Secondo l’indagine di Eurobarometro pubblicata il 9 luglio scorso, più del 90% dei cittadini UE ritiene che qualità e prezzo siano fattori rilevanti nella scelta dei prodotti alimentari. Il 65% degli intervistati, infatti, ritiene “molto importante” il fattore qualità, e il 54% il fattore prezzo. Soltanto per il 34% degli intervistati, invece, è “molto importante” anche l’origine, e per il 15% il marchio. E, a proposito di marchi, il 24% degli intervistati riconosce il nuovo logo biologico UE, a meno di due anni dalla sua introduzione.
Quanto a sicurezza alimentare – e cioè alla garanzia dell’accesso alle risorse alimentari – tre quarti dei cittadini UE sono preoccupati circa la capacità di rispondere ai fabbisogni alimentari a livello mondiale, mentre meno del 60% è preoccupato della capacità dell’UE e degli Stati membri di rispondere efficacemente ai bisogni alimentari della propria popolazione. In particolare, in Italia solo il 10% degli intervistati teme una possibile carenza della produzione nazionale di alimenti, mentre in Grecia, unico paese nell’UE, la maggioranza della popolazione (61%) ha questa preoccupazione.
La maggior parte dei cittadini UE, infine, ritiene che l’agricoltura dia un contributo positivo per la tutela delle aree rurali: l’81% degli intervistati ha dichiarato che l’agricoltura è positiva per l’ambiente, l’86% che contribuisce alla bellezza del paesaggio rurale e l’89% che aiuta a proteggere le aree rurali.
[1] Nell’accezione più corretta, la “sicurezza alimentare” va intesa come traduzione dell’Inglese “food security”, e sta ad indicare la garanzia di accesso alle risorse alimentari. Quando ci si vuole invece riferire alla salubrità del cibo – in Inglese “food safety” – è più corretto parlare di “sicurezza degli alimenti”.