No all’arbitrato senza Associazioni Consumator
Il decreto
pubblicato in Gazzetta conferma quanto dichiarato dal Presidente del Consiglio
e dal Ministro dell’Economia, in merito sia ai criteri per l’accesso ai
rimborsi forfettari che all’arbitrato e sia all’importo dell’indennizzo forfettario,
lasciando però intatti alcuni interrogativi.
La limitazione dell’indennizzo ad una
percentuale predeterminata (80%) e l’esclusione da tale meccanismo per chi ha
acquistato i titoli dopo il 12 giugno 2014, infatti, non tengono in debita
considerazione non solo gli effettivi danni subiti, essendo la qualificazione
giuridica dell’indennizzo più limitata rispetto al danno, – dichiara
Walter Meazza, Presidente Adiconsum
– ma lascia anche i risparmiatori senza quella
tutela efficace dei loro rappresentanti e cioè delle Associazioni Consumatori, optando
per l’arbitrato invece che per la conciliazione paritetica, la procedura adottata
con successo in tante altre vicende di risparmio tradito. Né sono di
“conforto” i criteri di individuazione degli “arbitri” al
cui interno una quota (sempre a tutela dei risparmiatori) doveva
obbligatoriamente spettare alle Associazioni medesime, in quanto, di fatto, i
nomi saranno scelti dal Governo, che è lo stesso che ha dato la “stura”
ad un provvedimento tanto opinabile quanto presumibilmente “macchiato”
di incostituzionalità.
Ci preoccupa poi –
conclude Meazza – la probabilità che le azioni penali in corso
possano subire uno stallo o, addirittura, se trattasi di reati procedibili a
querela, come la truffa, possano venir meno (per estinzione) a seguito della
rinuncia dei piccoli risparmiatori. Ciò comporterebbe l’impunità di chi ha
sbagliato che, come spesso accade nel nostro Paese, non pagherebbe per gli
illeciti commessi. Un’altra occasione mancata per il sistema bancario di
recuperare la già precaria fiducia in esso riposta dai consumatori.