Ancora un dato negativo del PIL
per il nostro Paese.
Lo ha registrato l’Istat quantificandolo in un -2,4% nel
2012 e in un -0,9% nel IV trimestre dello stesso anno.
I quasi sette milioni gli italiani in
grave crisi economica – dichiara Pietro Giordano Segretario Generale Adiconsum – sono la prova provata di un calo dei consumi
ormai insopportabile e specchio di una recessione che tarda ad essere
sanata, aggravata dall’incertezza del quadro politico che non riesce a dare un
Governo al Paese, con l’inevitabile aggravamento del quadro economico e sociale
dello stesso.
Un Governo Costituente capace di
operare le grandi riforme, da quella fiscale a quella della giustizia –
prosegue Giordano – è ormai indispensabile se non si vuole
cadere nel girone dantesco del populismo di destra e di sinistra, con derive
che rischiano di condurre al ridimensionamento, se non all’annullamento della
Democrazia, con il rischio di nuovi totalitarismi.
Solo
la realizzazione di un Governo stabile può dare certezze alle famiglie e
realizzare un circolo virtuoso che rilanci i consumi e quindi riavvii la
produzione di beni e servizi, con rilancio dell’occupazione, della
disponibilità di maggiore reddito e quindi di nuovo maggiori consumi.
Per
far ciò, un Governo stabile, a giudizio di Adiconsum, deve:
·
tagliare gli sprechi della politica
(soppressione delle Province, accorpamenti dei comuni e taglio delle
municipalizzate, regionalizzazione del Senato, forte ridimensionamento dei
contributi elettorali)
· condurre
un’efficace lotta all’evasione fiscale colpendo sia le grandi che le
“piccole” evasioni
·
avviare le grandi riforme del Paese.
Riforme che –
continua ancora Giordano – devono iniziare dall’abbattimento delle
aliquote fiscali più basse, quelle cioè che colpiscono sia i lavoratori
dipendenti che i pensionati che sostengono l’80% delle entrate erariali, e
continuare con la riduzione del cuneo fiscale ridando fiato soprattutto alle
piccole e medie imprese che “strozzate” dell’eccessivo costo del
lavoro hanno finito col non assumere più e hanno bloccato il turn over
occupazionale. La stessa lotta alla precarietà non si opera attraverso leggi
dragoniane che annullano la Legge Biagi e il ruolo delle parti sociali, finendo
con l’espellere o produrre lavoro nero, anziché includere occupazione, con
ulteriori danni ai consumi e alla filiera produttiva.
La campagna elettorale sarebbe dovuta
finire da tempo, ma sembra che ciò non sia – conclude Giordano – È tempo
che le forze politiche votate dai cittadini trovino le intese necessarie per
ridare sviluppo e speranza al Paese e quindi ai consumatori.