È veramente lungo e, purtroppo, senza garanzie di poter recuperare il credito dovuto, l’iter che il consumatore deve affrontare nel caso in cui sia creditore nei confronti di un’azienda.
Tutto è legato all’esito del Concordato preventivo presentato dall’azienda o del Fallimento dichiarato dal Tribunale.
CONCORDATO
L’iter consiste di 4 fasi:
Fase 1: procedura di ammissione
La domanda di Concordato presentata dall’azienda viene esaminata dal Tribunale Fallimentare che ne valuta la legittimità. Tale fase si può concludere con un decreto di ammissibilità (e si passa alla FASE 2) o di inammissibilità (e in tal caso potrebbe sfociare nel Fallimento vero e proprio su richiesta dei creditori o del Pubblico Ministero)
Fase 2: approvazione
Se il Piano di recupero del credito contenuto nel Concordato supera il vaglio del Tribunale Fallimentare, i creditori appositamente convocati dovranno votare ed approvare il Piano a maggioranza. Se il Piano viene approvato, si passa alla FASE 3
Fase 3: omologazione
A questo punto il Tribunale Fallimentare non fa altro che omologare il Concordato con decreto e chiudere la procedura. Tra la presentazione del Piano di recupero e l’omologazione dovrebbero trascorrere al massimo 6 mesi, ma poiché trattasi di termine ordinatorio, in effetti i tempi sono diluiti.
Fase 4: esecuzione
Il Piano di recupero va eseguito nei tempi indicati dal Tribunale Fallimentare che possono sfiorare anche i 5 anni.
FALLIMENTO
Nel caso in cui invece la dichiarazione di Fallimento viene resa dal Pubblico Ministero o da parte di un creditore, il consumatore ha ancora più scarse speranze di vedersi risarcire il dovuto perché rientra tra i c.d. creditori chirografari, che ottengono il risarcimento solo dopo i creditori privilegiati.
Diverso è il caso del consumatore che invece è in possesso di un titolo esecutivo come un decreto ingiuntivo o una sentenza già notificati. In tal caso egli rientra tra i c.d. creditori privilegiati e ottiene il risarcimento a pieno titolo.
Comunque sia in un caso che nell’altro, i consumatori hanno poche tutele. Per questo Adiconsum propone la costituzione di un Fondo di garanzia che dia tute certe ai consumatori.