, aveva garantito. Sebbene idonea all’uso, la copertura però si rivelava non conforme alle indicazioni fornite dalla consumatrice al momento dell’ordine. Di qui il ricorso dell’attrice assistita da Adiconsum Alessandria e l’importante sentenza emessa dal Tribunale di Alessandria.

La sentenza del Tribunale di Alessandria

Il Tribunale di Alessandria ha richiamato l’art. 129 del Codice di consumo in  tema di conformità di un prodotto ricordando:

Il bene venduto e consegnato al consumatore deve essere congruente ed idoneo all’uso particolare e specifico indicato dal consumatore al momento dell’ordine. Pertanto, non può essere ritenuto conforme il bene che è solamente idoneo all’uso come lo sarebbe qualsiasi altro prodotto dello stesso tipo e questo neanche se corrisponde alla descrizione del venditore o al campione mostrato o se possiede qualità e prestazioni di un bene dello stesso tipo che il consumatore può ragionevolmente aspettarsi.

Il Tribunale ha quindi disposto nei confronti del venditore, non avendo provveduto ad accogliere le richieste della consumatrice, la risoluzione del contratto e la restituzione del compenso versato.

Sulla conformità di un prodotto

La sentenza del Tribunale di Alessandria ha riportato alla ribalta il significato di “conformità” di un prodotto, che di seguito riportiamo, premettendo che IL VENDITORE HA l’OBBLIGO DI CONSEGNARE AL CONSUMATORE BENI CONFORMI AL CONTRATTO DI VENDITA.

Ma che cosa significa che il bene consegnato deve essere conforme al contratto di vendita?

Ecco quanto riportato sul sito del Ministero delle Imprese e del Made in Italy.

Per essere conforme al contratto di vendita, il bene deve:

  • corrispondere alla descrizione, alla quantità, alla qualità, e alle altre caratteristiche previste dal contratto
  • essere idoneo ad ogni utilizzo particolare voluto dal consumatore ed accettato dal venditore
  • essere fornito assieme ad accessori ed istruzioni
  • essere fornito con gli aggiornamenti.

Il bene, inoltre, deve:

  • essere idoneo agli scopi per i quali si impiegano di norma beni dello stesso tipo
  • corrispondere alla qualità (anche in termini di sicurezza) e alla descrizione di un campione messo a disposizione dal venditore
  • essere della quantità e possedere le qualità e altre caratteristiche, anche in termini di durabilità, funzionalità, compatibilità e sicurezza, ordinariamente presenti in un bene del medesimo tipo e che il consumatore può ragionevolmente aspettarsi.

IMPORTANTE: la conformità del bene si estende anche all’installazione quando è compresa nel contratto di vendita ed è stata effettuata dal venditore o sotto la sua responsabilità e ai beni la cui installazione è a carico del consumatore e il difetto si manifesti per le carenti istruzioni fornite dal venditore.

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La mobilità condivisa: scopriamo come funziona

4 Dicembre 2024

La mobilità condivisa rappresenta una delle soluzioni più innovative per spostarsi in città senza la necessità di possedere un’auto, una bici o uno scooter. Questo approccio sta rapidamente rivoluzionando il modo di muoversi nei centri urbani, offrendo alternative pratiche ai veicoli privati e ai mezzi pubblici, con un impatto positivo sulla riduzione dell’inquinamento.

I benefici sono molteplici, sia per i singoli cittadini che per l’ambiente, ma per comprenderne appieno il potenziale è fondamentale conoscere i servizi disponibili, valutarne i vantaggi e considerare eventuali criticità. La mobilità condivisa non è solo una risposta pratica alle esigenze di spostamento, ma anche un elemento chiave nella trasformazione sostenibile della mobilità urbana in Italia.

Che cos’è la mobilità condivisa?

Questo modello di trasporto si basa sull’idea che i mezzi possano essere condivisi tra più utenti, anziché essere di proprietà esclusiva. Grazie a piattaforme digitali, come app, è possibile prenotare auto, biciclette, monopattini e scooter per un utilizzo temporaneo, adattandosi alle esigenze di ogni individuo.

I principali servizi disponibili

  • Car sharing: automobili distribuite in punti strategici della città, da utilizzare per il tempo necessario pagando in base ai minuti o ai chilometri percorsi.
  • Bike sharing: biciclette, localizzabili in stazioni fisse o sparse per la città, sbloccabili tramite un’applicazione.
  • Scooter sharing: scooter elettrici a noleggio, ideali per spostamenti rapidi e a basse emissioni.
  • Monopattino sharing: monopattini elettrici perfetti per tragitti brevi, prenotabili con pochi clic.

Questa modalità di spostamento offre una notevole flessibilità e rappresenta una soluzione pratica, soprattutto nelle città congestionate dal traffico.

Pro e Contro: un’analisi approfondita

La mobilità condivisa ha trasformato profondamente il modo in cui ci muoviamo nei centri urbani, offrendo nuove opportunità per spostarsi in modo più efficiente, sostenibile ed economico. Tuttavia, come accade per ogni innovazione, questa modalità di trasporto presenta una serie di vantaggi significativi ma anche alcune sfide che meritano attenzione. Analizziamone insieme i punti di forza e le criticità, per comprendere appieno come questo fenomeno stia ridefinendo la mobilità nelle nostre città e quale impatto abbia sulla vita quotidiana, sull’ambiente e sull’organizzazione degli spazi urbani.

I vantaggi della mobilità condivisa

  • Risparmio economico
    Non è necessario possedere un veicolo, eliminando costi significativi come l’acquisto, la manutenzione, l’assicurazione e il carburante. Paghi solo per ciò che utilizzi, rendendola una scelta particolarmente vantaggiosa per chi si sposta occasionalmente.
  • Riduzione del traffico
    Meno auto private significano strade meno congestionate. Questo favorisce una circolazione più fluida, migliorando la qualità della vita nei centri urbani.
  • Impatto ambientale positivo
    Molti mezzi condivisi, come biciclette e scooter elettrici, contribuiscono a ridurre le emissioni di CO₂. Questo modello di mobilità si allinea agli obiettivi di sostenibilità, promuovendo città più verdi e salubri.
  • Accessibilità semplificata
    Con un’app è possibile accedere a una vasta gamma di opzioni, come auto, biciclette e monopattini, ideali anche per attraversare zone a traffico limitato (ZTL) o difficili da raggiungere con i mezzi tradizionali.
  • Meno necessità di parcheggi
    La riduzione del numero di veicoli privati comporta una minore domanda di posti auto, liberando spazio per altre esigenze urbane.

Le sfide della mobilità condivisa

  • Disponibilità variabile
    In alcune aree o orari, può essere difficile trovare un mezzo disponibile, soprattutto nei quartieri meno serviti.
  • Costi per tragitti lunghi
    Se conveniente per brevi spostamenti, l’utilizzo prolungato o su distanze maggiori può risultare economicamente svantaggioso rispetto ad altri mezzi.
  • Barriere tecnologiche
    L’accesso ai servizi richiede uno smartphone e una connessione internet, rendendoli meno inclusivi per alcune fasce della popolazione.

Un’evoluzione a diverse velocità: l’Italia e la mobilità condivisa

In Italia, il fenomeno è in crescita, ma con una diffusione ancora disomogenea. Nel 2022, i servizi di sharing mobility erano disponibili nel 77% dei capoluoghi del Nord, mentre al Centro e al Sud la copertura si fermava rispettivamente al 50% e al 48%.

  • Milano: pioniera, offre car sharing, bike sharing e monopattini in quasi ogni angolo della città.
  • Roma: ha sviluppato una rete significativa di scooter e biciclette, con alcune periferie ora collegate meglio.
  • Torino: mette a disposizione una varietà di servizi, inclusi monopattini elettrici per gli spostamenti nel centro.
  • Bologna: punta soprattutto sul bike sharing, sostenuto da una crescente rete ciclabile.

Anche città più piccole stanno abbracciando la condivisione, collaborando con aziende e regioni per introdurre soluzioni innovative come navette autonome e minibus elettrici per collegamenti locali.

Grazie al supporto delle amministrazioni locali, che offrono agevolazioni e parcheggi dedicati, la mobilità condivisa sta superando i confini delle metropoli. Oggi rappresenta un’opportunità anche per i centri minori, dove consente di spostarsi in modo semplice, economico e sostenibile.

La sharing mobility non è solo un’opzione pratica per i cittadini, ma anche un alleato per il turismo sostenibile, aprendo nuovi scenari di mobilità rispettosa dell’ambiente. Se ben integrata con altre forme di trasporto pubblico, può davvero contribuire a trasformare le nostre città in luoghi più vivibili e moderni.

Cosa fare in caso di problemi con un mezzo condiviso?

Può capitare di incontrare guasti, segni di usura o persino situazioni come un furto mentre utilizzi un mezzo di mobilità condivisa. Ecco come gestire al meglio queste eventualità:

  1. Segnala immediatamente il problema
    Ogni app di mobilità condivisa dispone di una sezione dedicata per segnalare anomalie tecniche o incidenti. Informare l’azienda è fondamentale per evitare responsabilità non dovute e per garantire che il mezzo venga messo in sicurezza e riparato.
  2. Non usare il mezzo danneggiato
    Se noti problemi come batteria scarica, freni difettosi o altre condizioni che lo rendono insicuro, non continuare a utilizzarlo. Cancella la prenotazione e cerca un’alternativa più affidabile: la tua sicurezza è la priorità.
  3. Furto del mezzo
    Se il mezzo viene sottratto mentre è sotto la tua responsabilità (ad esempio, in modalità parcheggio), contatta subito il servizio clienti. Molte piattaforme offrono assicurazioni contro il furto, e una comunicazione tempestiva può aiutarti a evitare penali o responsabilità.
  4. Documenta la situazione
    Scatta foto o prendi nota dei dettagli del problema. Questa documentazione sarà utile per dimostrare che il danno o il guasto era già presente, facilitando la gestione del caso da parte dell’azienda.

Ogni servizio ha le sue regole specifiche e coperture assicurative: prenditi il tempo per leggere i termini e le condizioni d’uso dell’app. Conoscere in anticipo come agire in situazioni di emergenza ti permetterà di affrontarle con maggiore serenità.

Affrontare eventuali imprevisti con un mezzo condiviso non deve essere motivo di stress: con la giusta procedura, tutto si risolve rapidamente.

La mobilità condivisa e il progetto #Smuoviamoci: un passo verso un futuro sostenibile

La mobilità condivisa offre una risposta concreta e innovativa ai problemi che affliggono le nostre città, come traffico, inquinamento e difficoltà di accesso ai servizi. Utilizzando questi mezzi alternativi, possiamo ridurre significativamente le emissioni di CO₂, rendere gli spostamenti più pratici e flessibili, e contribuire attivamente alla costruzione di un ambiente urbano più vivibile e sostenibile per tutti.

Il progetto #Smuoviamoci mira a diffondere una nuova cultura della mobilità sostenibile. L’obiettivo è duplice: incoraggiare i cittadini ad adottare soluzioni di trasporto più responsabili e abbattere i pregiudizi che ancora ostacolano la diffusione di questi servizi. Attraverso campagne di sensibilizzazione e la condivisione di informazioni chiare e aggiornate, il progetto vuole trasformare il modo in cui ci spostiamo, rendendo i cittadini protagonisti del cambiamento.

Smuoviamoci non è solo uno slogan, ma un invito concreto a ripensare le nostre abitudini di mobilità per costruire insieme un futuro più verde e consapevole.

 

Articolo di approfondimento redatto a cura di Assoutenti e Codacons.

Per saperne di più sul progetto e per accedere ad altri contenuti, visita la pagina

“Energia… IN Sinergia” fa tappa a Taranto

4 Dicembre 2024

Proseguono gli incontri del progetto “Energia… IN Sinergia”*, condotti da Adiconsum in collaborazione con Edison, per spiegare la transizione energetica agli over 65enni. Vediamo qual è la prossima tappa.

Tappa a Taranto

Dopo l’incontro a Palermo, tenutosi lo scorso 19 novembre, è ora la volta del secondo incontro con gli over 65 che si terrà il prossimo 5 dicembre a Taranto. L’incontro tratterà di sostenibilità integrale, di autoconsumo diffuso e di prosumer.

L’evento è organizzato anche in collaborazione con Adiconsum Taranto-Brindisi, FNP-Cisl Taranto-Brindisi e con Anteas Taranto-Brindisi.

Appuntamento a:

Giovedì 5 dicembre 2024  ore 10.30
Taranto – Via Regina Elena 126
Salone Paolo VI c/o UST Cisl

 

*Gli obiettivi di Energia… IN Sinergia:

  • Sensibilizzare i consumatori sugli obiettivi di sviluppo sostenibile e far comprendere il legame tra la transizione energetica e la sostenibilità
  • Accrescere il livello di conoscenza e consapevolezza dei consumatori verso la sostenibilità integrale, promuovendo tra loro comportamenti responsabili e l’uso efficiente delle risorse energetiche in casa, supportandoli nella comprensione e nella lettura pratica delle informazioni rese disponibili dalle aziende energetiche
  • Favorire una maggiore comprensione dei benefici delle diverse forme di autoconsumo diffuso (energy communities, sistemi di isolamento ed efficienza energetica degli edifici, sistemi solari individuali, ecc.), promuovendo un coinvolgimento proattivo del target e trasformando il consumatore informato in un opinion leader all’interno della propria famiglia o circolo di conoscenze per una sensibilizzazione a “cascata”.

 

Adiconsum è membro di:

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  • Consumer's Forum
  • Beuc

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  • PEFC Italia
  • Forum per la Finanza Sostenibile Ente del Terzo Settore

Adiconsum è aderente e/o collabora con:

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