PANDORI E PANETTONI: GLI INGREDIENTI CHE NON DEVONO MANCARE

20 Dicembre 2016

Si
fa presto a dire “panettone” e “pandoro”, ma a suo tempo e precisamente nel
luglio del 2005 è intervenuto un decreto ministeriale, definendo le caratteristiche
per poter denominare i prodotti da forno natalizi.

I
3 elementi caratterizzanti di questi dolci sono:

·      
la lievitazione naturale

·      
il burro

·       le uova fresche.


Uguaglianze tra panettone e pandoro

Entrambi
utilizzano

·       un lievito
naturale a pasta acida

·       uova di gallina di categoria “A” e/o tuorlo
d’uovo in quantità tali da garantire non meno del 4% in tuorlo


Differenze
tra panettone e pandoro

La differenza riguarda la quantità di burro
utilizzata:

·       nel panettone: in quantità non inferiore al
16%

·       nel pandoro: burro in quantità non
inferiore al 20%.

Gli
amanti del pandoro sono avvisati: senz’altro risulta essere un po’ più grasso
rispetto al panettone.


L’etichetta

Deve
riportare:

·  
la denominazione di vendita

·  
una descrizione del prodotto

·  
la lista degli ingredienti in ordine
ponderale decrescente

·  
il nome e la sede del produttore o confezionatore o del venditore

·  
una menzione
facoltativa che indica le modalità di
conservazione

·  
il termine minimo di conservazione

·  
il peso netto.

 

Panettone e pandoro artigianale

I prodotti venduti direttamente nei laboratori
possono essere privi di etichetta,
purché denominazione di vendita e lista degli ingredienti sul banco di vendita
siano riportati su un cartello posto
del banco di vendita o in un registro disponibile
alla consultazione da parte dei clienti.

IMU E TASI: IL SALDO VA PAGATO ENTRO IL 16 DICEMBRE

15 Dicembre 2016

Quella di venerdì 16
dicembre è un’altra data fatidica per i contribuenti italiani, possessori di
case, ma non per tutti. Infatti, l’IMU e la TASI, le due tasse sulla casa, sono
state abolite dalla Legge di Stabilità 2016, ma solo sulle prime case.

Rimane quindi il loro pagamento entro venerdì 16
dicembre nei seguenti casi:


TASI

La TASI va pagata:

·      sulle prime case di lusso, quelle cioè appartenenti
alle seguenti categorie catastali: A1, A8 e A9

·      in misura ridotta dello 0,1%, per gli immobili non venduti e non affittati.
(I Comuni hanno però facoltà di azzerarla o di ridurla ulteriormente).

Non va,
invece, pagata
per la casa assegnata al coniuge separato legalmente o divorziato.


IMU

L’IMU, abolita per le prime case, va pagata sulle
seconde, ma gode di una serie di agevolazioni:

·     
riduzione del 50% se la seconda casa viene data in «comodato» a figli o genitori, ma
solo se:

1.   il comodato è registrato

2.   si possiede solo una prima casa oltre a quella data al parente

·      riduzione del 75% (si paga quindi solo il 25%) per i contratti a canone
concordato.


Le aliquote

L’ultima rata, cioè a quella a saldo di IMU e TASI,
va pagata secondo le aliquote:

1.   stabilite dalle
delibere comunali adottate entro il 30 aprile oppure il 31 luglio (se si tratta
di città metropolitane)

·     
pubblicate sul sito delle Finanze (www.finanze.it) entro il 28
ottobre. In assenza, si applicheranno le aliquote e le eventuali detrazioni
valide per il 2015.

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BOLLO AUTO: ACI SANZIONATA PER COMMISSIONI CHIESTE SU PAGAMENTI CON BANCOMAT

14 Dicembre 2016

L’Antitrust ha posto la parola “fine” ad una
vessazione nei confronti dei consumatori e degli automobilisti in particolare.
Stiamo parlando di quella perpetrata dall’ACI, Automobile Club d’Italia, a danno
di coloro che volevano pagare il bollo auto con bancomat o carta di credito
presso le delegazioni ACI o tramite il suo sito internet.

L’automobilista che voleva pagare il bollo auto
presso una delegazione ACI aveva due possibilità:

·     
pagare in
contanti

·     
pagare con
bancomat/carta di credito, ma a questo punto si vedeva addebitare, oltre al
costo fisso di 1,87 euro, più una commissione pari a 0,20 euro.

L’automobilista che voleva pagare il bollo auto
attraverso il sito internet dell’ACI si vedeva addebitare:

·     
oltre ai costi
fissi, una commissione aggiuntiva calcolata nella misura dell’1,2% sull’importo
totale del bollo.

 

L’art. 62 del Codice del Consumo sancisce
il divieto assoluto di imporre spese aggiuntive ai consumatori per l’utilizzo
di determinati strumenti di pagamento, come carte di credito o bancomat.

In virtù della violazione di tale
articolo, l’Autorità garante per la concorrenza ed il mercato ha sanzionato
l’Automobile Club d’Italia e la sua controllata Aci Informatica S.p.A al
pagamento della sanzione amministrativa di 3 milioni di euro.

L’articolo 62 è una delle vittorie
ottenute in questi anni dai consumatori, ma purtroppo la pratica
dell’applicazione di commissioni aggiuntive quando si paga con carta di credito
è dura da estirpare. Recentemente l’Autorità ha sanzionato di nuovo due
compagnie aeree che applicavano commissioni ai consumatori che prenotavano il
volo con carta di credito e in precedenza anche alcune agenzie di viaggio
online.

La pratica delle commissioni aggiuntive
in caso di pagamento con carta di credito è anche sotto la lente del Centro
Europeo Consumatori Italia, insieme alla rete ECC-Net di informazione e
assistenza nel consumo transfrontaliero istituita dalla Commissione europea in
tutti gli Stati membri, a fronte delle numerose segnalazioni ricevute dai
consumatori per prenotazioni online (volo, albergo, noleggio auto, ecc.).

 

IMPORTANTE: In caso di addebito di commissioni aggiuntive, non esitare a segnalare
l’accaduto alle sedi Adiconsum
(se sei un iscritto ad Adiconsum puoi chiamare il Numero Verde 800 89 41 91,
oppure puoi iscriverti online a soli 5 euro dalla sezione Iscriviti o tramite l’App
Adiconsum
Reclami 2.0
” o chiamando il Numero Verde).



BITCOIN: TUTTO QUELLO CHE C’È DA SAPERE

11 Dicembre 2016

Recentemente, attraverso i più disparati mezzi di
comunicazione, si è parlato di Bitcoin, la valuta virtuale che sembra portare
facili guadagni agli investitori.

In realtà le cose stanno molto diversamente.

Con l’obiettivo di fare chiarezza, tratteremo
l’argomento sotto vari punti di vista.

 

Cos’è il
Bitcoin

Definire il Bitcoin non è semplice; si tratta di
una criptovaluta, le cui transazioni vengono registrate in un database
distribuito, la c.d. blockchain, utilizzata nello scambio di dati “peer to peer”,
attraverso pc collegati in rete allo stesso livello, senza bisogno di un
server.

Tuttavia, se volessimo tener conto delle critiche
formulate da importanti esponenti dell’economia globale, il termine moneta
virtuale non sarebbe corretto: come spiegato da Axel Weber, ex governatore
della Bundesbank, il Bitcoin presenta, infatti, delle repentine e pesanti
fluttuazioni di valore che lo rendono pericolosamente instabile.

 

L’atteggiamento cauto verso questa (non)moneta si è
esplicitato anche in occasione del contest #EuroVideoChallenge 2017. L’evento,
promosso dalla BCE, ha premiato una video-infografica che ha contestato il
sistema del Bitcoin nella sua accezione di moneta. Le motivazioni addotte sono
le seguenti:

 

·     
non può essere utilizzato come riserva di valore, perché il suo valore può cambiare radicalmente in
poche ore

 

·     
non è un mezzo di scambio efficace (i prezzi dovrebbero adeguarsi al valore della
moneta in tempo reale)

 

·     
non può essere utilizzato come unità di conto (non è possibile indicare un prezzo standard in
Bitcoin per acquistare un paniere di beni o servizi, sempre a causa
dell’altalenante valore della moneta).

 

D’altronde il Bitcoin presenta anche altre
caratteristiche peculiari che lo differenziano dal conio che conosciamo:

 

·     
non appartiene a nessun governo e territorio, in questo senso si tratta di una valuta libera
che non dipende da una banca centrale

 

·     
il suo valore viene determinato in base alle leggi
della domanda e dell’offerta
: in
pratica viene definito in base a quante persone sono disposte a spendere i
propri soldi per acquistare la valuta virtuale, tale meccanica ha però molti
limiti in quanto si basa sulla fiducia degli investitori

 

·     
le transazioni effettuate non prevedono costi di
trasmissione
, proprio per via del
fatto che non vi sono intermediari.

 

Come
funziona il Bitcoin

Il meccanismo di funzionamento del Bitcoin è
piuttosto semplice: tutte le operazioni di scambio di Bitcoin vengono
registrate in un libro mastro virtuale, un po’ come succede per le banche.

La grande differenza sta nel fatto che il libro
mastro dei Bitcoin è decentralizzato: non ha una sede unica (es. i server di
una banca), ma è gestito da una miriade di computer connessi alla rete che,
utilizzando la loro potenza di calcolo, svolgono ognuno una piccolissima parte
di una serie di calcoli complicatissimi (si tratta di un’applicazione del
sistema “blockchain”). Tale pratica si chiama “mining”; ognuno di noi può
utilizzare il proprio computer per partecipare e riceve in cambio alcune monete
virtuali.

Tale procedura è però completamente antieconomica:

 

·     
per generare
pochi centesimi è, infatti, necessario tenere il pc acceso per giorni, con un
gran dispendio di energia elettrica

 

·     
per eseguire
anche una minima parte di quelle operazioni bisogna disporre un computer
piuttosto potente.

 

Il sistema del libro mastro diffuso protegge il
Bitcoin da attacchi hacker proprio per il fatto che i dati non risiedono da
nessuna parte.

Il Bitcoin, inoltre, mantiene criptati i dati degli
utilizzatori; è tuttavia possibile sapere sempre a quanto ammonta il numero di
Bitcoin esistenti nella rete, rendendo impossibili le falsificazioni.

 

La Storia
in breve

Il Bitcoin affonda le sue radici nel movimento dei
Cypherpunks, risalente agli anni 90. Già in quell’epoca gli esponenti di quel
movimento parlavano dell’importanza di una moneta libera (indipendente da
stati, banche e regolamentazioni) e decentralizzata, ma è a Satoshi Nakamoto che
si deve il lancio del Bitcoin.

 

Oggi il Bitcoin, rappresentato ufficialmente con il
simbolo ₿
(spesso lo vediamo raffigurato come una versione modificata del baht
thailandese), resta sospeso nella sua dualità: inflazione e deflazione, euforia
e disforia, bene e male, opportunità e rovina.

Mario
Draghi, presidente della Banca Centrale europea, afferma che attualmente non vi
sono i presupposti per una situazione di emergenza sul controllo dell’offerta
di moneta; Draghi ha però sottolineato che le autorità devono continuare a
monitorare gli sviluppi e condividere le informazioni.

 

Investimenti

Arriviamo
quindi alla questione più spinosa: è consigliabile investire in Bitcoin?

Non
esiste una risposta esatta, proprio per via dell’imprevedibilità della
criptomoneta; tuttavia, prima di avventurarsi in questo tipo di investimenti, è
necessario capire che i rischi esistono e che bisogna diffidare di chi, accecato
dal bagliore di un facile guadagno, tesse le lodi del Bitcoin come investimento
sicuro.

 

Se
sommassimo tutte le criptovalute esistenti, Bitcoin compresi, ci troveremmo con
un mezzo trilione di dollari; un vero e proprio tesoretto che, in determinate
circostanze, potrebbe generare una deflazione.

 

Nel
vorticoso generarsi di valute virtuali, dobbiamo tener presente che molte
falliranno lasciando gli investitori senza più nulla in mano; anche il Bitcoin,
nella sua storia, ha già mandato in fumo i risparmi di alcune persone.

Vi è,
inoltre, la possibilità che il conio criptato subisca provvedimenti da parte
dei regolatori e del Fisco; tanti piccoli cambiamenti che potrebbero far cadere
il gigante dai piedi d’argilla e con lui tutti i risparmiatori.

Infine,
in molti parlano di fare acquisti in Bitcoin ma, in realtà, si tratta di un
metodo di pagamento non ancora diffuso, nonostante in alcuni Stati sia
accettato per pagare i servizi pubblici.

 

L’ambiente a rischio

Vi è
anche un risvolto ambientale: validare le operazioni in Bitcoin, infatti,
consuma tanta energia quanto l’intera Danimarca.

Il
dispendio energetico è un costo fisso che rimarrà tale nel tempo, anche se il
numero di operazioni crescerà sostanzialmente.

CHE COSA SI PUÒ CELARE DIETRO UNA RICHIESTA DI VOLTURA DI LUCE E GAS

11 Dicembre 2016

Chiede voltura del gas per il decesso del marito,
ma trasferiscono sulla sua bolletta i consumi errati più volte contestati e mai
detratti.

Si trascina dal 2009, la vicenda della sig.ra Anna,
da quando cioè a seguito della sua richiesta di voltura, la bolletta del gas,
precedentemente intestata al marito, purtroppo deceduto, risulta intestata a
lei. La voltura non ha però posto fine all’addebito dei consumi errati che sono
stati trasferiti integralmente alla signora. Nulle sono state le richieste
avanzate dalla sig.ra Anna perché venissero rettificati i consumi calcolati, mentre
nel frattempo riceveva le lettere delle società di recupero crediti.

Adiconsum, contattata dalla signora, è subito
intervenuta avviando la procedura della conciliazione paritetica chiedendo
espressamente all’azienda di rettificare i consumi addebitati e di bloccare
tutte le azioni di recupero.

 

IMPORTANTE

Se anche tu hai chiesto una voltura e ti trovi in
una situazione simile a quella della sig.ra Anna, non esitare a contattare
Adiconsum.

Puoi infatti iscriverti online a soli 5 euro sia attraverso il sito www.adiconsum.it nella sezione Iscriviti che attraverso
la app Adiconsum Reclami 2.0.

Avrai diritto a:

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chiamare il
Numero Verde gratuito 800 89 41 91
per ricevere una Prima Assistenza Telefonica

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bimestrale “Usi e consumi”.

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