Dal 19 dicembre sarà molto più facile assicurarsi che il pane fresco lo sia veramente.
Stiamo parlando di un bene di consumo che, fino ad oggi, non garantiva un’etichetta particolarmente trasparente: molto spesso, infatti, si adottava questa dicitura senza specificare chiaramente i requisiti per utilizzarla.
La definizione ufficiale di Pane Fresco
“La denominazione di «pane fresco» da riservare al pane prodotto secondo un processo di produzione continuo, privo di interruzioni finalizzate al congelamento, alla surgelazione o alla conservazione prolungata delle materie prime, dei prodotti intermedi della panificazione e degli impasti, fatto salvo l'impiego di tecniche di lavorazione finalizzate al solo rallentamento del processo di lievitazione, da porre in vendita entro un termine che tenga conto delle tipologie panarie esistenti a livello territoriale”.
Facciamo chiarezza sul termine “processo di produzione continuo”: per utilizzare questo termine è necessario che tra l’inizio della produzione e la messa in vendita del bene non trascorrano più di 72 ore.
Se non è fresco…
Significa che il pane deriva da impasti surgelati o con conservanti in questo caso si utilizza la denominazione “pane conservato o a durabilità prolungata”.
NO allo spreco
Qualunque sia la tua scelta, ricordati di acquistare con saggezza; molto spesso il pane rientra tra i beni che finiscono nella pattumiera.
Ecco alcuni suggerimenti per risparmiare:
- evita di acquistare grandi quantità in una sola volta, la cosa migliore sarebbe acquistare il pane necessario giorno per giorno
- riutilizza il pane non più fresco, ad esempio immergendolo in zuppe e minestre.