Non si placa il dibattito intorno alla decisione della Gran Bretagna di contrastare l’elevato tasso di obesità dei suoi abitanti, apponendo sugli alimenti dei “semafori” (rosso, verde, giallo), che dovrebbero indicare i prodotti più o meno calorici:
•semaforo “rosso” per indicare l’alimento più calorico e quindi da evitare
•semaforo “giallo”, per l’alimento a medio contenuto calorico
•semaforo “verde” per l’alimento meno calorico.
Una soluzione, ad avviso di Adiconsum, troppo semplicistica e riduttiva: il problema dell’obesità, infatti, è un po’ più complessa, e merita strategie mirate più efficaci.
Tra l’altro, l’applicazione dei semafori boccia indistintamente prodotti dall’alto valore nutrizionale e junk food (cibo spazzatura), penalizzando in maniera pesante i prodotti del nostro Made in Italy e più in generale tutti i prodotti della dieta mediterranea, la cui validità in termini di corretta alimentazione ci invidia tutto il mondo.
Essa, infatti, attinge la sua validità dalla varietà e dalla stagionalità dei prodotti, abbinata alle giuste quantità, bandendo gli eccessi.
Questo è tanto vero che negli ultimi anni sono aumentati in maniera esponenziale i casi di contraffazione dei prodotti alimentari italiani nel mondo.
L’apposizione del semaforo è indice di scarsa conoscenza della composizione dei prodotti italiani, della loro origine, dei loro disciplinari di produzione e delle loro proprietà nutritive.
Adiconsum ha rivolto un appello alla Commissione europea , perché respinga la proposta di introduzione dei “semafori” avanzata dalla Gran Bretagna.
L’obesità non si combatte con i “semafori”, ma con campagne informative sulla corretta alimentazione e mettendo in grado il consumatore di scegliere l’alimento meno nocivo alla propria salute con etichette più trasparenti e complete.