Un articolo apparso sul sito di Repubblica
fa il punto sulla diffusione della Pec, la posta elettronica certificata, nel
nostro Paese. Introdotta nel 2000, come mail certificata per dialogare tra le pubbliche
amministrazioni, la Pec, dal 2005, ha assunto lo stesso valore di una lettera
raccomandata con avviso di ricevimento e può essere utilizzata da tutti, non
solo dalle imprese, ma anche dai privati cittadini.
Che cosa
si può comunicare con la Pec
Si possono inviare documenti alla pubblica
amministrazione, all’Inps, all’Inail, agli enti locali, ecc..
Bilancio
della Pec secondo Adiconsum
A nostro avviso, la Pec non ha avuto una diffusione
di massa, ma si tratta senz’altro di uno strumento utile non solo per il
singolo, ma per un utilizzo di comunità. Infatti, si attiva una Pec solo quando
serve e spesso e volentieri, si usa magari quella di un parente che la utilizza
per lavoro. Ma il grosso limite della Pec, secondo Adiconsum, è fisico, nel
senso che la capienza di una casella è irrisorio, pari a circa ½ o 1 giga.
Capita, quindi, spesso di ritrovarsi con la mail piena e di non poter più
ricevere messaggi. A questo punto se non c’è un alert che lo segnala, lo
strumento si rivela del tutto inutile.
Inoltre, a nostro avviso, c’è anche un’altra
ragione per cui i privati non aprono la Pec: è più difficile sfuggire a
comunicazioni provenienti dalle pubbliche amministrazioni, come gli atti
giudiziari e le multe che a breve potranno essere spedite via mail certificata.
In quest’ultimo caso, una volta avuta conferma dell’avvenuta ricezione,
scattano i termini di pagamento, a prescindere che si sia letta oppure no.