Sensazionale sentenza della Corte
di Cassazione (n.
5327/2013) che ha messo in discussione quanto sentenziato dalla Corte di
Appello di Napoli in merito ad un ricorso presentato da un assicurato, vittima
di un aumento illegittimo del premio assicurativo (considerando come parametro di riferimento dell’aumento il
corrispondente incremento dei premi della media europea).
La compagnia presso cui era
assicurato il consumatore era stata trovata “in odore” di “cartello”, per aver
siglato un “accordo” con altre compagnie per mantenere agli stessi livelli le
tariffe delle polizze Rc auto, ostacolando quindi la concorrenza tra le stesse a sfavore dei
consumatori, impossibilitati ad usufruire dell’offerta più conveniente. E per
questo l’azienda era stata condannata dall’Autorità per la concorrenza e il
mercato.
Nella sentenza succitata, la Corte
di Cassazione ha riaffermato quindiil principio, ormai consolidato, che gli
atti dei procedimenti dell’Antitrust rappresentano una “prova privilegiata” a
favore del consumatore.
Pertanto l’assicurato può avvalersi
della “presunzione” che l’aumento del premio sia stato dovuto ad un accordo
collusivo tra compagnie assicurative.
Spetterà all’impresa fornire la
prova contraria, ma lo dovrà fare in maniera puntuale, dimostrando che l’aumento
è stato applicato ad es. per l’alta sinistrosità dell’assicurato, o per aver
svolto delle prestazioni per assicurare la corretta copertura della polizza o per
difficoltà economiche dell’impresa stessa.