Per
l’affermazione della responsabilità professionale dell’avvocato è necessario
che, secondo un giudizio probabilistico, la sostituzione della condotta
asseritamente colposa con quella esigibile possa determinare il vantaggio
auspicato dal cliente. Tale forma di responsabilità presuppone la violazione del
dovere di diligenza, per il quale trova applicazione, in luogo del criterio
generale della diligenza del buon padre di famiglia, quello della diligenza
professionale media esigibile, ai sensi dell’art. 1176, comma 2, c.c., da
commisurare alla natura dell’attività esercitata, in combinato disposto con
l’art. 2236 c.c..
(Corte di Cassazione, sez. III Civile, sentenza n. 10526/15; depositata il 22
maggio)
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