Adiconsum ritiene irrinunciabile il diritto alla mobilità dei consumatori e ritiene che tale diritto debba esercitarsi senza alcuna forma di aggravio dei costi per i consumatori, ponendo una particolare attenzione alle fasce più povere.
Adiconsum ritiene che tale diritto non sia adeguatamente tutelato nella proposta del Governo inserita nella Legge di Bilancio 2019, dove si introduce un aumento del malus per le auto più inquinanti.
Nell’incontro col ministro dello Sviluppo Economico, Luigi Di Maio, Adiconsum ha esposto in un documento le sue perplessità sul meccanismo proposto, ritenendolo non risolutivo, alla luce degli scarsi risultati ottenuti nell’unico Paese dove è stato adottato e cioè la Francia, in cui, anzi, si è assistito ad un aumento delle vetture termiche a combustione.
Adiconsum, consapevole della gravità delle condizioni ambientali, dei cambiamenti climatici e della necessità di avere politiche strutturali in materia di mobilità collettiva ed individuale, propone un APPROCCIO TRANSITORIO, attraverso l’introduzione di misure di accompagnamento, di supporto, di stimolo e di cambio comportamentale dei consumatori e delle industrie del settore, verso la mobilità a zero emissioni. A tal proposito, a nostro avviso, una convergenza tra mobilità privata e pubblica produrrebbe risultati più efficaci.
Per Adiconsum è necessario che nella prossima Legge di Bilancio sia indicato solo l’ammontare delle disponibilità economiche per incentivare le auto meno inquinante, lasciando al tavolo di lavoro al ministero dello Sviluppo Economico e a tutti gli stakeholder, Associazioni Consumatori comprese, la discussione delle modalità attuative
È necessario, inoltre, in considerazione delle agevolazioni di immatricolazione proporzionate all’emissione degli inquinanti, tenere in conto non solo il valore dell’anidride carbonica (CO2) emessa, ma anche tutte le altre. A tal proposito, si propone di incaricare un organismo terzo che rilevi tutti gli inquinanti presenti nelle varie tipologie di veicoli.
Infine, ma non ultimo, occorre cambiare il parco macchine inquinante. I costi di questa trasformazione non possono essere caricati solo sui consumatori, ma devono contribuire anche le imprese. Gli incentivi dovranno essere composti da contributi statali e dai produttori. Poiché ci vorrà un po’ di tempo, prima che l’acquisto di nuove macchine non inquinanti riducano in maniera significativa le emissioni, riteniamo che nel periodo di transizione, bisognerà incentivare la rottamazione delle auto più vecchie e promuovere il dual-fuel (cioè benzina-metano, benzina-biometano, benzina-elettrico) per quelle ugualmente inquinanti, ma acquistate più recentemente.