Continua la lunga serie di vittorie legali di Adiconsum: a Teramo, grazie all’intervento della nostra sede territoriale, alcuni consumatori sono riusciti ad ottenere un rimborso totale su alcuni buoni fruttiferi postali del 1987.
Anche in questo caso, l’Arbitro per le Controversie Finanziarie (ACF) si è pronunciato a favore dei nostri assistiti, confermando che Poste Italiane avrebbe dovuto pagare gli interessi in base ai tassi riportati sul retro del buono.
Perché Poste avrebbe pagato solamente la metà?
Chiariamo bene il punto principale, parlando di un Decreto Ministeriale che ha avuto una pesante influenza sul rendimento dei buoni fruttiferi postali, il DM 13 giugno 1986.
Con l’entrata in vigore del decreto, il rendimento dei buoni fruttiferi è stato ridotto.
Il fatto è che una serie di buoni fruttiferi del 1987 della serie P/O ha continuato a presentare sul retro una tabella di interessi precedente al DM 13 giugno 1986.
Per ovviare al problema, Poste italiane ha posto un timbro sopra il buono per modificare i rendimenti. Il timbro è stato apposto in alto al centro, lasciando il retro del buono (quello con i tassi applicati) invariato.
Il nodo fondamentale
Il punto è che, nonostante i rendimenti fino al 20° anno fossero stati abbassati, non vi era nessuna indicazione per quanto riguardava il nuovo rendimento previsto dal 21° al 30° anno.
Ciò avrebbe indotto i consumatori a prendere per valide le informazioni riportate sul buono.
Adiconsum Teramo ha portato la vicenda all’esame dell’ACF che ha dato ragione gli iscritti della nostra sede territoriale, intimando Poste italiane a versare ai consumatori la differenza tra quanto precedentemente versato (33 mila euro) e quanto dovuto (circa 71 mila euro).
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