In Italia solo il 18,7% del totale dei bambini di età compresa tra gli 0 e i 2 anni frequenta un asilo nido, pubblico (11%) o privato.
È quanto rivela il Rapporto presentato dall’Istat su “La scuola e le attività educative” relativo all’anno 2011, dal quale emerge come, nonostante il significativo incremento delle domande di ammissione all’assistenza all’infanzia registrato nell’ultimo decennio, a frequentare l’asilo nido siano ancora solo 2 bambini su 10.
Dal 1993 ad oggi, infatti, il numero dei bambini accolti dagli asili è più che raddoppiato, passando da 133.000 a circa 318.000.
La scelta di affidare i bambini agli asili, espressione delle esigenze lavorative sempre più stringenti dei genitori, rivela tuttavia una maggiore consapevolezza da parte delle famiglie: l’asilo nido, infatti, non rappresenta più un “parcheggio” per i piccoli, ma un luogo in cui gli stessi possono imparare a socializzare, considerato importante anche dal punto di vista educativo.
Dal rapporto emerge un considerevole divario tra il Nord-est del Paese ed il Sud e le Isole, sia in termini di disponibilità delle strutture che di soddisfazione delle domande presentate. Su una percentuale del 47,4% dei Comuni italiani che garantiscono la presenza di un servizio di asilo nido, infatti, ben il 78,2% di questi si trova al Nord, mentre solo il 20,8% è dislocato nel Sud; altrettanto diversa è la percentuale di bambini iscritti al nido al Nord (27,1%) rispetto a quelli del Sud (7,6%).
Per quanto riguarda le motivazioni della mancata iscrizione al nido, fattori oggettivi quali costi eccessivi (9%), orari scomodi (2%) e domande respinte (3,3%) rappresentano una percentuale minoritaria rispetto alle motivazioni di carattere soggettivo: la maggior parte dei genitori, infatti, oltre ai casi in cui può agevolmente ricorrere all’aiuto dei familiari (35,7%), ritiene i propri bambini ancora troppo piccoli per essere affidati ad un asilo (34,5%), temendo che gli stessi possano sentirsi abbandonati (1,9%) o non volendo delegare ad altri la propria funzione educativa (6,1%).