Quando si parla di sicurezza alimentare si è soliti considerare l’alimento in sé, i suoi ingredienti e la sua composizione e, relativamente agli aspetti propriamente salutistici, si guarda al valore nutrizionale e al potenziale ruolo che un certo alimento svolge o dovrebbe svolgere nell’ambito di una dieta varia e bilanciata. Ciò che non tutti i consumatori sanno è che quando si acquista un prodotto alimentare c’è un altro fondamentale elemento da considerare, oltre al contenuto: il contenitore!
Cosa sono i MOCA
La bottiglia di latte del supermercato, il cartone della pizza da asporto o l’involucro del tramezzino che consumiamo al bar sono solo alcuni esempi di MOCA, acronimo di Materiali e Oggetti destinati al Contatto Alimentare, vale a dire di quei materiali destinati ad essere in contatto con prodotti alimentari o che si prevede ragionevolmente che possano entrarvi in contatto. Anche le stoviglie rientrano nel novero dei MOCA, così come i distributori automatici e i macchinari industriali impiegati per la trasformazione delle materie prime; i MOCA svolgono dunque un ruolo di primaria importanza “proteggendo” l’alimento destinato al consumo umano e proprio per questo sono oggetto di una specifica (e variegata) disciplina. Tra regolamenti europei e disposizioni nazionali, la normativa è molto ampia, ma ad oggi, con il proliferare di packaging innovativi, riciclati e sostenibili (o presunti tali), sembrerebbe necessario un aggiornamento che contempli le nuove soluzioni e le regolamenti in modo rigoroso; le nuove tecnologie applicate al settore alimentare non devono necessariamente spaventare, il progresso può infatti comportare l’adozione di soluzioni alternative accettabili e positive (vedi in proposito il progetto SHEALTHY di cui Adiconsum è partner) ma, onde evitare rischi per la salute dei consumatori, sembrerebbe opportuno un intervento regolatorio mirato.
La normativa sui MOCA
I principi ispiratori della disciplina sui MOCA consistono infatti nell’evitare l’utilizzo di materiali tossici o potenzialmente dannosi e limitare il rischio di “migrazione” e cioè di trasferimento del materiale dall’imballaggio/contenitore all’alimento. Questa disciplina non si applica tuttavia ad adesivi, a solventi e coloranti utilizzati nella plastica e a svariate sostanze chimiche che ad oggi sono impiegate nei MOCA; esiste dunque una zona grigia che può destare preoccupazione. Nell’attesa di un’eventuale azione a livello normativo, come essere certi di acquistare e utilizzare materiali a contatto con gli alimenti che siano sicuri e non dannosi? Un aiuto proviene da SAFE, organizzazione il cui obiettivo è garantire che la salute e la corretta informazione siano al centro della legislazione alimentare europea; SAFE ha recentemente pubblicato delle linee guida per un corretto e responsabile utilizzo dei MOCA. Plastica, plastica riciclata, alluminio, contenitori con PFAS (composti fluorurati che solo in minima parte sono stati testati e limitati a livello europeo, esistendone molti altri potenzialmente in uso) e imballaggi a base di polimeri rappresentano l’oggetto di questo utile documento ricco di consigli per i consumatori, consultabile e scaricabile gratuitamente qui in lingua inglese.
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A cosa prestare attenzione?
Plastica
- Prediligi alternative riutilizzabili come il vetro per stoviglie, bottiglie e contenitori per alimenti
- Acquista prodotti freschi non confezionati quando fai la spesa, soprattutto frutta e verdura (anche l’ambiente ringrazierà!)
- Considera di acquistare prodotti sfusi, ad esempio cereali, legumi, frutta secca e biscotti.
- Evita di riscaldare o usare oggetti di plastica monouso per altri alimenti rispetto a quelli per cui sono stati originariamente utilizzati (ad esempio, non riutilizzare contenitori di gelato monouso per conservare cibi caldi o grassi)
Plastica riciclata
- Quando possibile, assicurati che le pratiche di riciclo siano corrette e scrupolose.
- Se potabile, preferisci l’acqua di rubinetto a quella in bottiglia di plastica; se contiene PET riciclato, la plastica potrebbe essere stata trattata non adeguatamente o contaminata prima del riciclo
- Evita la plastica nera riciclata poiché la possibilità di contaminazione con sostanze chimiche dannose è maggiore a causa di sistemi di riciclo difettosi.
Alluminio
- Non utilizzare contenitori di alluminio per la cottura di alimenti fortemente acidi o molto salati (es: pomodoro, rabarbaro, aringhe e simili)
- Ricorda che l’alluminio è destinato:
- al contatto con alimenti refrigerati (5-7° C)
- al contatto con alimenti a temperature non refrigerate per un massimo di 24 ore
- al contatto con alimenti per più di 24 ore a temperatura ambiente solo per alimenti secchi come pasta non fresca, legumi, funghi e frutta secchi, prodotti di confetteria
- Prediligi la caffettiera tradizionale alle capsule di alluminio; non solo questa è meno inquinante, ma le capsule possono contenere oltre ai chicchi di caffè macinati altri grassi animali e additivi
- Evita di mettere le caffettiere in alluminio nella lavastoviglie in quanto il lavaggio potrebbe rimuovere gli strati protettivi
PFAS (composti fluorurati)
- Scegli utensili da cucina e stoviglie privi di PFAS; è solitamente indicato sulla confezione.
- Ricorda che gli imballaggi alimentari come le scatole di carta per la pizza, i sacchetti di carta per le patatine fritte, le scatole di cartone da asporto e la maggior parte dei cartoni utilizzati dalle catene di fast-food sono spesso trattati con PFAS
- Fai attenzione a non compostare gli imballaggi alimentari a base di fibre che sono stati trattati con PFAS
- Quando possibile evita i contenitori usa e getta e scegli di (ri)utilizzare i tuoi.
Imballaggi in fibre vegetali
– Occhio ai claims “biodegradabile”, “eco-friendly”, e “compostabile”; assicurati di poter verificare l’assenza di composti chimici dannosi per la salute e per l’ambiente.
– Non usare contenitori fatti con una miscela di melamina e bambù/fibra di mais.
– Non usare stoviglie di melamina per cibi caldi e non mettere le stoviglie di melamina nel microonde o in lavastoviglie.
Pochi semplici accorgimenti possono davvero fare la differenza in un ambito così importante eppure a volte troppo poco considerato; se è certamente vero che l’abito non fa il monaco… il contenitore, in questo caso, fa la salubrità.
Ulteriori informazioni sulle attività di Adiconsum nel settore alimentare sono disponibili qui
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