Alla luce della nostra indagine di qualche giorno fa sulle velocità di connessione in fibra, partita proprio dopo aver visto lo spot pubblicitario di Iliad, non ci sorprende che il Giurì, l’Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria, abbia deciso di vietarne la diffusione. Ecco perché.
La decisione del Giurì
Il Giurì ha ritenuto l’offerta pubblicitaria di Iliad per le connessioni in fibra per il telefono di casa “comunicazione commerciale ingannevole”, vietandone, pertanto, la diffusione. La pronuncia dell’Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria ha avvalorato la fondatezza delle nostre tesi.
La nostra indagine sulle offerte fibra
La nostra indagine sulle offerte fibra ha subito evidenziato:
- la scarsa trasparenza delle informazioni
- la mancanza del riferimento della velocità minima contrattuale
- l’impossibilità di fare comparazioni realistiche delle varie offerte tra loro.
In particolare riguardo all’offerta Iliad constatavamo la non trasparenza del messaggio soffermandoci sulla velocità promessa indicata, “fino a 2.5Gbit/s su 1 porta Ethernet, fino a 1Gbit/s su 2 porte Ethernet, fino a 0.5Gbit/s in Wi-Fi”, informazione incomprensibile per il consumatore, anche e soprattutto se non messa in relazione con i competitor.
Per i risultati dell’indagine completa. clicca qui
La segnalazione all’AGCOM
A questo punto è stata nostra cura inviare la nostra indagine e segnalare tutte le criticità all’Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM) e chiedere un incontro.
La risposta dell’AGCOM
La risposta dell’Autorità non si è fatta attendere e siamo stati convocati in audizione nei prossimi giorni.
La convocazione dell’AGCOM
Nel corso dell’audizione ribadiremo le nostre richieste di:
- contratti trasparenti contenenti le specifiche tecniche della connessione e la velocità minima garantita
- parametri certi e misurabili per comparare le varie offerte tra loro.