L’impronta di carbonio (carbon footprint) è un indicatore ambientale che quantifica la quantità di gas serra, principalmente anidride carbonica (CO2), emessi da un individuo, un’azienda, un evento o un prodotto, espressi generalmente in tonnellate di CO2 equivalente (CO2e). In parole semplici, rappresenta l’impatto climatico delle nostre azioni.
Calcolare la propria impronta di carbonio è un primo passo fondamentale per comprendere la responsabilità individuale e collettiva nel contrastare i cambiamenti climatici. Conoscere le fonti che contribuiscono maggiormente alle nostre emissioni permette di individuare strategie per ridurle e adottare uno stile di vita più sostenibile.
L’impronta di carbonio: dalle origini agli impatti su aziende e stakeholder
L’impronta di carbonio assume un ruolo centrale nel dibattito sui cambiamenti climatici, tema che ha avuto il suo punto di partenza in importanti accordi internazionali come l’Accordo di Parigi del 2015. In questo contesto, il World Economic Forum ha svolto un ruolo cruciale nel sensibilizzare le aziende e gli stakeholder sull’urgenza di agire per contrastare la crisi climatica.
Le componenti dell’impronta di carbonio
L’impronta di carbonio di un individuo o di un’azienda è composta da diverse fonti di emissioni, che possiamo raggruppare in tre categorie principali:
- Emissioni dirette:
∙ Trasporti: Sono la principale fonte di emissioni per la maggior parte delle persone, dovute all’utilizzo di automobili, motociclette, aerei e altri mezzi di trasporto privati e pubblici. ∙ Riscaldamento e raffrescamento: Il consumo di energia per riscaldare le case e raffrescarle in estate genera emissioni di gas serra, soprattutto se derivante da combustibili fossili come gas naturale, carbone e petrolio.
∙ Alimentazione: La produzione di cibo, in particolare di carne, ha un impatto significativo sull’ambiente, rilasciando metano e altri gas serra.
∙ Rifiuti: La gestione dei rifiuti, soprattutto se prevede lo smaltimento in discarica, produce metano, un potente gas serra.
- Emissioni indirette:
∙ Acquisti di beni e servizi: L’intera filiera produttiva di beni e servizi, dall’estrazione delle materie prime alla produzione, al trasporto e allo smaltimento, genera emissioni di gas serra che ricadono indirettamente sul consumatore finale.
∙ Abitazioni: La costruzione e la manutenzione degli edifici, così come il loro consumo energetico, contribuiscono all’impronta di carbonio indiretta degli individui.
- Emissioni da filiera produttiva:
∙ Aziende: Le attività produttive delle aziende generano emissioni di gas serra dirette e indirette, legate al consumo di energia, ai processi industriali, alla gestione dei rifiuti e alla catena di approvvigionamento.
Le aziende e l’impronta di carbonio: responsabilità, fenomeni, misure e opportunità
Le aziende, in quanto attori chiave dell’economia globale, svolgono un ruolo determinante nella generazione di emissioni di gas serra, principalmente anidride carbonica (CO2), che contribuiscono ai cambiamenti climatici.
Fenomeni ad alto impatto per le aziende
Diversi fattori concorrono all’impatto climatico delle aziende, tra cui:
∙ Produzione: I processi produttivi, soprattutto in settori come l’industria manifatturiera, la siderurgia e la produzione di cemento, generano ingenti quantità di emissioni di CO2 a causa dell’utilizzo di combustibili fossili e di processi energeticamente intensivi.
∙ Trasporti e logistica: La movimentazione di merci e persone, sia all’interno che all’esterno dell’azienda, contribuisce significativamente alle emissioni di gas serra, soprattutto se si fa uso di mezzi di trasporto alimentati a combustibili fossili.
∙ Catena di approvvigionamento: Le emissioni indirette generate dai fornitori, dai partner logistici e da altre aziende coinvolte nella catena di approvvigionamento rappresentano una quota considerevole dell’impronta di carbonio di un’azienda.
∙ Consumo energetico: Il funzionamento degli edifici aziendali generano emissioni di CO2, soprattutto se l’energia utilizzata proviene da fonti fossili.
∙ Gestione dei rifiuti: Lo smaltimento inadeguato dei rifiuti aziendali, in particolare in discarica, può portare alla produzione di metano, un potente gas serra.
Impatti su aziende e stakeholder:
Le conseguenze dei cambiamenti climatici si traducono in impatti significativi per le aziende e gli stakeholder:
∙ Rischi finanziari: Aumento dei costi energetici, interruzioni della catena di approvvigionamento, eventi climatici estremi che danneggiano le infrastrutture e la produzione, e modifiche nei modelli di consumo che influenzano la domanda di prodotti e servizi.
∙ Danni reputazionali: I consumatori e gli investitori sono sempre più attenti all’impegno delle aziende in materia di sostenibilità. Un’immagine negativa legata all’impatto ambientale può danneggiare la reputazione e le vendite.
∙ Nuove opportunità: La transizione verso un’economia a basso impatto di carbonio crea anche nuove opportunità di business per le aziende che sviluppano soluzioni innovative e sostenibili.
Misurare e mitigare l’impatto: azioni concrete per le aziende
Per contrastare i cambiamenti climatici, le aziende possono intraprendere diverse azioni per misurare e ridurre la propria impronta di carbonio:
∙ Calcolo dell’impronta di carbonio: Il primo passo è quantificare le emissioni di gas serra generate dall’azienda, sia dirette che indirette. Esistono strumenti e metodologie specifiche per il calcolo dell’impronta di carbonio, come il GHG Protocol.
∙ Definizione di obiettivi di riduzione: Sulla base della valutazione dell’impronta di carbonio, l’azienda può definire obiettivi concreti di riduzione delle emissioni, fissando scadenze e strategie per raggiungerli.
∙ Investimenti in efficienza energetica: Migliorare l’efficienza energetica degli edifici, degli impianti e dei processi produttivi permette di ridurre i consumi energetici e, di conseguenza, le emissioni di CO2.
∙ Adozione di fonti energetiche rinnovabili: Investire in fonti energetiche rinnovabili come l’energia solare, eolica o idroelettrica permette di ridurre la dipendenza dai combustibili fossili e generare energia pulita.
∙ Gestione sostenibile della catena di approvvigionamento: Collaborare con fornitori che adottano pratiche sostenibili e che riducono il loro impatto ambientale può contribuire a diminuire l’impronta di carbonio indiretta dell’azienda.
∙ Riduzione degli sprechi: Adottare pratiche di riduzione degli sprechi in tutte le fasi del processo produttivo, dalla produzione al consumo, permette di ottimizzare le risorse e diminuire l’impatto ambientale.
∙ Comunicazione e coinvolgimento: Informare i dipendenti, i clienti e gli altri stakeholder sulle azioni intraprese per la riduzione dell’impronta di carbonio aumenta la trasparenza e favorisce il coinvolgimento di tutti gli attori.
Opportunità per migliorare l’impatto climatico
Oltre a ridurre il proprio impatto climatico, le aziende possono cogliere diverse opportunità per migliorare la loro performance in termini di sostenibilità:
∙ Accesso a nuovi mercati: I consumatori e gli investitori sono sempre più attenti all’impegno delle aziende in materia di sostenibilità. Un’immagine positiva legata alla tutela dell’ambiente può aprire nuove opportunità di mercato e attrarre nuovi clienti e investitori.
∙ Riduzione dei costi: Investire in efficienza energetica, adozione di fonti rinnovabili e riduzione degli sprechi può portare a significativi risparmi sui costi operativi nel lungo periodo.
∙ Miglioramento del brand: Un impegno concreto per la sostenibilità e la lotta ai cambiamenti climatici migliora la reputazione del brand e rafforza la fiducia dei consumatori e degli stakeholder.
∙ Innovazione e competitività: La transizione verso un’economia a basso impatto di carbonio stimola l’innovazione e lo sviluppo di nuove risorse.
Normative di riferimento nell’Unione Europea:
L’Unione Europea ha introdotto diverse normative per promuovere la riduzione delle emissioni di gas serra e la transizione verso un’economia più sostenibile, tra cui: ∙ Green Deal Europeo: Un piano ambizioso per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, con l’obiettivo di ridurre le emissioni di gas serra di almeno il 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990.
∙ Tassonomia UE: Un sistema di classificazione per le attività economiche sostenibili, che aiuta gli investitori a identificare investimenti che contribuiscono agli obiettivi climatici.
∙ Direttiva sulla rendicontazione della sostenibilità delle imprese (CSRD): Obbliga le grandi aziende a presentare report dettagliati sul loro impatto ambientale, sociale e di governance.
Impatto delle aziende sul clima e reporting di sostenibilità:
Le aziende hanno un ruolo fondamentale nella lotta ai cambiamenti climatici. La CSR Directive (Corporate Sustainability Reporting Directive) impone alle grandi aziende di presentare un report di sostenibilità che includa, tra gli altri, la loro impronta di carbonio. Questo report permette di:
∙ Misurare l’impatto climatico: La quantificazione dell’impronta di carbonio è il primo passo per individuare le aree di miglioramento e definire strategie di riduzione delle emissioni.
∙ Comunicare la trasparenza: La pubblicazione del report di sostenibilità dimostra l’impegno dell’azienda verso la sostenibilità e la trasparenza nei confronti di stakeholder e investitori.
∙ Accedere a finanziamenti agevolati: Alcune istituzioni finanziarie offrono condizioni di credito più favorevoli alle aziende che dimostrano un impegno concreto nella sostenibilità.
L’impatto lungo la catena di fornitura:
L’impronta di carbonio di un’azienda non si limita alle sue emissioni dirette, ma comprende anche le emissioni indirette generate lungo la sua catena di approvvigionamento, ovvero dai suoi fornitori, dai trasporti e dalle altre attività coinvolte nella produzione dei suoi prodotti o servizi. Per una valutazione completa dell’impatto climatico, è quindi importante considerare anche le emissioni indirette.
In conclusione, l’impronta di carbonio è un tema di fondamentale importanza per le aziende, che devono assumersi la responsabilità del proprio impatto sul clima e adottare strategie concrete per ridurlo. La normativa europea e strumenti come il reporting di sostenibilità forniscono un quadro di riferimento per le aziende per misurare, comunicare e ridurre le loro emissioni di gas serra, contribuendo così alla lotta ai cambiamenti climatici e creando valore per tutti gli stakeholder.
Lo scenario che va delineandosi è sicuramente sfidante e complesso. Non solo per le aziende di grandi dimensioni che da tempo misurano e rendicontano la loro impronta di carbonio, ma anche per le piccole medie aziende che, con l’obiettivo di diventare partner di filiera adeguati, devono procedere nella stessa direzione.
Adiconsum si propone di affiancare le aziende in questo percorso che vede, da un lato, il raggiungimento di un livello superiore e di maggior trasparenza da parte delle aziende, dall’altro, benefici per il consumatore che con un livello di consapevolezza superiore sceglierà responsabilmente aziende e prodotti.