La nuova normativa (legge n. 44 del 16 aprile 2012) che prevede una differente forma di tassazione per i conti di deposito, i libretti di risparmio e i conti correnti, ha determinato una richiesta di chiarimenti da parte dell’Autorità garante della Concorrenza e del Mercato alle Presidenze di Camera e Senato.
La normativa introduce diverse modifiche a quanto esistente. Nello specifico:
per il conto corrente (bancario e postale) e i rendiconti dei libretti di risparmio (anche postali) una imposta fissa di euro 34,20 per il cliente – persona fisica e di 100 euro per persona non fisica. Per le persone fisiche l’imposta non è dovuta se la giacenza media è inferiore ai 5000 euro e per i buoni postali fruttiferi di valore di rimborso inferiore ai 5000 euro.
per i prodotti finanziari (compresi i depositi bancari e postali) l’imposta (del 2012) è 1 per mille annuo (con tetto massimo di 1200 euro: dal 2013 sarà del 1,5 senza tetto massimo.
La nuova normativa quindi differenzia forme di risparmio uguali (libretto di deposito e conto deposito storicamente assoggettate alla medesima imposizione fiscale), assimilando il conto deposito ai prodotti finanziari, con aggravio della tassazione dei conti deposito rispetto ai libretti di risparmio e ai conti correnti.
Secondo l’Autorità, e Adiconsum condivide pienamente la richiesta di chiarimenti espressa dall’Autorità, la differenziazione non è giustificata poiché i libretti di risparmio e conti di deposito hanno la stessa funzione giuridica e finalità economica, con l’unica differenza concernente l’utilizzo di un supporto cartaceo per le annotazioni dei movimenti; inoltre è introdotta una “no tax area” per libretti di risparmio e conti corrente, ma non per i conti deposito, con indubbio svantaggio concorrenziale per questi ultimi.