In un parere scientifico pubblicato il 29 giugno scorso l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) afferma che le tradizionali prassi di ispezione delle carni di pollame non sono sufficienti ad affrontare appieno i pericoli biologici più significativi per la salute pubblica, e cioè le contaminazioni ad opera di batteri dei generi Campylobacter, Salmonella e di ceppi batterici produttori di enzimi beta-lattamasi a spettro esteso (ESBL) e beta-lattamasi AmpC (generalmente Escherichia coli e Salmonella non tifoidea).
Nel parere, in cui fornisce una base scientifica per la modernizzazione dell’ispezione delle carni di pollame, l’EFSA sostiene che sarebbero più efficaci interventi basati sul rischio, unitamente a un uso migliorato delle informazioni condivise tra allevamenti e macelli (note come informazioni sulla catena alimentare). Tali informazioni sarebbero inoltre importanti per rilevare eventuali problemi a livello di salute e benessere degli animali.
L’Autorità ritiene invece improbabile, nelle sue conclusioni, che le sostanze chimiche presenti nella carne di pollame (diossine, i policlorobifenili diossina-simili e gli antibiotici cloramfenicolo, nitrofurani e nitroimidazoli) rappresentino una minaccia immediata o acuta per la salute dei consumatori.
Per saperne di più: comunicato stampa EFSA 29 giugno 2012