Adiconsum nazionale rafforza il pressing parlamentare contro le false promesse di sostenibilità. Dopo l’audizione alla X Commissione della Camera, l’Associazione è stata ascoltata anche dalla IX Commissione permanente del Senato (Industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione agroalimentare) nell’ambito dell’esame dell’Atto del Governo n. 345, che recepisce la direttiva UE 2024/825 sulle affermazioni verdi. Il testo del Governo è corretto, ma resta, purtroppo, ad avviso di Adiconsum, al minimo europeo.
Sostenibilità e greenwashing: la situazione
Adiconsum ha realizzato numerosi progetti nazionali e territoriali, svolto numerose indagini e ricevuto numerosissime segnalazioni da consumatori che denunciano claim ambientali o sociali ingannevoli.
Il dato che emerge costante dalle nostre indagini è chiaro: la grande maggioranza dei cittadini italiani vorrebbe premiare le imprese davvero sostenibili, ma è frenata dalla forte sfiducia verso le informazioni ricevute (59% secondo l’ultimo Eurobarometro 2024).
Nelle audizioni al Parlamento, Adiconsum ha chiesto di approfittare del margine di miglioramento consentito dalla direttiva per rendere la norma davvero efficace e trasformare l’Italia in un modello di tutela dei consumatori.
Le proposte di Adiconsum (tutte a costo zero per lo Stato)
Nel corso delle audizioni, Adiconsum ha presentato cinque proposte chiave: semplici, efficaci e senza costi aggiuntivi per lo Stato (rispettando l’invarianza finanziaria):
1 – Certificazioni indipendenti su tutta la filiera
Solo marchi e claim di sostenibilità basati su verifiche di terze parti riconosciute da Ministeri (Ambiente, Imprese, Agricoltura) o UE. Vietate autocertificazioni e quelle “di comodo” da enti legati alle aziende. Basta smartphone “verdi” con cobalto da miniere sfruttate o vestiti “etici” fatti con lavoro minorile.
2 – Informazioni trasparenti e visibili prima di comprare
Dettagli su durabilità, riparabilità e aggiornamenti software obbligatori e in primo piano, prima del tasto “Acquista” online o in negozio. Icone standard nazionali da definire entro 6 mesi con decreto MIMIT, ed estensione della “durata commerciale ragionevole” per smartphone, elettrodomestici grandi, abbigliamento e calzature.
3- Osservatorio permanente sulla sostenibilità dei consumi
Da istituire presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, con l’AGCM e le Associazioni Consumatori del CNCU. Monitorerà claim falsi, integrerà segnalazioni (ne riceviamo migliaia ogni anno) e dati sulle sanzioni, per interventi rapidi e una relazione biennale al Parlamento. Zero oneri extra, usando risorse esistenti.
4 – Rafforzare l’AGCM senza spendere di più
L’Antitrust è già sovraccarica (solo 15 casi di greenwashing su centinaia di segnalazioni nel 2024). Il Governo valuti l’impatto nella prima relazione biennale e usi proventi delle multe o fondi UE già disponibili (PNRR) per potenziare i controlli.
5 – Rimedi veloci e sanzioni severe per i consumatori
- Moratoria di 24 mesi per micro-imprese (meno di 10 dipendenti), per non penalizzare i piccoli
- Sanzioni minime da 50.000 euro per pratiche sleali gravi
- Class action con opt-out automatico per risarcimenti facili.
Le proposte stanno raccogliendo interesse trasversale in entrambi i rami del Parlamento. Adiconsum nazionale resta a disposizione per la redazione tecnica degli emendamenti.